giovedì 20 settembre 2018

Sulla nostra pelle

Ho visto Sulla mia pelle: devastante e al tempo stesso coinvolgente e sincero. Senza sconti per nessuno, Cucchi compreso. Non mi piace la definizione di film necessario, quello che conta è che ti fa vedere con una lente d'ingrandimento come la stupidità della burocrazia e la violenza di uno Stato, unite all'indifferenza dei suoi rappresentanti, possono annientare la vita delle persone. A tutti prima o poi sarà capitato di provare sulla propria pelle la rabbia e la frustrazione nel trovarsi di fronte a un muro di gomma; una barriera eretta da funzionari di qualsiasi settore si voglia; ottusi rappresentanti di un apparato statale che verrebbe voglia di radere al suolo per ricostruire da zero. C'è chi ne è uscito ammaccato moralmente e/o fisicamente, ma c'è anche chi come il povero Cucchi, ci ha lasciato le penne.



E come troppo spesso accade in Italia, è stato nauseante l'atteggiamento di condanna del film da parte di certi settori delle forze dell'ordine, che continuano ancora a giustificare e a difendere l'indifendibile: Aldrovandi, G7 e compagnia bella. Va bene solo Don Matteo.


16 commenti:

  1. Nauseante, è ancora poco.
    Io aspetto di trovarlo in una sala o in una visione con uno schermo grande. Se non ci riesco passero' ad altro.

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    1. Diciamo allora vomitevole come avevo scritto nella bozza! Mi sa che devi andare a Milano o Monza per vederlo.

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  2. Non riesco a vederla sta roba, come anche Dogman, mi sa di voyerismo deviato, magari sbaglio, si rischia anche l'accanimento mediatico con un apparente scopo umanitario, ma con un neanche tanto occulto fine commerciale...

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    1. Beh, direi che per il taglio che ha dato il regista di voyerismo qua ce n'è ben poco.
      Riguardo i fini commerciali, è un'osservazione che ci può stare, però non saprei, bisognerebbe essere nella mente del regista e qui il discorso diventa più complesso perché entrano in ballo più elementi difficili da valutare in questi commenti. Alla fine ogni film "costa" e dal momento che viene prodotto l'aspetto economico non è mai irrilevante.

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  3. Hai scritto bene il post che continua pieno.
    Ce l’ho in nota spero passi qui nel veronese.

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  4. Speriamo di vederlo presto, quest'anno nei nostri cinema la stagione va a rilento, e si rischia di perdere film importanti come questo. Visto ieri "Un affare di famiglia"

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  5. Non c'è nessun voyuerismo, anzi: è un film misurato e rigoroso, forse fin troppo trattenuto. E nemmeno a me piace l'aggettivo "necessario", però è uno di quei film che ti fanno pensare, e parecchio. Si riflette sul fatto (domanda retorica) se sia normale, in un paese che si definisce civile, morire per mano dello stato (per volontà o per negligenza lo stabiliranno i giudici, ma poco cambia). Alessandro Borghi strepitoso.

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    1. Sì, Borghi e anche Marinelli i migliori tra gli attori italiani della generazione nata negli anni '80.

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  6. Da vedere, assolutamente.
    Lo aspetto al cinema.

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  7. @Mia Euridice @Alligatore @Enri:
    Ancora non in molte sale purtroppo, perché uscito il 12 settembre.

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  8. Cominciano piano piano a darlo in varie sale. Un briciolino di pazienza e lo vedrete in giro per tutta Italia.

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  9. Film importante e portato sullo schermo con grande maturità e nessuna retorica. Concordo in pieno.

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  10. Visto in ritardo, la settimana scorsa. Importante, recitato benissimo, affatto ruffiano, eppure - cinematograficamente parlando - mi ha convinto poco. Anche se i difetti della sceneggiatura, i buchi e i conti che non tornano (spesso volutamente), aiutano a capire bene l'assurdità del caso di Stefano e la lentezza della giustizia.

    PS. Ti incrocio spesso su blog amici, ma per la prima volta approdo qui. Tra film e romanzi, andremo "d'accordissimo". ;)

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    1. Anch'io ti ho incrociato diverse volte. Presto vengo a fare un giro nel tuo blog.

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  11. Ad oggi qui nulla a VR. Che schifo.

    In compenso ieri ho visto l’ultimo di Spike Lee, non lo perdere.

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    1. Infatti voglio vederlo, insieme all'ultimo di Terry Gilliam.

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