Capita a volte che la mia memoria musicale, come una roulette del tempo, faccia uscire il nome di un disco dimenticato per anni e con esso la voglia di riascoltarlo. Per fortuna la rete placa velocemente questa sete, anche perché il vinile è sparito dalla mia collezione: ricordo che rimase per un intero pomeriggio d'estate sul cruscotto dell'auto deformandosi irrimediabilmente con più ondulazioni che lo resero inascoltabile.
Quando nel 1979 la new wave sovvertì il panorama musicale mondiale, c'era chi era pronto e chi no. Fripp, musicista da sempre attento alle novità e pronto a sperimentare, uscì con questo album solista: un mosaico di generi in cui sintetizza il suo grande talento attorniato da collaboratori come Peter Hammil (Van Der Graaf Generator), Brian Eno e Peter Gabriel che gli regala due brani, qui riadattati in maniera portentosa: Exposure in una trascinante versione funk reinterpretata dalla voce devastante di Terre Roche e Here Comes the Flood in una versione ancora più intensa dell'originale. Due capolavori agli opposti: schizzato il primo, dolcissimo il secondo. Nel complesso un disco che si colloca in quell'ambito di sperimentazione e rinnovamento che rese entusiasmante il paesaggio musicale dalla fine degli anni '70 ai primi '80.
Nel 2006 l'album è stato ripubblicato in versione CD con 5 tracce in più in versione alternative. Per chi volesse approfondire c'è una buona pagina di wikipedia.
Quando nel 1979 la new wave sovvertì il panorama musicale mondiale, c'era chi era pronto e chi no. Fripp, musicista da sempre attento alle novità e pronto a sperimentare, uscì con questo album solista: un mosaico di generi in cui sintetizza il suo grande talento attorniato da collaboratori come Peter Hammil (Van Der Graaf Generator), Brian Eno e Peter Gabriel che gli regala due brani, qui riadattati in maniera portentosa: Exposure in una trascinante versione funk reinterpretata dalla voce devastante di Terre Roche e Here Comes the Flood in una versione ancora più intensa dell'originale. Due capolavori agli opposti: schizzato il primo, dolcissimo il secondo. Nel complesso un disco che si colloca in quell'ambito di sperimentazione e rinnovamento che rese entusiasmante il paesaggio musicale dalla fine degli anni '70 ai primi '80.
Nel 2006 l'album è stato ripubblicato in versione CD con 5 tracce in più in versione alternative. Per chi volesse approfondire c'è una buona pagina di wikipedia.
solo un appunto..come i fa a dimenticare un disco come questo?eheh..capolavoro assouluto...il momento della conversione del genio alla nuova onda...in exposure,aggiungo,un basso da brividi del divino tony..
RispondiEliminaEccezionale. Exposure la trovo una specie di anticipo del discorso di "My Life In A Bush Of Ghosts"..
RispondiEliminaBella versione di Here comes the Flood. Eh..bei ricordi.
@ brazz:
RispondiEliminaAppunto giustificato! :) Però è bello riscoprire a anni di distanza, col senno di poi, certi dischi.
@ mr.Hyde:
E' vero. My Life In A Bush Of Ghosts ancora meglio!
bè..my life è nei 3 o 4 o 5 album fondamentali direi...
RispondiEliminanessuno che si sia ricordato del GRANDISSIMO Daryl Hall?
RispondiEliminaE dire che la sua partecipazione davvero quella più sorprendente. Gabriel, Hammill e Eno erano piuttosto scontati (geni assoluti, s'intende) mentre Hall mi sconvolse. :-)