giovedì 3 luglio 2014

Top of the Lake



















Una ragazzina di dodici anni tenta di togliersi la vita sulle rive di un lago; viene salvata e le analisi rivelano che è in stato di gravidanza. Tui è il nome dell'adolescente che si chiude in un mutismo ostinato limitandosi a scrivere in un foglietto "No one". E' l'incipit di Top of the Lake. 
Dopo Breaking Bad un'altra mini-serie (di soli sette episodi) da guardare tutta d'un fiato. Spesso, a causa della prolissità, difficilmente mi faccio coinvolgere da questo genere, ma quando entrano in campo una regista come Jane Campion, attori come Peter Mullan e in più gli scenari incontaminati della Nuova Zelanda, impossibile non immergersi a capofitto nelle sette puntate. Nonostante la violenza che permea la natura e gli animi umani, non si pensi ad una serie d'azione con inseguimenti e sparatorie; chi conosce la regista lo può già immaginare: i temi a lei cari qui affiorano prepotentemente (la violenza sulle donne, la complessità dell'animo umano, la contrapposizione tra natura e civiltà, tra generi maschile e femminile) in quello che risulta essere vero e proprio cinema d'autore.
Su tutti spiccano Peter Mullan, nei panni di un padre padrone dilaniato dai sensi di colpa, vittima e carnefice della sua stessa violenza; la guru Holly Hunter (Lezioni di piano), che sotto il nome di GJ guida in modo enigmatico una squinternata comune femminile che si è accampata sulle rive del lago; la protagonista Elisabeth Moss, giovane detective esperta di casi infantili, che ritorna dall'Australia alla sua terra d'origine per seguire il caso della ragazzina: un intreccio che la porterà a scoperchiare il suo passato e un mondo ai margini della civiltà, fatto di omertà, abusi e giustizia sospesa. Temi universali già ampiamente esplorati sia nel cinema che in letteratura, che qui però trovano la loro forza nella suggestione dei paesaggi mozzafiato, nei dialoghi dilatati, nei personaggi memorabili e in una trama tentacolare che coinvolge inesorabilmente fino ad un vero e proprio finale. “Mi piaceva questo mondo, ma non per 20 episodi” ha dichiarato la regista.

3 commenti:

  1. Avevo intenzione di guardarlo e invece me lo sono perso. Ricorrerò a Sky On Demand, mannaggia a me!

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  2. @ Blackswan:
    Poi mi dirai se anche tu ne sei stato catturato!

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  3. all'inizio non mi ha catturato subito, però dopo un po' le sue atmosfere affascinanti fanno il loro dovere...

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