Piccole crepe grossi guai - 6 depressivo
Pierre Salvadori (Francia - uscita 16 ottobre)
Commedia molto amara; da evitare se si soffre anche minimamente di depressione, male condiviso dai due protagonisti, interpretati egregiamente da Catherine Deneuve e Gustave Kervern. Come al solito un titolo demenziale per la distribuzione italiana. Dans la Cour era quello originale.
Amore, cucina e curry - 6 patinato
Lasse Hallström (USA - uscita 9 ottobre)
Dal regista di Chocolat, un filmetto innocuo che scorre tranquillo a patto di mettere in stand by il cervello. A tratti piacevole e a tratti scontato: una fiaba buonista con allegato odorama di spezie indiane.
Tutto può cambiare - 7 positivo
John Carney (USA - uscita 16 ottobre)
Altra fiaba metropolitana dai risvolti positivi (ma non sempre scontata) ambientata nel mondo della musica. A mio avviso molto meglio riuscita rispetto al noioso e sopravvalutato Once.
I due volti di gennaio - 5 ammuffito
Hossein Amini (USA, UK, Francia - uscita 9 ottobre)
Lo sceneggiatore di Drive all'esordio nella regia, realizza un film nato in-volontariamente vecchio. Ambientato nei primi anni '60, pare girato negli anni '80 più paludati. Viggo Mortensen sprecato.
Frank - 6½ border line
Lenny Abrahamson (UK, Irlanda - uscita 30 ottobre)
Ostico e surreale; dedicato agli outsider della musica e a chi se ne fotte della popolarità come gli Soronprfbs, band dal nome impronunciabile guidata dall'enigmatico Frank (interpretato da Michael Fassbender perennemente nascosto da un mascherone di cartapesta). Partenza interessante, poi perde slancio lungo la strada di pari passo con la colonna sonora.
Frances Ha - 7 alleniano
Noah Baumbach (USA - uscita 11 settembre)
Piccoli sogni di una ragazza nella grande mela, fotografata mirabilmente in bianco e nero. Ho visto tutti gli ultimi film del regista di Brooklyn (Greenberg, Il matrimonio di mia sorella, Il calamaro e la balena) e questo è il migliore.
Boyhood - 8½ universale
Richard Linklater (USA - uscita 23 ottobre)
Una storia familiare che sfiora le tre ore, girata in dodici anni per catturare la crescita e l'invecchiamento reale dei protagonisti, è una minaccia potenziale anche per i cinefili più incalliti... Linklater invece firma un quasi capolavoro, dove l'epica del quotidiano diventa protagonista.
John Carney (USA - uscita 16 ottobre)
Altra fiaba metropolitana dai risvolti positivi (ma non sempre scontata) ambientata nel mondo della musica. A mio avviso molto meglio riuscita rispetto al noioso e sopravvalutato Once.
I due volti di gennaio - 5 ammuffito
Hossein Amini (USA, UK, Francia - uscita 9 ottobre)
Lo sceneggiatore di Drive all'esordio nella regia, realizza un film nato in-volontariamente vecchio. Ambientato nei primi anni '60, pare girato negli anni '80 più paludati. Viggo Mortensen sprecato.
Frank - 6½ border line
Lenny Abrahamson (UK, Irlanda - uscita 30 ottobre)
Ostico e surreale; dedicato agli outsider della musica e a chi se ne fotte della popolarità come gli Soronprfbs, band dal nome impronunciabile guidata dall'enigmatico Frank (interpretato da Michael Fassbender perennemente nascosto da un mascherone di cartapesta). Partenza interessante, poi perde slancio lungo la strada di pari passo con la colonna sonora.
Frances Ha - 7 alleniano
Noah Baumbach (USA - uscita 11 settembre)
Piccoli sogni di una ragazza nella grande mela, fotografata mirabilmente in bianco e nero. Ho visto tutti gli ultimi film del regista di Brooklyn (Greenberg, Il matrimonio di mia sorella, Il calamaro e la balena) e questo è il migliore.
Boyhood - 8½ universale
Richard Linklater (USA - uscita 23 ottobre)
Una storia familiare che sfiora le tre ore, girata in dodici anni per catturare la crescita e l'invecchiamento reale dei protagonisti, è una minaccia potenziale anche per i cinefili più incalliti... Linklater invece firma un quasi capolavoro, dove l'epica del quotidiano diventa protagonista.
Jimi: All Is by My Side 5½ farraginoso
Linklater John Ridley (UK, Irlanda, USA - uscita 18 settembre)
La biografia dei primi anni di carriera di Jimi Hendrix senza la sua musica? Inconcepibile!
L'unica cosa che resta impressa è la sequenza finale quando Jimi, a Londra nel 1967, propose dal vivo e alla sua maniera Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, ad appena tre giorni dall'uscita dell'album.
L'unica cosa che resta impressa è la sequenza finale quando Jimi, a Londra nel 1967, propose dal vivo e alla sua maniera Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, ad appena tre giorni dall'uscita dell'album.