venerdì 21 novembre 2014

Io sto con la sposa

Un poeta palestinese siriano e un giornalista italiano incontrano a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra e decidono di aiutarli a proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia. Per evitare di essere arrestati come contrabbandieri però, decidono di mettere in scena un finto matrimonio coinvolgendo un'amica palestinese che si travestirà da sposa, e una decina di amici italiani e siriani che si travestiranno da invitati. Così mascherati, attraverseranno mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri. Un viaggio carico di emozioni che oltre a raccontare le storie e i sogni dei cinque palestinesi e siriani in fuga e dei loro speciali contrabbandieri, mostra un'Europa sconosciuta. Un'Europa transnazionale, solidale e goliardica che riesce a farsi beffa delle leggi e dei controlli della Fortezza con una mascherata che ha dell'incredibile, ma che altro non è che il racconto in presa diretta di una storia realmente accaduta sulla strada da Milano a Stoccolma tra il 14 e il 18 novembre 2013. Dal sito ufficiale

L'attraversamento abusivo a piedi della frontiera tra Italia e Francia




Finanziato grazie al crowdfounding tramite la piattaforma indiegogo che ha permesso di raccogliere 100 mila euro con il contributo di 2617 persone in 38 Paesi, Io sto con la sposa, più che un film, è un'azione di disubbidienza civile: un pugno in faccia alla sonnacchiosa Europa dei burocrati. 
Dopo lo scoppio della guerra civile in Siria e la conseguente fuga di massa della popolazione dalle bombe e dall'Isis, diciassette Paesi europei hanno dichiarato la loro disponibilità ad accogliere i profughi e concedere loro asilo politico, ma la realtà dei fatti è molto diversa e più complicata, tant'è che l'Italia ormai è solo un transito: la meta principale di questa gente è la Svezia, la nazione che offre loro più garanzie. L'iter per arrivarvi è una corsa ad ostacoli, quasi sempre in mano a contrabbandieri che danno il cambio agli scafisti in una tragica staffetta dello sfruttamento dell'immigrazione. 

Nel corso del racconto si alternano momenti drammatici (le testimonianze dirette delle persone che raccontano quello che hanno visto e ciò che hanno dovuto subire) a veri e propri momenti di festa ogni volta che il gruppo riesce a superare una frontiera. Si attraversa anche qualche fase di stanca; probabilmente inevitabile, visti i lunghi spostamenti in auto, perché non va mai dimenticato che non si tratta di una fiction. L'arrivo a Malmo in treno e il successivo ballo liberatorio nella piazza svedese sulle note del rap di Manar, tredicenne palestinese fuggito col padre dal ghetto di Damasco, non possono lasciare indifferenti. Commozione e grande ammirazione nei confronti di Gabriele Del Grande, Antonio Augugliaro e Khaled Soliman Al Nassiry per aver creduto in questa impresa e averci raccontato da che parte si può stare... ovviamente dalla parte della sposa.



Questo film documentario italiano è riuscito a sbarcare al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti ed ora sta raccogliendo consensi e incassi sia in Italia che in Europa. Qui l'elenco sempre aggiornato delle sale in cui viene proiettato. Anche la mia piccola sala da 140 posti ieri sera ha contribuito.

5 commenti:

  1. Chiapperi nella mia città nulla, lo segnalerò a qualche sala in giro. Sto già pensando...

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  2. @ Alligatore:
    Vedrai che arriva, piano piano sta girando in tutta Italia e anche in Europa.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Un film così bisogna che lo veda e lo faccia vedere.M'interessa questo genere di discorsi..

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  5. Finora non sono riuscito a beccarlo per colpa mia ne ho letto un gran bene e cmq solo per l'idea sono curioso di veederl! Ciao.

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