Uscire dal cinema con una sensazione di appagamento; purtroppo non capita più molto spesso. Dopo la visione di Martin Eden la sensazione è stata questa: suddivisa in tre parti eguali tra occhi, cuore e cervello. Ispirandosi liberamente al romanzo omonimo di Jack London, il regista casertano Pietro Marcella realizza un'opera universale, mostrando l'evoluzione del protagonista da ragazzo a uomo attraverso l'emancipazione che si riesce a conquistare grazie alla cultura e all'istruzione. Lo fa, dal mio punto di vista, in una prospettiva che non assomiglia a niente di già visto al cinema. Dalla San Francisco di inizio novecento la storia viene riadattata in una Napoli dei primi decenni del secolo in cui l'orizzonte temporale viene disseminato con elementi anacronistici (arredi, auto moderne, oggetti appartenenti ad epoche differenti) e filmati d'archivio. Un campo d'azione dilatato che ha per protagonista un'incredibile Luca Marinelli nei panni di Martin Eden, marinaio semi-analfabeta affamato di conoscenza, che cresciuto nella miseria, investe tutte le sue risorse umane per colmare il divario intellettuale che lo divide dalla famiglia alto-borghese della ragazza di cui si è innamorato. Saranno proprio la consapevolezza acquisita e la comprensione delle questioni politico-sociali che hanno attraversato tutto il novecento, che lo porteranno ad una sorta di disillusione nonostante il nuovo status sociale ed intellettuale raggiunto attraverso il successo letterario.
“Adesso tutti mi cercate. Ma prima scrivevo le stesse cose e non mi voleva nessuno. Erano le stesse cose!
Mi aspetto molto da questo film, dopo questa tua rece più che entusiastica. Mercoledì scorso la cassiera dove andiamo al cinema (siamo andati a vedere 5 è il numero perfetto, che ti consiglio), ci ha detto che era di imminente uscita Martin Eden. Voleremo al cinema questo mercoledì. Il clima già autunnale invita e le buone uscite non mancano.
RispondiEliminaBella sorpresa. Pensa che io non conoscevo il romanzo e sono andato praticamente a scatola chiusa. Mi appunto il tuo titolo. Questo è sempre uno dei periodi migliori dell'anno perché oltre a Venezia escono anche diversi film di Cannes.
EliminaSì, periodo pieno, e, quanto al libro, l'abbiamo ordinato in biblioteca dopo la visione del film ieri, che confermo splendido, con un grande Luca Marinelli ormai entrato nei nostri cuori (è sempre lui, eppure fa personaggi e film diversi ogni volta). Martin Eden mi piace perché è reale e allo stesso tempo fiabesco, potremmo dire realismo magico, e il cineasta, che non conoscevo, un nuovo F ... ma lasciamo crescere e speriamo faccia altri film presto.
Eliminap.s.
grande il disco de la Metralli, che adoro da sempre ... spero presto in palude :)
Contento ti sia piaciuto e considerato che si tratta di un regista abbastanza giovane, ho grandi aspettative.
EliminaCorrerò a vederlo. Marinelli sempre immenso.
RispondiEliminaGrande soddisfazione al ritorno in auto nel sentire per radio proprio la sua voce in diretta mentre riceveva il premio.
EliminaHo letto il romanzo quando ero ragazzina.
RispondiEliminaVedrò il film con lo splendido Marinelli e poi rileggerò il romanzo.
Varrà la pena in entrambi i casi.
Sarà un piacere seguirti da oggi in poi.
Ho letto diversi romanzi di J. London ma questo non conoscevo.
EliminaGrazie, sarà un piacere.
Questo vorrei vederlo!
RispondiEliminaApprofittane perché resterà ancora qualche giorno.
Eliminaa me invece dopo aver visto alcuni spezzoni non è che mi ha entusiasmato particolarmente ... e sono un cultore di London e Martin Eden... poi magari lo guardo e mi piace.
RispondiEliminaIo non conoscevo il libro e sapevo pochissimo del film e devo dire che mi ha colpito.
EliminaLa tua recensione ha confermato il proposito di vederlo appena giunge da queste parti.
RispondiEliminaGrazie
👌
EliminaSono molto timorosa di vedere un film tratto da un romanzo che mi piace molto. Martin Eden, appunto, fa parte di quei romanzi che mi sono piaciuti parecchio.
RispondiEliminaTimorosa perché vi è il rischio di una delusione... in passato è successo.
Lo so, coi libri succede spesso. In questo caso è molto cambiato il contesto e forse è meglio così.
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