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lunedì 11 maggio 2020
Compie 40 anni il capolavoro della new wave italiana
Inverno 1980/81
Frequentavo l'università a Bologna e uscendo una sera dal mio appartamento in via Sant'Isaia per fare un giro in centro, scoprii per caso il Punkreas, un locale ricavato in una cantina. Entrai e in apparenza pareva una delle tante tipiche osterie di Bologna, ma mi sbagliavo. Dopo pochi minuti il locale underground cominciò a riempirsi di ragazzi e ragazze che dall'aspetto non parevano i tipici frequentatori di osterie. Quella sera suonavano i Gaznevada, gruppo bolognese a me allora sconosciuto, probabilmente in una delle prime uscite di una certa importanza. Suonarono brani dei Ramones, ma anche pezzi loro e malgrado emergesse qualche limite tecnico, si intuiva che stava nascendo qualcosa di nuovo partorito dalla Bologna del '77 di Radio Alice, del movimento e della cultura alternativa, ora già post-punk. Ci si avviava verso territori comunicativi inesplorati che avrebbero portato alla luce personaggi geniali come Andrea Pazienza ( a cui piacevano) e Scozzari. Un'onda che aveva già fatto emergere un gruppo cult come gli Skiantos. Da quella sera il Punkreas fu un appuntamento fisso di quell'inverno bolognese. L'anno dopo comprai il loro primo album Sick Soundtrack e constatai che i ragazzi erano non poco migliorati. Abbandonati gli esordi in stile Ramones, i Gaznevada partorirono qualcosa di unico per il panorama ammuffito della musica italiana di quegli anni, creando una nuova prospettiva musicale...Erano i figli del post punk americano e furono bravissimi, autentici surfisti dell'immaginario a prendere l'onda buona della new wave adattandola alla fantasia nostrana che rifletteva nell'universo rock la parte creativa del movimento bolognese del '77. "Sick Soundtrack", primo LP dei Gaznevada, era un ingorgo stupefacente di intuizioni fra Devo e Contortions ('Going Underground'), Talking Heads (Oil Tubes), no wave newyorkese, psichedelia... (Flavio Brighenti).
Nel giro di pochi anni furono purtroppo fagocitati e integrati dal business musicale e probabilmente anche dall'eroina. Comparvero qualche volta in TV in versione synth pop, specie quando uscì il singolo I.C. Love Affair (rispetto ad altre schifezze del periodo non era neanche male), che diventò una hit dance degli anni '80.
Mi ricordo qualcuno, ma non mi viene in mente chi ... Comunque sei uscito vivo dagli anni '80, e ciò che conta (speriamo di uscire vivi anche dal 2020).
Diciamo di sì: niente casco, né cinture, bagni nel fiume da ragazzini; poi droghe pesanti a fiumi che circolavano... Quanti amici e conoscenti ci hanno lasciato le penne, soprattutto in moto!
Volevo scrivere "mi ricordi qualcuno", nel senso, la tua foto, ma non mi è venuto ancora in mente chi 🎃 . p.s. nonostante tutto, puoi dire formidabili quegli anni.
😎 Ho visto che hai visto "Favolacce", lo volevamo vedere pure noi, c'è su Tim Vision a pagamento. Ne vale la pena? Ne avevamo sentito parlare bene a Berlino 2020 (l'ultimo festival dell'umanità, per ora...).
Forse avevo delle aspettative troppo alte ma non mi ha convinto del tutto. Probabilmente penalizzato dal piccolo schermo, comunque molto ostico. Durissimo e poetico allo stesso tempo.
Che bel giovanotto!!!
RispondiEliminaI Gaz davvero forti.
Giovanotto fresco di rasatura: dai capelli sulle spalle, a 3 mm. con shock di parenti e conoscenti.
EliminaMi ricordo qualcuno, ma non mi viene in mente chi ...
RispondiEliminaComunque sei uscito vivo dagli anni '80, e ciò che conta (speriamo di uscire vivi anche dal 2020).
Diciamo di sì: niente casco, né cinture, bagni nel fiume da ragazzini; poi droghe pesanti a fiumi che circolavano...
EliminaQuanti amici e conoscenti ci hanno lasciato le penne, soprattutto in moto!
Volevo scrivere "mi ricordi qualcuno", nel senso, la tua foto, ma non mi è venuto ancora in mente chi 🎃 .
Eliminap.s.
nonostante tutto, puoi dire formidabili quegli anni.
Credo sia un tipo che dice di volare su una teiera.
Elimina😎
EliminaHo visto che hai visto "Favolacce", lo volevamo vedere pure noi, c'è su Tim Vision a pagamento. Ne vale la pena? Ne avevamo sentito parlare bene a Berlino 2020 (l'ultimo festival dell'umanità, per ora...).
Forse avevo delle aspettative troppo alte ma non mi ha convinto del tutto. Probabilmente penalizzato dal piccolo schermo, comunque molto ostico. Durissimo e poetico allo stesso tempo.
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