Nella periferia anonima di Londra si incrociano le vicende di tre famiglie, ognuna alle prese con qualcosa che si è spezzato per sempre (broken, appunto). Archie, il sempre ottimo Tim Roth, è un avvocato abbandonato dalla moglie che deve crescere due figli adolescenti: una maschio e una femmina (la dolce protagonista soprannominata affettuosamente Skunk, cioè puzzola). Oswald è un padre vedovo con tre figlie, violento e iperprotettivo. Rick è un ragazzo con problemi mentali che vive con i genitori apprensivi.
Siamo in pieno dramma sociale-familiare, genere che gli inglesi sanno trattare come pochi. In questo caso il regista è Rufus Norris, quasi esordiente al cinema ma veterano del teatro. Il racconto è incentrato sulla piccola e fragile Skunk, dodicenne protagonista di una serie di eventi drammatici che le segneranno l'esistenza.
Che ve lo dico a fa', in Italia niente distribuzione, perciò cercatelo su cineblog perché merita veramente. Inizio e titoli di coda sulle note della dolce Colours dei Blur, riadattata e cantata dalla stessa giovane protagonista Eloise Laurence: già più di una promessa.