Purtroppo ho appreso che Nannucci, il negozio storico di dischi nel centro di Bologna, chiuderà i battenti. Nato nel 1936, è il più antico d'Italia, noto a molti appassionati di musica non solo della regione; negli anni '70 si fece un nome grazie al vasto catalogo di dischi di importazione. E' stato una mia meta di pellegrinaggio da tempi remoti: a volte si partiva in treno per Bologna con il solo scopo di varcare quella porta e spendere ogni risparmio, ma i soldi non bastavano mai. Durante il periodo dell'università ci passavo pomeriggi interi a stressare le commesse per ascoltare nelle cabine gli LP che non mi potevo permettere. In verità in seguito, quando ho cominciato a guadagnare qualche soldo, ci ho lasciato un discreto patrimonio. A quanto pare Nannucci chiuderà a metà aprile: è già stato firmato un accordo di mobilità con i 9 dipendenti. Certo la rete è fantastica, però tutto questo dà proprio la sensazione della fine di un'era. Fra qualche anno avremo un mondo musicale fatto solo di files? Che tristezza!
Il primo disco acquistato da Nannucci: Q. Are we not men? - Devo. Se la memoria non mi tradisce.
Voci di clienti raccolte in negozio da RCDCIl primo disco acquistato da Nannucci: Q. Are we not men? - Devo. Se la memoria non mi tradisce.
L'unico negozio di cui mi fidavo nel settore vendite per corrispondenza.
RispondiElimina...è un segno dei tempi. Ora il vero passo successivo sarà la vedita diretta tra artista e cliente. Solo in questo modo la discografia troverà nuovi equilibri.
sai quando leggi una cosa e ti dici: "ma io sta cosa l'ho già letta da qualche parte..."
RispondiEliminaun ora dopo sono riuscito a trovare il benemerito bandolo...
http://inkiostro.splinder.com/post/19980749/Down+the+rabbit+hole
Nooooooooooo, Nannucci noooo... questa è dura da mandare giù...
RispondiEliminastessa cosa per me un po' di tempo fa qui a roma con disfunzioni musicali...
RispondiEliminaOh Kazz! Feci una trasferta una ventina d'anni fa per comprare un pò di vinili. A quei tempi c'erano delle vere e prorie Mecca dei dischi: Carù, Disfunzioni Musicali, Contempo, Revolver, Millerecords e poi Sweet Music e Top ten per corrispondenza. A Nannucci mi ricordo che acquistai "Slow Turning" di Hiatt, "How will the wolf survive?" dei Los Lobos, "Iron man" di Townshend e due "bucati" dei Del Fuegos. Mi dispiace.E le sorelle che faranno adesso?
RispondiEliminaDopo quella della chiusura di Touch & Go questa è la notizia peggiore che potesse arrivare dal mondo della musica
RispondiEliminaSiamo nel bel mezzo (o brutto) di una rivoluzione tecnologica che plasma un nuovo mondo. Banale? Ovvio? Meglio esserne consapevoli e inventarsi qualcosa di nuovo: l'artista artigiano che vende direttamente dal suo sito la sua musica sembra la strada. Se ci sarà ancora energia per far girare i nostri pc...
RispondiEliminaNannucci con il suo catalogo lo conoscevamo bene anche nella Napoli della metà anni ottanta.Devo averci ordinato anche dei dischi se non ricordo male.Ma,ahimè,è passato tanto di quel tempo.....
RispondiEliminaI Devo....me li ero quasi dimenticati.Peek a boo? :)
Ne avevo letto...Peccato. Nella mia città allo stato resiste uno solo dei negozi storici, non so per quanto. E' la fine di un'era (a dir la verità è finita da un po' di tempo). Quale sarà la strada nel futuro allo stato non si può sapere. Certo il futuro non sarà myspace, questa è una cazzata, myspace è solo un modo per farsi conoscere in ambito mediamente ristretti (ma avete visto quanto pattume c'è su my space? impossibile scovare la qualità)non un canale commerciale serio. Vedremo, io credo che il mercato si frantumerà ulteriormente ancora per un po' di tempo e poi o ci sarà una qualche forma di ritorno all'antico, o sarà la frammentazione continua e perpetua, un pulviscolo di gente qualsiasi che venderà le sue due copie agli amici, e se là in mezzo dovessero rinascere i Beatles o Pink o i Led Zeppelin, ci sarà il serio rischi che nessuno se ne accorga.
RispondiEliminaciao, silvano.
@ Silvano:
RispondiEliminaIn effetti è un rischio possibile. Ad un certo punto nel marasma, il passaparola o la rete forse non basteranno più a far emergere chi vale qualcosa. Già adesso ci sono momenti in cui vado in confusione di fronte alla mille sollecitazioni e novità musicali, fra blog, myspace e siti vari. Fondamentale è imparare a selezionare le fonti, come per qualsiasi tipo di informazione che si va a cercare in rete. Chiediamo però che vengano istituite le giornate di 28 ore.
Proprio ieri parlavo con un amico di alcuni 45 giri che ho risalenti ai tempi delle elementari...
RispondiEliminaUn bacione e buona domenica
Già, peccato peccato. Prima hanno chiuso gli alimentari e le Latterie, poi i negozi di dischi. Da Nanucci ho ordinato per anni e quando passavo per La Grassa un saltino là era debito. Globa Globalizazion! Ma non globalizzeranno mai i ricordi e le sensazioni.
RispondiEliminaUn saluto a te, Luka.
Bentornato Luka.
RispondiEliminaOgni tanto ordinavo qualcosa da Nannucci, il loro catalogo era da sogno per i soldi che non avevo...
RispondiEliminaE' triste, se non sbaglio anche Carù a Gallarate ha chiuso i battenti, non c'è che un modo di fronteggiare lo sterminio, suonare, tornare a suonare in strada, dovunque sia possibile, fare musica, se ne è scaricata troppa in questi anni, abbiamo tutti i computer intasati di mp3 e non ascoltiamo che compilation infinite perdendo il gusto del disco, di quello che un disco racconta nel suo insieme con i pezzi migliori e quelli meno.
RispondiEliminatutta sta musica bisogna farla uscire dal circuito download e portarla in strada, bruciando le nostalgie che chiudono nei ricordi e facendo vivere quello che quei dischi ci hanno raccontato.
George Harrison diceva che il successo di una canzone non è dato da quanti dischi ha venduto, ma da quanta gente la ha suonata e continua a suonarla.
Hasta la vista cayuns!
Mi dispiace per la chiusura di Nannucci, anch'io qualche pellegrinaggio e qualche ordine per corrispondenza l'ho fatto. Mi ritengo fortunato perchè qui a Genova Disco Club resiste dal 1965. Il buon Gian che lo gestisce è riuscito in qualche modo a creare un giusto canale dove rifornire i dischi e una clientela affezionata che, OK, spesso è lì a cazzeggiare, ma poi qualcosa si ordina sempre. Certo, l'età media è piuttosto alta, ma c'è pure un gruppo di universitari piuttosto fedeli. Comunque sono d'accordo che il futuro sarà procurarsi il disco direttamente dall'artista.
RispondiElimina@ Andrea:
RispondiEliminaCazzeggiare nei negozi di dischi è fondamentale!
@: Mario
Tutto vero. A me non piace particolarmente ascoltare compilation