Spesso me lo sono chiesto, perché quando pensavo ai miei genitori e in particolare a mio padre mi assaliva l'angoscia di ritrovarmi nella stessa situazione. Quando sono cresciuto io, la frattura generazionale era talmente netta che andando a frugare nei ricordi delle mie esperienze, non c'è quasi di nulla di condiviso o che mi sia stato trasmesso. Suonare, la passione per la musica, per i fumetti, i miei viaggi, le letture per cui mi entusiasmavo: un universo sconosciuto. Chi non ha avuto i genitori nati nel periodo della guerra forse non si rende conto delle distanze di cui sto parlando. Non ne faccio nessuna colpa, ma è un dato di fatto. Questi pensieri si sono di nuovo messi in moto nell'ascoltare mio figlio che proponeva la sua musica alla radio.
Pensieri ben presto di soddisfazione, perché qualcosa (o forse più) è passato. Il tanto tempo trascorso insieme giocando, leggendo libri, viaggiando e poi discutendo di cinema e musica, è stato un periodo straordinario nonostante i problemi e i litigi fisiologici. Un percorso da equilibristi, in bilico tra la tentazione di proteggere, l'entusiasmo di trasmettere le proprie passioni e la necessità di trovare le giuste distanze. I nostri vinili sono diventati i suoi, ma la strada intrapresa ormai è solo sua.
Comprendo le situazioni perché simili alle mie. Ho anche altre cose che ho condiviso e nel suo piccolo mio padre ce l'ha messa tutta. Mia madre mi ha trasmesso la passione per la lettura, i film e la musica.
RispondiEliminaDevo dire che entrambi mi hanno lasciato carta bianca sugli interessi e gliene ne sono grato.
Ora con i miei figli ho e condivido tanto senza insistere: bello ma tanto bello.
Un abbraccio ideale.
"Senza insistere" E credimi, non è facile.
EliminaSe no si bruciano le tappe per ansia o fanatismo.
Certamente non sarebbe libertà di scelta.
EliminaAh scordavo anche i fumetti...
Scordavo bel post b
RispondiElimina"Il tanto tempo trascorso insieme giocando, leggendo libri, viaggiando e poi discutendo di cinema e musica, è stato un periodo fertile e straordinario". Ecco, Lucien, questo giustifica e forse assolve il tutto. Spero tanto che un giorno - parlando del rapporto coi miei figli - possa anch'io scrivere un post così.
RispondiEliminaTempo trascorso che è tempo guadagnato.
EliminaTe lo auguro.
Bello sarebbe che anche tuo figlio ti trasmettesse qualcosa che tu non conosci e non sai.
RispondiEliminaDa qualche tempo succede sempre più spesso.
EliminaNon ho figli e quindi nulla da trasmettere, se non a chi ho comunque intorno; ma certo è diverso, meno "comunicativo", meno forte immagino, e anche con aspettative diverse.. ma non smetto di imparare e correggermi. Fondamentale.
RispondiEliminaQuello sempre!
EliminaIl mestiere di genitore è difficile, caro Lucien..Solo ora ce ne rendiamo conto. A me è successo invece di suonare, viaggiare ed essere persino alunno a scuola di mio padre e ne ho un gran bel ricordo.. Con i miei figli non è successo lo stesso però conto di recuperare.Un affettuoso saluto.
RispondiEliminaRecupera e goditi il tempo da passare insieme.
EliminaUn abbraccio
Ma da quanto tempo non ti leggevo?
RispondiEliminaTra noi e i nostri genitori c'era un abisso per quanto concerne gli interessi, forse c'era una totale incapacità di comunicare e di accettare la differenza. Adesso il divario generazionale non è più così marcato... vabbè io non ho figli, ma mi rendo conto che è molto diverso.
Era così! Scusa la pubblicazione in ritardo del commento: non so come mi era sfuggito!
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