domenica 29 marzo 2020

Cara catastrofe 5 - La fiera delle atrocità

E la primavera m’ha portato il riso atroce dell’idiota. ( A. Rimbaud - Una stagione all'inferno)

You'll see the horrors of a faraway place,
Meet the architects of law face to face.
See mass murder on a scale you've never seen,
And all the ones who try hard to succeed.

Vedrete gli orrori di un luogo remoto
incontrerete faccia a faccia gli architetti della legge
vedrete uno sterminio di massa di proporzioni mai viste
e tutti quelli che hanno fortemente agito perché ciò accada





La primavera ci sta esplodendo in faccia con tutta la sua feroce dolcezza e noi, in mezzo a tutto questo delirio, rifugiati in casa con due certezze: la natura e gli animali che riprendono i loro spazi e la pubblicità in tv che non si ferma mai, nonostante investimenti ridotti e campagne annullate o rimandate.

Dopo giornate dense e complicate di telelavoro in stanze separate, ieri ci siamo consolati con un'accoppiata micidiale di dolce/salato. Lo strudel integrale fatto in casa era pura poesia.

lunedì 23 marzo 2020

Cara catastrofe 4 - Dagli all'untore

I promessi sposi (1840) 666.png
l’untore! dagli! dagli! dagli all’untore!"
“Chi? io! ah strega bugiarda! sta zitta,” gridò Renzo; e fece un salto verso di lei, per impaurirla e farla chetare. Ma s’avvide subito, che aveva bisogno piuttosto di pensare ai casi suoi. Allo strillar della vecchia, accorreva gente di qua e di là; non la folla che, in un caso simile, sarebbe stata, tre mesi prima; ma più che abbastanza per poter fare d’un uomo solo quel che volessero.


La storia si ripete. I nuovi untori sono i runner o ancora peggio semplicemente chi, per motivi di salute come il sottoscritto, dovrebbe camminare un'oretta tutti i giorni e si vergogna o addirittura ha paura di farlo anche attorno all'isolato. Il passo dall’aggressività social a quella faccia a faccia è molto più breve di quanto sembri.
A tal proposito è molto significativo il racconto di  Pietro De Vivo, editor di narrativa e saggistica per le edizioni Alegre, fermato a Roma mentre rincasava a piedi dal lavoro e trattato come un delinquente in maniera vergognosa.

Ho appreso con tristezza della scomparsa di Gianni Mura: l'unico narratore sportivo che amavo leggere. Riusciva a farti emozionare e a volare alto con i suoi racconti e la sua cultura.

Siamo andati a suonare da nostro zio che abita in fondo alla strada per chiedergli se aveva bisogno. Chissà se abbiamo trasgredito! Classe '28, pensava di averle viste tutte: il fascismo, la fame, la guerra, l'asiatica, Chernobyl, le torri gemelle, Trump, le citofonate... Questa gli mancava, ma non gli manca mai il senso dello humour. Ci ha tirato lui su di morale. Persona fantastica.

Periodo ideale per iniziare a leggere un libro come questo (896 pagine!). Una di quelle saghe familiari che mi sono sempre piaciute. C'è tutto il tempo.

venerdì 20 marzo 2020

Cara catastrofe 3 - Distanze

Avanti di questo passo:
“Con il caldo, alcuni nostri concittadini avevano perso la testa e cedendo alla violenza avevano cercato di eludere la sorveglianza dei posti di guardia per scappare fuori dalla città”. A. Camus - La Peste, 1947

Il terrore per alcuni si rovescia nel suo contrario: l’immenso piacere voyeuristico di spiare, fare delazione, mandare foto sui social additando altri che pure si stanno comportando perfettamente secondo le regole. qua

Siparietto di un'isterica al supermercato semi-vuoto (ingressi rigidamente contingentati).
- Ma lei non ha la mascherina!!??
- Guardi, stia tranquilla sono un medico: invece di sbraitare mi stia a distanza e venga a fare la spesa una volta alla settimana.

I miei dialoghi ai tempi del coronavirus con i conoscenti incontrati a buttare la spazzatura o in attesa davanti alla farmacia:
- Ehi ciao, come va?
- 'Na favola!


Non è mai stato così liberatorio come in questo periodo andare a buttare la spazzatura. Non vedo l'ora tutte le sere, anche perché mantenere le distanze è una cosa, essere murati vivi un'altra.

