martedì 5 dicembre 2017

Finché c'è prosecco c'è speranza

Sulle colline del Prosecco, il suicidio teatrale di un conte viticoltore è il primo caso su cui deve indagare il neo ispettore Stucky.

Finalmente siamo riusciti a intercettare questo film in un piccolo cinema. Le aspettative erano discrete grazie al passaparola e per alcuni aspetti sono state mantenute: l'idea è originale e meritevole, come pure (come si diceva un tempo) il messaggio. Incantevole la fotografia agevolata dagli scenari delle colline del prosecco. Quello che spesso manca è il ritmo e in un giallo non è difetto da poco; una storia a tratti sonnacchiosa, (come a volte può essere la vita di provincia), che cuoce a fuoco lento per cento minuti senza grandi colpi di scena. L'intreccio è molto semplice e la formula giallo/indagine forse in realtà è solo un pretesto per realizzare un inno alla lentezza; un invito a saper indugiare sulle bellezze che abbondano nel nostro paese: il vino, il cibo, il paesaggio, elementi che non sappiamo più apprezzare e che purtroppo stiamo smarrendo. Trasferire tali concetti in un film non è cosa banale e può rivelarsi un'arma a doppio taglio, a rischio sbadiglio. In questo caso il pericolo prima serata Rai 1 è sempre latente, ma per fortuna c'è Battiston che nei panni di un ispettore fresco di nomina ci delizia con la sua ironia e la sua bravura accompagnato da alcuni personaggi ben caratterizzati; in particolare Teco Celio che interpreta il matto del paese, figura tipica che anche in provincia dalle mie parti non è mai mancata. I suoi sproloqui davanti alle tombe si protraggono più del dovuto, ma glielo si perdona. 
Un discreto esordio con ampi margini di miglioramento per il regista Antonio Padovan, originario di Conegliano, il quale prendendo spunto dal romanzo omonimo, ha voluto rendere un omaggio alla sua terra. All'età di 22 anni doveva restare a New York qualche mese per uno stage, poi la vincita di una borsa di studio grazie ad un corto che aveva girato, gli ha permesso di partecipare a vari festival di settore e iniziare a lavorare nell'ambito del cinema.




LEGENDA VOTI
@ una cagata pazzesca
@½ pessimo
@@ trascurabile
@@½ passabile
@@@ buono
@@@½ da vedere
@@@@ da non perdere
@@@@½ cult
@@@@@ capolavoro

12 commenti:

  1. Non l'ho visto ma ho un padre che è praticamente un cultore di Prosecco (di vino in generale) e negli ultimi tempi c'è la cantina piena.

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    1. Un tempo anch'io, da qualche anno vado più che altro a birra.

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  2. Ne avevo sentito parlare male ma questa tua rece, mi ha incuriosita... andrò a vederlo :)

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    1. Diciamo che le 3 teiere sono un po' di manica larga vuoi per l'intento apprezzabile, vuoi come opera prima. In generale ho letto più cose positive e sono d'accordo anche se alcune sequenze, come ho scritto, sono mooolto lente.

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  3. Senza avere visto il film una teiera se la merita solo per il titolo. E' questo il messaggio che porta, no?
    Buon brindisi a tutti.

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  4. Avevo letto il libro, che non mi aveva entusiasmato... di conseguenza ho ignorato il film. Che, mi pare di capire, abbia gli stessi problemi del romanzo. Se non altro è coerente!

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    1. Non l'ho letto, però in effetti anche tutti questi scrittori di gialli... cominciano ad essere veramente tanti; del resto come gli scrittori in generale che ormai stanno raggiungendo un numero superiore a quello dei lettori!

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  5. Comunque ben vengano film come questo!
    E alla salute !

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    1. Salute anche al cinema italiano che negli ultimi anni si è ripreso.

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  6. Concordo con te sul fatto che il cinema italico sia in buona salute, confermata da film come questo, che come sai ho amato. Ho letto il romanzo dopo il film e intervistato l'autore, che ha pure collaborato alla scrittura del film. Fa parte di un Veneto critico, come me, contro lo sviluppo veloce, contro l'agricoltura e la vita intensiva. Certo, le buone intenzioni spesso non vogliono dire riuscita sul piano artistico, ma qui credo di sì, quindi concordo con le tue 3 teiere (ovviamente piene di prosecco).

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    1. Non ho letto il romanzo ma viste le tematiche (che condivido) e l'ambientazione non penso fosse così semplice da adattare alla forma cinema.

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