Davide Ceccon |
E intorno a noi il timore e la complicità di un popolo. Quel popolo che disprezzato da regi funzionari ed infidi piemontesi sentiva forte sulla pelle che a noi era negato ogni diritto, anche la dignità di uomini. E chi poteva vendicarli se non noi, accomunati dallo stesso destino? Cafoni anche noi, non più disposti a chinare il capo. Calpestati, come l'erba dagli zoccoli dei cavalli, calpestati ci vendicammo. Molti, molti si illusero di poterci usare per le rivoluzioni. Le loro rivoluzioni. Ma libertà non è cambiare padrone. Non è parola vana ed astratta. È dire senza timore, È MIO, e sentire forte il possesso di qualcosa, a cominciare dall'anima. È vivere di ciò che si ama. Vento forte ed impetuoso, in ogni generazione rinasce. Così è stato, e così sempre sarà.
Carmine Crocco, brigante rivoluzionario
Si festeggi pure, ma la domanda è: siamo vicini a un punto di non ritorno? Io spero ancora di no. Però in un paese di disonesti e mafiosi, in cui vanno avanti quasi sempre solo i furbetti e i mediocri, indignarsi non basta più.
Come scrisse Flaiano: In Italia l'unica vera rivoluzione sarebbe una legge uguale per tutti. Insieme ad un po' più di senso civico, aggiungo io; ma quello, purtroppo, è come il coraggio di Don Abbondio.
dispiace dirlo....ma io non so proprio che festeggiare.
RispondiEliminanulla da festeggiare in questa baraonda retorica che volutamente dimentica le uniche cose buone del risorgimento: Pisacane e la repubblica romana!
RispondiEliminaniente da celebrare, niente da festeggiare, da parte mia.
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RispondiEliminaio vado a cercare una bandiera asburgica...
RispondiEliminaChe è qui un covo di "legaioli" ?
RispondiEliminaQuoto Allelimo e bel post a Lucien
Quoto anch'io allelimo.
RispondiEliminaIl concetto di Italia nasce da sempre per fronteggiare qualcuno.
I tedeschi, le nazionali di calcio ai mondiali, la Lega.
Siamo una nazione solo "in combattimento".
Altrimenti ci massacriamo inter nos.
Personalmente sento molto di più il 25 aprile, una data che celebra la libertà, valore che viene decisamente prima dell'unità.
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RispondiEliminaSeguendo la metafora: la mia mamma è la libertà e il mio papà l'uguaglianza. L'unità (importante anche lei ed è giusto festeggiarla) la vedo più come una nonna o una zia.
RispondiEliminaquoto Lucien. La mia festa cade il 25 di Aprile. E non c'entra un piffero la lega.
RispondiEliminaRicorrenza vuota, ad uso e consumo dei potenti del tempo (e poi, perchè non il 20 settembre 1870? ... o la fine della I guerra mondiale, dove l'unità d'Italia è completa, anzi, territorialmente qualcosa di più?). Niente bandiera, ma nessun cedimento regionalista, ma un avanzamento internazionalista. Il 25 aprile è la mia festa (e dura fino al I maggio).
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RispondiEliminaQuoto Allelimo. Penso che esistano mille ragioni per essere orgogliosi di essere italiani.
RispondiEliminaRiassumo: i grandi artisti e scienziati del Rinascimento, gli ideali ancora attuali del risorgimento, la nostra costituzione, le mille culture di ogni disperso paesetto.
E questo dovrebbe bastare: buon anniversario anche ai più scettici!
Non riuscirei a dire le cose meglio di Allelimo. Ne condivido ogni parola (pure sulla mamma e il papà :)).
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