lunedì 14 marzo 2011

Horror economy

Criticato ed elogiato in egual misura il Gioiellino, seconda opera di Molaioli dopo il buon esordio de La Ragazza del lago, ci racconta il baratro verso cui ci stanno portando le corporation e la virtual economy fatta di derivati, bond e grossi stronzi. Lo fa dall'interno mostrando l'implosione della cosiddetta sana provincia attraverso una delle sue aziende simbolo (Leda è il nome di fantasia con tanto di finto sito web) e soprattutto dei suoi dirigenti che coscientemente discendono tutti i gradini dell'abiezione morale mascherata con quei valori come lavoro e famiglia da sempre sbandierati pubblicamente per fottere meglio la gente e continuare a dividersi la torta con i politici e le banche. Raccontare una storia in relazione al crac Parmalat era sicuramente un'operazione difficile, che correva il rischio di cadere nella noia o nel didascalismo; il film invece scorre bene, dosando e sintetizzando in maniera convincente gli aspetti politico-economici che hanno caratterizzato la vicenda, compreso il richiamo ad un  personaggio alle cui barzellette bisogna ridere. 
Azzeccato il ripescaggio di Remo Girone, il vero personaggio horror, perfetto nel ruolo del patron perbenista, superficiale e provinciale, che se ne va in pellegrinaggio nel paese del papa con la moglie devota proprio mentre sta mandando in rovina migliaia di famiglie. Al suo fianco Toni Servillo nell'ingrato ruolo del cinico e  misantropo ragioniere, la vera mente diabolica del colossale raggiro. 

10 commenti:

  1. Soprattutto i grossi stronzi, hai ragione

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  2. e intanto in signor salse e pomodori se ne sta li a parlar di lazio....

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  3. la ragazza del lago è uno dei miei film italiani preferiti in assoluto. questo dev'essere mi sa uno di quei film che ti fa uscire dal cinema più incazzato di quando ci sei entrato (non per la qualità cinematografica ma per la storia)

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  4. @ Baol e Maurizio:
    Quelli trovano sempre il modo di galleggiare.

    @ Marco:
    Dillo al mio amico che era al cinema con me. Lui è proprio uno di quelli a cui la banca aveva rifilato i titoli/carta straccia!

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  5. Penso anch'io che dev'essere un gran film, e penso anch'io che per i riferimenti alla realtà dovrebbero distribuire all'ingresso i sacchettini per il vomito.
    Soprattutto per la scena del pellegrinaggio di m****

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  6. Anch'io l'ho trovato un buon film, ma mi sa che noi due siamo stati tra i pochi blogger che l'hanno recensito= poca gente l'ha visto, come al solito accade con film italiani di questo tipo (cioè validi e di di attualità)

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  7. @ persogiàdisuo
    La questione è anche un'altra: a differenza di quelli stranieri, i film italiani appena escono quasi mai si riescono a scaricare oppure si trovano in versioni indecenti.
    Siamo in pochi ormai ad andare al cinema!

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  8. questo è un genere di film di cui andare fieri, che una volta sapevamo fare, mica quell'abominio che si preannuncia il nuovo film di neri parenti, il titolo manco lo dico, farei offesa a Monicelli e a quei grandi attori che lo recitarono.

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  9. Qualcuno c'è ancora che li fa, ma troppo spesso la critica si diverte a impallinarli immotivatamente.

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  10. L'ho perso solo per problemi di salute, ma se lo recupero una rece la faccio pure sul mio blog ;)

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