Tenete d'occhio questa giovane cantautrice: a giugno uscirà il suo album Kitchen Sink.

lunedì 16 marzo 2020

Cara catastrofe 2: Minority Report

Sono i giorni della responsabilità personale contrapposta al populismo virale. Gendarmi di quartiere dai balconi controllano chi cammina per strada e poi (principalmente su facebook) scrivono post incarogniti invocando l'intervento dell'esercito. Intanto però arrivano i droni a Forlì. Si è passati dal comportamento idiota di tutti al mare al ristorante al coprifuoco con situazioni surreali: io e la mia compagna dormiamo insieme, ma quando andiamo a sgranchirci le gambe per non restare inchiodati sul divano, stiamo distanti tre metri. Al paesello c'è la Stasi con i delatori. Anche l'argine del fiume, largo diversi metri e unico sfogo naturale di un territorio blindato, è diventato zona off limits. Ok, rispettiamo le regole per la salute pubblica, ma non senza riflettere.
Wolf Bukowski su Wumingfoundation: Un genitore, e magari l’altro genitore, e il figlio e la sorella, che vivono in una casa piccola, che livello di sofferenza psicologica possono sviluppare, se neppure al parco possono più andare?Viralità del decoro. Controllo e autocontrollo sociale ai tempi del Covid-19

Tutti a casa nel guscio e intanto madre natura ci sbeffeggia con giornate di primavera anticipata di una bellezza struggente e dall'aria pulita. Sempre dato per spacciato, anche quest'anno il nostro albicocco ce l'ha fatta.

Lullaby me to sleep.

Keep me safe, lie with me,

venerdì 13 marzo 2020

Riascoltare vecchi dischi

Visti i tempi, è anche l'occasione per riascoltare dischi non vecchissimi, ma dimenticati troppo in fretta. Il 13 marzo 1995, esattamente venticinque, anni fa usciva The Bends, il secondo album dei Radiohead.
L'ho riascoltato tutto: era ed è ancora un fottuto capolavoro.

Fake plastic tree fu il terzo singolo e malgrado il disco non fosse andato molto bene nelle vendite, raggiunse il 20° posto in UK. Pochi accordi con la chitarra acustica bastarono a Thom Yorke per fare esplodere tutta la sua vocazione lirica. In studio registrò voce e chitarra in una sola sessione, lasciando poi le rifiniture agli altri. La dolcezza del brano stride spesso con il testo, a tratti lugubre, a tratti surreale: "She lives with a broken man/ A cracked polystyrene man who just crumbles and burn" (Lei vive con un uomo a pezzi / Un uomo di polistirolo marcio che si sbriciola e brucia)
L'albero finto di plastica del titolo si può interpretare come una metafora della finzione umana, anche se pare che Thom Yorke abbia scritto il testo pensando al consumismo e alla massificazione della società. Così l'incipit:
Il suo innaffiatoio di plastica verde
Per la sua piantina di gomma cinese finta
Nella terra di plastica finta 
Che ha comprato da un uomo di gomma

In una città piena di piani di gomma

mercoledì 11 marzo 2020

Cara catastrofe

Chissà se con questo isolamento riprenderanno vita i blog, oltre ad un minimo di coscienza civica. Visti i recenti segnali, ne dubito. Comunque da un giorno all'altro sta cambiando la lista delle priorità; fra le mie non c'è mai stato l'aperitivo a Cortina o sui navigli. Mai come adesso, gli scacchi, i libri e la musica sono salvifici. 
E poi ci sono appunto le priorità. Mio padre col Parkinson, che frequentava un centro diurno per anziani, è dovuto rimanere a casa dalla sera alla mattina, per cui buona parte del mio tempo sarà dedicata a lui che abita in un altro paese e non può muoversi da casa. 
E poi mio figlio a Bologna che doveva partire, ma dovrà restare.
La sua compagna che presto deve laurearsi, ma l'università è chiusa.

Nelle nostre camere separate
a inchiodare le stelle
a dichiarare guerre
 

Dieci anni fa usciva questo disco.
  

lunedì 2 marzo 2020

Waiting for the End of the World: paranoia, virus e sogni apocalittici



Ieri sera eravamo in cinque a cena qua sulla teiera a raccontarci, come in una specie di decamerone, fatti e novelle della settimana di delirio da poco terminata. Un'amica racconta che al supermercato qui vicino un signore si è presentato alla cassa con 70 barattoli di fagioli; se non l'ammazzerà il virus saranno i problemi intestinali!
Franco, il più preparato, ci ha esposto con fervore il contenuto di Spillover, il libro di David Quammen che aveva previsto la pandemia. L'abbiamo presa come sempre con ironia, ma su quello che racconta il libro, documentato scientificamente, non c'è molto da ridere, tanto che stanotte (sarà stata la troppa piadina) ho avuto un incubo...
Sono a Bologna da mio figlio che a giorni deve essere assunto definitivamente nell'azienda per cui sta lavorando. Gli chiedo se è tutto ok, ma mi accorgo che c'è qualcosa che non va, infatti mi racconta che ha rifiutato perché deve partire per un viaggio a Hong Kong. Messo alle strette mi confessa che fa parte di un'organizzazione che propugna l'estinzione della specie umana: si introducono nelle manifestazioni per spargere virus in tutti continenti. 

Al risveglio mi è tornata in mente Utopia, una serie britannica di qualche anno fa: vaccini tenuti segreti, corporazioni e cospirazioni, virus letali e una soluzione brutale al problema della sovrappopolazione mondiale.
Che il virus sia ruspante, o che sia stato creato e diffuso intenzionalmente come arma batteriologica, l’epidemia è comunque destinata a sfuggire al controllo. E dopo il numero dei morti, bisogna preoccuparsi di quello dei non morti. Carmilla - World War V