giovedì 14 marzo 2019

Cult album: Alan Sorrenti e gli anni dei cantautori

I più giovani forse conoscono solo la parte di carriera fighetta con il successo commerciale di Figli delle Stelle, ma i primi tre album di Alan Sorrenti (1972-73-74) sono di un livello notevole con fior fiore di musicisti come Jean Luc Ponty (violino) e David Jackson dei Van Der Graaf Generator al flauto. Aria poi fu un esordio visionario: uno dei dischi più alti della stagione prog-folk e cantautorale. Harvest (storica etichetta fondata nel 1969) lo mandò in tour con i Pink Floyd per alcuni concerti. Vorrei incontrarti, prima traccia del lato B, è stata una delle prime canzoni che ho imparato a suonare con la chitarra e resta ancora oggi una delle più belle e toccanti ballate intimiste della musica italiana. Alan Sorrenti può essere considerato un cantautore sui generis, ma volendo fare una panoramica generale su quegli anni centrali del decennio '70, abbiamo una serie di album che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della musica italiana: una produzione eccezionale che ha nutrito la mia generazione. Si suonava sempre e ovunque, in ogni luogo e situazione; così fino al 1977, anno che rappresenta uno spartiacque oltre che un momento di rottura. Con l'esplosione del punk e di tutto ciò che ne conseguì, si passò in un amen dalla chitarra acustica a quella elettrica. Non dico che rinnegai i cantautori e con loro un'intera stagione, però li dimenticai in un angolo, per poi recuperarne il valore e comprenderne anche meglio i testi in età più adulta.

I miei preferiti di quel periodo
Giorgio Gaber - Far finta di essere sani (1973)
Fabrizio De André - Storia di un impiegato (1973)
Lucio Battisti - Anima Latina (1974)
Francesco De Gregori - Rimmel (1975)
Edoardo Bennato - Io che non sono l'imperatore (1975)
Claudio Lolli - Ho visto anche degli zingari felici (1976)
Francesco Guccini - Via Paolo Fabbri 43 (1976)
Eugenio Finardi - Sugo (1976)
Ivan Graziani - I Lupi (1977)
Lucio Dalla - Com'è profondo il mare (1977)

14 commenti:

  1. Ti quoto in toto, pur non avendo vissuto direttamente quel passaggio epocale. I dischi che citi, in parte gli ho ascoltati tramite mio fratellino maggiore, che più o meno ha la tua età, e parte anche per riedizioni come Ho visto anche degli zingari felici, rifatto da Lolli con Il parto delle nuvole pesanti, o la stupenda Vorrei incontrarti rifatta dai La Crus in Crocevia (dove ci sono altri pezzi storici, che tu citi, se non ricordo male), o Com'è profondo il mare, rifatta da un gruppo underground con miei amici delle scuole ... ma fai bene a ricordare che Alan Sorrenti è stato molto di più del pop orecchiabile per il quale è ricordato. Grazie, ora me l'ascolto con immenso piacere ...

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    1. Sono curioso di ascoltare la versione di La Crus: non l'ho mai sentita.

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    2. Mi piace un sacco, come la versione che ne ha fatto anche Femina Ridens, che mi ha ricordato Elle, dicendomi che quel pezzo l'hanno fatto diversi gruppi. Strana sorte ... ma anche no. Le vie della musica vera sono infinite.

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  2. Possiedo il vinile (anche "Come un vecchio incensiere...") e li tengo come perle preziose (e introvabili). Avevo quattordici anni (sono del '59) quando mi infatuai di "Aria" e dopo 46anni provo ancora lo stesso sentimento.

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    1. Li ho ancora anch'io tutti e tre i vinili. Io ho un anno di meno, alla sera ascoltavo sempre Supersonic e Popoff alla radio e Alan Sorrenti lo scoprii proprio lì come tanti altri. Mi ricordo ancora il pezzo: "Sulla cima del mondo". (Aria era già uscito da un paio d'anni).

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  3. Qualche volta, in classe, nomino alcuni di questi nomi come esempio di cantautorato doc. Mi fa male notare i loro sguardi persi e imbarazzati. Nessuno li ha mai ascoltati.

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    1. Una generazione molto lontana dalla loro e poi dipende molto dalla musica che si ascolta nelle case. Mio figlio qualcosa ha raccolto anche se poi giustamente ha sviluppato i suoi di gusti ed interessi.

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  4. Sono i dischi di mio padre e dei suoi due fratelli. Devo confessarti che faccio un po' fatica ad ascoltarli dall'inizio alla fine, anche se sto riscoprendo il Dalla del disco che dici tu e poi quello che si intitola Dalla. Mio padre era un Rolling Stones, suo fratello maggiore era un Beatles, quello nato nel '54 una via di mezzo verso la disillusione.

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    1. A parte due, per intero anch'io ormai da tempo non li ascolto più. Però a volte mi viene voglia di riascoltare o strimpellare qualche canzone in qua e là.

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  5. Meraviglia il primo album di Alan.
    La versione dei La Crus la trovi in Crocevia del 2001. Vari cantautori da te citati nel post.


    https://www.discogs.com/La-Crus-Crocevia/release/3695365

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    1. A me piace molto anche il 3° omonimo (quello dove c'è dicitencello vuje). Nonostante la critica lo consideri più commerciale, ci sono delle bellissime canzoni.

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  6. Su Alan Sorrenti non sono così convinto, ma quanto ai tuoi "preferiti di quel periodo", standing ovation!

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    1. Beh, c'è solo l'imbarazzo della scelta, soprattutto come autori del calibro di Dalla, De André, De Gregori...

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