Con l'estate è tornata la voglia di immergersi nelle letture che avevo in sospeso. In pochi pomeriggi, sotto il pergolato del mio cortile, ho finito questo libro che mi ha appassionato. Quando c'è di mezzo Arthur Rimbaud (amore incontenibile che mi spinse a viaggiare all'avventura tra l'Europa e il Nord Africa) non posso resistere.
La potenza della poesia e il coraggio di affrontare le sfide che l'esistenza ci sottopone; l'arte della fuga e del ritorno sulle tracce del poeta maledetto per eccellenza, fanno da contrappunto alle vite dei protagonisti di questo romanzo avvincente. Quattro storie parallele, narrate ciascuna in prima persona, che si incrociano per convergere verso un'unica destinazione: dall'Europa alla Colombia odierna tra guerriglia e pacificazione. Ritorno alla buia valle mi ha conquistato per i temi contemporanei e universali che affronta: il terrorismo islamico, la globalizzazione, il narcotraffico, la xenofobia, la violenza nei confronti delle donne.
La poesia protegge le persone e le salva... ma accade che i poeti vengano ascoltati sempre di meno. La letteratura ci consente di moltiplicare quella meravigliosa sensazione di vivere, e anche di farlo in tutte le direzioni: verso il passato o il futuro, in altre regioni, lasciandoci cambiare genere, storia o condizione.
Anche io penso di leggerlo. Sono abbonato a Left ed è stata questa intervista a trasmettermi la voglia di leggerlo.
RispondiEliminaSembra quasi una sceneggiatura. Nelle mani giuste potrebbe anche diventare qualcosa di altrettanto potente: una serie, un film. Rimbaud è stato "trattato" in maniera scadente al cinema.
EliminaTanti anni fa lessi un racconto di Gamboa. Era incluso in un libro intitolato "Racconti senza patria". Mi piacque.
RispondiEliminaE' il suo primo libro che leggo: molto duro, ma anche con sprazzi di poesia illuminante.
EliminaTI consiglio "la lepre della patagonia", l'autobiografia di Claude Lanzmann
RispondiEliminaGrazie, prendo nota!
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