martedì 5 maggio 2015

Ce lo meritiamo Nanni Moretti

“Margherita fai qualcosa di nuovo, di diverso. Dai, rompi almeno un tuo schema, uno su duecento.”
Così dice Nanni Moretti alla sorella regista Margherita Buy, suo alter ego, in una scena chiave, quando la protagonista percorre a ritroso una lunga fila di persone in attesa di entrare al cinema per vedere Il cielo sopra Berlino. [1]




















Forse Moretti sente di non avere più gli strumenti necessari per essere un interprete dei nostri tempi: due opere profetiche come Il Caimano e Habemus Papam su questo fronte hanno già detto tantissimo. In ogni caso la sua capacità di alternare comico e tragico è rimasta immutata: si ride di fronte alle improbabili pantomime di John Turturro (l'apoteosi nel balletto con la costumista); si soffre per la malattia e per il dolore che deriva dalla perdita della persona più cara. 
L'urlo finale di John Turturro "Take me back to reality!è quello di una persona disillusa nei confronti del cinema e stanca del suo ruolo di personaggio pubblico, regista e intellettuale. La lotta di classe (ancora una volta un film nel suo film) è solo una fiction grottesca e patetica, mentre prendersi veramente cura delle persone che amiamo affrontando con dignità e consapevolezza la malattia, gli ospedali e la morte è l'unico gesto politico ormai possibile.
“Ripeto le stesse cose da anni perché tutti pensano che io, in quanto regista, sappia interpretare la realtà, ma io non capisco più niente”  pensa Margherita Buy durante la solita, rituale conferenza stampa con i giornalisti.

Ce lo meritiamo Nanni Moretti? 
Tra le sue opere, Mia madre non è in cima alle mie preferenze, ma penso che grazie a lui e ai film di Sorrentino e Garrone l'Italia sia ben rappresentata al Festival di Cannes; almeno nel cinema ce lo meritiamo, visto quello che è accaduto in altri settori negli ultimi vent'anni.
Vidi Ecce Bombo quando uscì e avevo diciassette anni: da allora non ho mai perso un suo film; senza santificare la sua figura, ma semplicemente amando la qualità e l'originalità uniche del suo cinema. Non so quanto abbia ancora da dire e da raccontare, perché si intuisce in quest'opera un punto di non ritorno, un allontanamento forse definitivo dai temi che hanno caratterizzato la sua cinematografia.
Impossibile prevedere dove ci porterà la prossima volta, se ci sarà. 

[1] Il cielo sopra Berlino uscì realmente al Capranichetta nel 1987 e restò in programmazione in esclusiva per mesi, trasformandosi in un autentico caso, cosicché la fila davanti alla sala, sebbene meno chilometrica di quanto appare in Mia madre, appartiene alla cronaca vera. Repubblica - I set dei film di Nanni Moretti


11 commenti:

  1. Ne ho letto abbastanza bene, e spero di recuperarlo presto.
    In fondo, per quanto detesti un certo suo fare snob, ho sempre in una certa misura amato quasi tutti i suoi film.

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    1. "Certo suo fare", in apparenza snob, secondo me fa più parte del personaggio del passato. Secondo me da « D'Alema, di' una cosa di sinistra! » in poi è molto cambiato.

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  2. Condivido, come immagini, in toto la tua rece: non il miglior Moretti, ma, come ogni suo film da vedere.

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    1. Chissà se ci stupirà ancora, se romperà i suoi schemi... c'è ancora bisogno dei suoi film.

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  3. Gran bella rece Lucien.
    Sintetica sì, ma hai tirato fuori 2.3 frasi e riflessioni davvero ottime e affatto banali.

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    1. Prima della visione non avevo letto niente di proposito.
      Ho letto solo ora il tuo post che mi ha aiutato a rielaborare soprattutto la parte finale.
      Hai colto nel segno, facendomi quasi commuovere di nuovo!

      Habemus papam dovresti recuperarlo

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    2. Grazie Lucien, davvero.
      Sì, hai ragione, credo sarebbe un altro Moretti nelle mie corde, forse di più tra i restanti (tutti tranne 2...)

      ciao!

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  4. a me invece il film non è proprio piaciuto ma non sono un grande estimatore di Moretti.
    ciao

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    1. Se dovessi mettere in ordine di preferenza i titoli della sua filmografia (12 film) sicuramente sarebbe nella seconda parte, però sempre oltre la sufficienza (tre tazze).

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  5. Moretti è uno di quei registi che continueró a seguire. Se a distanza di tanti anni mi restano ancora dentro certe frasi e certe situazioni di suoi film (vogliamo per esempio parlare di quel "Le parole sono importanti!!!" di Palombella rossa?)... significa che davvero vale qualcosa. E segna. Nel suo modo inconfondibile.

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  6. P.s. A me sono piaciuti entrambi (Mia madre e Youth di Sorrentino)

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