Tutto un giorno a casa da solo, mentre la famiglia è al mare o al lavoro. Siamo da pochi giorni tornati dall'Islanda e dopo quasi due settimane di silenzio e spazi incontaminati, il bentornato l'abbiamo ricevuto dalla solita coda in tangenziale a Bologna. Il frigo è vuoto e così appena alzato decido di fare un po' di spesa per poi cominciare a sistemare con calma le foto e i video del viaggio. Dopo colazione accendo il cellulare e arriva un sms da una catena di negozi di elettronica: solo per oggi, se compri un televisore da 250" (basterà una parete?) ti regalano un mini condizionatore portatile. Accidenti alla volta che gli ho dato il numero! Vado al supermercato e la tipa delle promozioni con la faccia da volpe tonta mi dice che se compro una scansia intera di biscotti c'è in omaggio un mulino da giardino, così dopo potrò macinarmelo io il grano. All'uscita, solito slalom per evitare i maniaci dei carrelli ed eventuali venditori. Torno a casa e svuoto la buchetta della posta. Tra le varie cose inutili, mi vogliono appioppare una carta di credito al titanio che funziona anche in condizioni meteo estreme! Se però decido di non utilizzarla si raccomandano di distruggerla o nel caso non ci riuscissi di seppellirla, altrimenti si attiva autonomamente entro 48 ore e, incazzata nera, partecipa a tutte le aste su e-bay. Mi ha scritto anche Sky, che per la terza volta mi regala l'HD se gli procuro sangue fresco (intanto però ha aumentato i prezzi due volte in un anno). Mi siedo e finalmente accendo il PC, ma suona il telefono: è la solita compagnia telefonica che mi supplica di accettare un contratto vantaggiosissimo per internet e telefonia. In effetti è molto economico, però ogni volta che fai una telefonata inferiore ai quindici minuti scatta una tariffa bastarda che costa quasi come tutto il contratto. Per risparmiare praticamente devi passare la vita al telefono.
Decido di pranzare e accendo la TV per le ultime notizie: 30 km di coda al passante di Mestre, costato un miliardo di euro e inaugurato sei mesi fa in pompa magna da Berlusconi. "Permetterà di superare un imbuto quotidiano eliminando decenni di code", ci avevano raccontato. L'Italia è il Paese delle certezze!
Comincio finalmente a guardare le foto, ma arriva un altro sms, questa volta dal mio operatore; con soli tre euro puoi attivare una promozione che permette di mandare fino a mille sms gratis al giorno, anche con insulti e minacce di morte, però ad una sola persona a tua scelta. Il tutto senza essere perseguibile: si chiama FREE STALKING. Torno alle mie foto, ma contemporaneamente suona il campanello ed arriva un altro sms. Vado ad aprire la porta, pronto a urlare: - Non compro un cazzoooo! Ma la mia aggressività si affloscia all'istante, perchè mi ritrovo di fronte due donnine sui 60 anni visibilmente provate e accaldate. Mi mostrano un triste opuscolo in bianco e nero e mi chiedono con tono neutro come penso di sopravvivere alla fine del mondo. Ripensandoci in effetti oggi qualche segnale in questo senso mi pare di averlo captato. Dico che ci devo riflettere, chiedo loro di ripassare un po' in anticipo sul momento fatidico per la mia risposta definitiva e intanto sto seriamente pensando di ritornare in Islanda ad aspettare la fine del mondo. Trecentomila abitanti per una superficie pari ad un terzo dell'Italia = meno rompicoglioni.
Decido di pranzare e accendo la TV per le ultime notizie: 30 km di coda al passante di Mestre, costato un miliardo di euro e inaugurato sei mesi fa in pompa magna da Berlusconi. "Permetterà di superare un imbuto quotidiano eliminando decenni di code", ci avevano raccontato. L'Italia è il Paese delle certezze!
Comincio finalmente a guardare le foto, ma arriva un altro sms, questa volta dal mio operatore; con soli tre euro puoi attivare una promozione che permette di mandare fino a mille sms gratis al giorno, anche con insulti e minacce di morte, però ad una sola persona a tua scelta. Il tutto senza essere perseguibile: si chiama FREE STALKING. Torno alle mie foto, ma contemporaneamente suona il campanello ed arriva un altro sms. Vado ad aprire la porta, pronto a urlare: - Non compro un cazzoooo! Ma la mia aggressività si affloscia all'istante, perchè mi ritrovo di fronte due donnine sui 60 anni visibilmente provate e accaldate. Mi mostrano un triste opuscolo in bianco e nero e mi chiedono con tono neutro come penso di sopravvivere alla fine del mondo. Ripensandoci in effetti oggi qualche segnale in questo senso mi pare di averlo captato. Dico che ci devo riflettere, chiedo loro di ripassare un po' in anticipo sul momento fatidico per la mia risposta definitiva e intanto sto seriamente pensando di ritornare in Islanda ad aspettare la fine del mondo. Trecentomila abitanti per una superficie pari ad un terzo dell'Italia = meno rompicoglioni.
bentornato!
