L'idiozia è dilagante: dopo le polemiche demenziali di Sanremo, è arrivata anche la proposta di legge sulla quota italiana obbligatoria di canzoni alle radio. Già ora io ascolto poco e niente le radio nazionali perché ti ammazzano di musica di merda e pubblicità; infatti, a quanto pare, le cinque principali emittenti già trasmettono il 50% di musica fatta in Italia, per cui come sempre ai piani alti sono anche male informati.
E se anche non fosse? Con una norma del genere si potrebbe ascoltare più musica alternativa e di qualità o dosi ancora più massicce di letame sonoro? Già solo il titolo della proposta di legge sa di ventennio: “Disposizioni in materia di programmazione radiofonica della produzione musicale italiana”. Chi ha memoria o ha studiato un po' di storia sa che è successo: si comincia così, poi arriva l'obbligo di utilizzare il termine brioscia invece di brioche, insalata tricolore invece che insalata russa e via dicendo; in un cerchio che si stringe lentamente prima verso l'omologazione e poi in territori abbastanza pericolosi da MinCulPop. E chi non dovesse rispettare le quote? A chi sostiene che in Francia esiste questa forma di tutela, ribatto che l'Italia ahimè non è la Francia; anche se bisogna ammettere che a livello musicale non c'è gara (a nostro vantaggio).
E se anche non fosse? Con una norma del genere si potrebbe ascoltare più musica alternativa e di qualità o dosi ancora più massicce di letame sonoro? Già solo il titolo della proposta di legge sa di ventennio: “Disposizioni in materia di programmazione radiofonica della produzione musicale italiana”. Chi ha memoria o ha studiato un po' di storia sa che è successo: si comincia così, poi arriva l'obbligo di utilizzare il termine brioscia invece di brioche, insalata tricolore invece che insalata russa e via dicendo; in un cerchio che si stringe lentamente prima verso l'omologazione e poi in territori abbastanza pericolosi da MinCulPop. E chi non dovesse rispettare le quote? A chi sostiene che in Francia esiste questa forma di tutela, ribatto che l'Italia ahimè non è la Francia; anche se bisogna ammettere che a livello musicale non c'è gara (a nostro vantaggio).
Prepariamoci quindi ad una stagione gloriosa con i nuovi Sandy Marton (anche se era di Zagabria l'abbiamo adottato con entusiasmo), Sabrina Salerno, Via Verdi e DJ Francesco, per citare alcuni dei talenti lanciati dall'autore di Gioca jouer.
Ciao ...sta sicuro che non diventerà mai legge!
RispondiEliminaProbabile che vada ad aggiungersi a una delle tante proposte ridicole, come quella del ritorno del servizio di leva militare.
Eliminadovesse entrare in vigore penso che si finirà sempre e soltanto per una radio a metà fra "Bei vecchi tempi andati" e la solita roba commerciale.
RispondiEliminaUn'assurdità, come se ascoltare più musica nazionale faccia diventare più "italiani"
EliminaIntanto comincia con darmi "del voi"
RispondiEliminaAh, perché no! :)
EliminaAscolto solo Radio Tre e lì di musica commerciale nemmeno l'ombra. La proposta mi pare molto più che demente, ovviamente. Immagino sia solo la solita cretinata degli attuali governanti cretini.
RispondiEliminaSu Radio Tre ci sono un paio di programmi musicali che quando capita ascolto volentieri: L'idealista e Sei gradi.
EliminaPrendendo spunto dalla tua legenda voti direi "Una cagata pazzesca."
RispondiEliminaHanno la laurea in questa specialità!
EliminaMah.
RispondiEliminaResistere.