domenica 3 maggio 2015

Timbuktu

Li ho conosciuti i Tuareg. Ho passato dieci giorni con loro in tenda nel deserto libico quando ancora si poteva. Persone splendide con la musica nell'anima, sempre con le chitarre appresso. Suonare con loro è stata una gioia e un privilegio. Mi si è straziato il cuore ieri sera durante la visione di Timbuktu. Ancor di più proprio nelle scene in cui suonano e cantano di nascosto per evitare le punizioni di quei criminali ignoranti che hanno proibito la musica, il gioco in ogni forma e la vista di ogni parte del corpo femminile, non appena preso possesso nell'aprile del 2012 della città del Mali. Sissako racconta quei mesi di oscurantismo prendendo spunto da un episodio realmente accaduto: la lapidazione di un uomo e una donna considerati adulteri perché conviventi senza essere sposati. Appena un flash di orrore disumano all'interno del racconto, che vede come protagonista principale un pastore Tuareg che va incontro con dignità ad un tragico destino.

Il film è stato girato in Mauritania non senza difficoltà per la paura di attacchi o attentati. Il risultato è un film corale che ci riporta sotto forma di immagini le testimonianze raccolte dal regista dalla gente di Timbuktu alle prese con la follia ipocrita e violenta dei jihadisti, capaci di vietare qualsiasi cosa ma non i telefoni satellitari. Due scene simbolo: la finta partita a calcio dei ragazzi che appena vedono l'arrivo dei controllori armati fingono di fare ginnastica e la splendida visione dall'alto del fiume Niger al tramonto.

C'era una volta il Festival au Désert dove un giorno saremmo voluti andare. Ora è in esilio a causa dell'instabilità politica della zona. Lontani dalla loro terra anche i Tinariwen, il cui chitarrista venne arrestato nel gennaio 2013, accusato con tutta la band di suonare musica satanica. Il loro ultimo album (Emmaar) è stato registrato l'anno scorso in un piccolo studio nel deserto di Joshua Tree.

voto  

7 commenti:

  1. Il Festival au Desert.....un sogno che resterà tale :°°°°/
    Difficile trovare questo film...solo nei cine-forum da me....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mai disperare, non è detto! Per ora è itinerante.

      Sono riuscito a vederlo grazie al Cinema che resiste...

      Elimina
    2. Onore al cinema che resiste! :-)

      Elimina
  2. Splendide immagini del tuo giro nel deserto fra i Tuareg. E un esempio di come l'uomo possa vivere possa vivere bene anzi,meglio, senza il fardello di inutilità materiali e virtuali che quotidianamente gli vengono propinate. "Quando si poteva" mi ha fatto venire in mente che di fronte alla grandezza del deserto anche i violenti senza cervello diventano piccoli come un granello di sabbia. Arriverà il momento che si potrà di nuovo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo spero vivamente. Pensa, un tempo si poteva andare tranquillamente dall'Europa a Goa via terra attraversando: Turchia, Iran, Iraq, Afghanistan, Pakistan...

      Elimina
  3. io l'ho visto: l'ho trovato interessante ma un po' pesante...

    ps. anche io son stata in Libia 10 anni fa: è un paese splendido!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Difficile trovare la leggerezza per raccontare una realtà cosi terribile.
      Quando sono andato io l'abbiamo scampata per un pelo: due settimane dopo è scoppiato l'inferno.

      Elimina

Welcome