RispondiEliminaE non ti si è rotta la lavatrice o hai dovuto sbrinare il freezer con tutta la roba dentro...come è successo a me!
hahahaha, grande!!!
RispondiEliminaben tornato ..... ho vissuto un'esperienza del genere in australia, 18.000.000 di abitanti per una superficie piu' grande dell'europa ....... per forza che poi siamo tutti stressati, urlatori e intolleranti ....... e ci credo bene
RispondiEliminagià, ne vale davvero la pena!
RispondiEliminaBel racconto, bel climax e bentornato :-)
RispondiEliminaEra meglio se restavi in Islanda qui é un inferno :-))
RispondiEliminafai come il cantante dei Killing joke
RispondiEliminaanche lui, neli anni ottanta, è fuggito in Islanda credendo che arrivasse la fine del mondo
Io ci sono stato in Islanda, e malgrado i pochi abitanti, non ci starei proprio, con quel vento incessante che anche a inizio maggio impediva di stare in strada dopo il tramonto (anche prima, forse).
RispondiEliminaEppoi, non è che la superficie totale dell'Islanda sia davvero disponibile, stanno tutti concentrati (si fa per dire...) a sud-ovest, perchè altrove è una specie di gigantesco vulcano in fieri, e quindi definitvamente inabitabile :)
@ Vincenzo
RispondiEliminaOvviamente la mia era una battuta per chiudere il racconto e porre l'accento sul bisogno di "spazio". L'ho girata bene l'Islanda e sono anch'io convinto che a parte i mesi estivi, nel resto dell'anno sia dura, soprattutto quando le ore di luce quasi si azzerano!
Però che posti meravigliosi!
Facciamo la Nuova Zelanda? 4 milioni su una superficie di poco inferiore all'Italia!
il ritorno alla civiltà...
RispondiEliminaPensa che io dovrò tornare in macchina a Milano da Roma a fine agosto, proprio nel momento clou del maledetto controesodo. Già sto male.
RispondiEliminaAhahah!!
RispondiEliminaBeh, direi che hai dipinto alla perfezione il "ritorno"...
racconto molto divertente (e condivisibile) complimenti.
RispondiElimina....ma allora siamo parecchi ad averne le palle piene li fuori ;-)
Ciao Lucien!
RispondiEliminaChe coincidenza...Proprio ieri sera sono andata a trovare una mia amica che è tornata da poco dalla Finlandia e si parlava proprio di questo, di quant'è stato traumatico per lei tornare nel "caos" di queste parti. E' stata lì ad insegnare per qualche mese...Ciò che più l'ha colpita è stata la riservatezza e la timidezza delle persone=silenzio. Considerando poi il rapporto superficie/abitanti in Italia credo non ci sia più nulla d'aggiungere, già..
Comunque il ritorno dalle vacanze è sempre un pò traumatico :) passerà.
A presto!
p.s. e Matula, è venuta anche lei in Islanda?
@ Silvia:
RispondiEliminaHo raccontato in chiave grottesca, esagerando molto.
In realtà non è poi stato così traumatico, basta prendere le cose con un po' di leggerezza.
Matula è stata affidata alle cure di mio figlio...che stravede per lei. Sono cresciuti insieme!
Qui da noi c'è appena stato il raduno nazionale dei testimoni di geova che hanno provveduto a ripulire lo stadio dai chewingum sui seggiolini e le scritte oscene sui muri. Potrebbero venire più spesso, se poi dopo il battesimo collettivo rovesciavano l'acqua sul prato era meglio, avremmo avuto finalmente un manto erboso degno delle competizioni europee!
RispondiEliminaMolto divertente! Oltre a seguire il tuo blog ora lo linko, spero che non ti dispiaccia. Ciao, ormai ti sarai riabituato al caos di qui...
RispondiEliminaMolto divertente! Oltre a seguire il tuo blog ora lo linko, spero che non ti dispiaccia. Ciao, ormai ti sarai riabituato al caos di qui...
RispondiElimina@ Licia:
RispondiEliminaNo problem. Grazie!
Ovvero come Kafka si troverebbe nel 2009.
RispondiEliminaLe oppressioni son le stesse, ma adesso le vestono da regali e quelle che una volta erano porte, castelli e stanze adesso sono mail ed sms.
Sopravviveremo. Finchè non moriremo.