Continua la visione a casa di ottimi film che sarebbero dovuti uscire in sala. Finalmente, dopo mesi che l'aspettavo, ho visto l'esordio al cinema di Melina Matsoukas regista cresciuta nel Bronx: padre per metà greco e metà ebraico; madre di origine afro-cubana e afro-giamaicana. Si tratta di un road movie politico d'altri tempi; la tematica però resta sempre attualissima, visto l'episodio brutale avvenuto pochi giorni fa a Minneapolis.
Presentato al Torino film festival, racconta la storia di due ragazzi che al loro primo appuntamento in Ohio, vengono fermati dalla polizia per una infrazione stradale minore. La situazione precipita, con risultati imprevisti e tragici. Terrorizzati per le loro vite, l’uomo, che fa il commesso in un negozio e la donna, avvocato penalista, sono costretti a fuggire ma l’accaduto viene filmato, il video diventa virale con tutte le conseguenze del caso e con l'America che si schiera.
Linguaggio e fotografia spesso virano verso il videoclip (mondo da cui proviene la regista) ma nelle due ore ci si appassiona per la fuga di questi due ragazzi. Nonostante qualche situazione forzata, l'estetica e la forza delle immagini sono notevoli. Un film che fa male e fa riflettere.