Un piccolo grande libro che mi ha fatto riassaporare la purezza dell'infanzia, l'amore per l'avventura e per le sfide quando, liberi di scorrazzare, esploravamo il territorio allontanandoci sempre di più. E' stata una fortuna da piccoli aver avuto un piccolo regno (affine a quello qui narrato) fatto di case abbandonate e palazzi in costruzione, campagne da perlustrare, bagni proibiti nel fiume, pomeriggi trascorsi sugli alberi armati di fionde e cerbottane.
La banda dei quattro protagonisti formata da Merlo, Lepre, Tasso e Ranocchio ci fa rivivere questa libertà attraverso la magia della letteratura sullo sfondo della campagna inglese degli anni trenta, in quel periodo della vita irripetibile e a volte traumatico, rappresentato dal passaggio dall'inconsapevolezza primitiva dell'infanzia all'impatto con il mondo dei grandi.
Un po' di commozione sul finale mi ha colto dolcemente di sorpresa.
Un po' di commozione sul finale mi ha colto dolcemente di sorpresa.
Mi sono commossa anch'io. Gran bel libro. Con anche una punta di gothic che non guasta (l'omaggio quasi esplicito all'Henry James de Il giro di vite) :)
RispondiEliminaEhi ciao! Che bello, in effetti sembra un libro d'altri tempi e per una buona parte è questo il suo fascino.
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