giovedì 3 novembre 2011

LP Cover Art: Talking Heads - Remain in light 1980





























Funk, new wave, world music, elettronica e sperimentazione: una combinazione di suoni in grado di cambiare il ritmo dei pensieri. Quando uscì questo disco, la maggior parte delle cose che avevo ascoltato prima mi sembrava inutile e banale.

Anche la copertina è in linea con l'avanguardia musicale rappresentata dai Talking Heads all'inizio degli anni ottanta. L'artwork fu realizzato con il supporto dei computers del Massachusetts Institute of Technology. I volti dei quattro membri della band, in bianco nero su sfondo blu, sono verniciati di rosso, mascherati come terroristi che nascondono la loro identità. Una dicotomia che pone in contrasto il titolo - Rimanere nella luce - con l'aspetto poco rassicurante di Byrne, Frantz, Harrison e Tyna Weymouth.
Nel retro e anche nella busta interna quattro aeroplani rossi con stelle verdi sulle ali volano in formazione sopra le montagne dell'Himalaya. In origine doveva essere questa la facciata principale, poi quando il titolo dell'album venne cambiato (la prima idea, Melody Attack, non convinceva Byrne), l'immagine fu spostata sul retro.

Possiamo perdonare un bambino che ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando gli uomini hanno paura della luce. Platone
I Talking Heads con questo album non solo non hanno avuto paura della luce, ma sono entrati nel suo cuore abbagliando anche tutti coloro che li hanno seguiti, fino all'apoteosi di due concerti indimenticabili a Bologna e Roma nel 1980.




28 commenti:

  1. ..E' la musica che si ascolta oggi. pensata con 30 anni di anticipo..Pura genialità..

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  2. probabilmente il disco che più mi ha influenzato..dopo questo disco e dopo il famoso concerto blogonese la mia idea di musdica non è più stata la stessa..come importanza,per quel che riguarda la mia crescita, il primo insieme a NO NEW YORK,..

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  3. Vi seguo su tutto anche se mi batterò fino alla fine per rivendicare il ruolo di progenitore a Fear of Music.
    Io fu in quell'occasione che "vidi la luce". Ho sempre pensato che lì ebbero l'illuminazione, e che con RIL la portarono alla perfezione.

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  4. mr Hyde:
    Il seguito ideale è "My life in the bush of ghosts"

    @ Brazz:
    Idem, però con "Sandinista".

    @ Diamond Dog:
    Concordo: un disco di cui ho già parlato.

    @ Marco:
    Il lato più nascosto della luce.

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  5. Di loro preferisco More songs.. comunque sull'importanza del disco non si può dire nulla. Il concerto di Bologna fu così bello che, tornato a casa, in fretta e furia misi sul piatto il doppio dal vivo, paragonato però a quello che avevo appena sentito fu (ed è) veramente deludente.

    gianf

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  6. probabile che fear of music,anzim sicuro, abbia aperto e indicato la strada..da questo punto di visyta i zimbra è decisiva..però RIL è la perfezione assoluta,e si pone come anticipazione di my life,in effetti..
    anonimo..di quale doppio dal vivo stai parlando?il doppio live uscì nell '82,per cui tu forse ti riferisci al concerto di Bolgna alle caserme rosse di quell'anno..c'ero,ma ti dico che quello fu davvero pessimo,se paragonato a quello dell'80 al palazzo,con Belew e compagnia
    lucien
    mi sa che posto un pòdel disco da me..giù fatto lo so,ma mi hai fatto venir voglia..

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  7. Se lo cercate in rete si trova il video-live di Roma (la RAI fece le riprese).
    La qualità non è eccelsa, ma neanche malaccio.

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  8. E' molto prezioso, visionario e precursore..grande musica.
    Ho inserito un pezzo (Regiment) nel Collage "talassa" dedicato al Mediterraneo..

    http://soundcloud.com/mrhydemusic#share
    secondo me ti piacerebbe..

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  9. lucien
    il concerto di Roma82 giorni dopo quello che io e te abbiam avuto il culo cosmico di vedere)l'ho postato in tutte le salse nel mio blog,come saprai..mi vien da piangere ogni volta eh
    mr hyde
    regiment è in my life in the bush of ghosts

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  10. Grande album, però la copertina sembra fatta più con un Vic 20 che con i computer del MIT... :)

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  11. @ allelimo:
    Nel 1980 la computer grafica, lasciava molto a desiderare! :)

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  12. Copertina oggettivamente inguardabile, disco da isola deserta, senza se e senza ma.

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  13. Brazz, i talking heads li ho visti al palazzetto, ora resta da capire cosa misi sul piatto.
    Fino a 5 minuti fa ero convinto di averci messo il doppio e invece probabilmente fu proprio remain in light, che paragonato al concerto mi deluse di brutto.
    Comunque la vecchiaia è una brutta bestia ;-)

    gianf

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  14. Yeah, that was a great album. I am viewing your blog because you and I both like Gong. Take care.

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  15. anonimo
    la vecchiaia è una brutta bestia..dillo con me..eh eh..

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  16. Ho il vinile originale.Anni fa,avevo 15 anni, abitavo a Roma.Mi ricordo di un pomeriggio ( il cielo livido e aria di pioggia),in cui convinsi mio padre a portarmi in macchina a comprarlo.Amore a primo ascolto.

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  17. a questo punto sarebbe divertente sapere dove tutti hanno comprato la loro copia di remain in light. Io ovviamente non partecipo, non mi ricordo una mazza :)

    gianf

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  18. Ricordo che nel 1989, appena comprai il lettore, fu il primo CD che entrò in casa mia(il vinile era devastato) insieme a Blaze of Glory di Joe Jackson. Ricordo anche un notevole disappunto perché era difettoso e dovetti tornare nel negozio per sostituirlo.

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  19. non mi ricordo una mazza neppure io,ma vado per deduzione..compravo sempre tutto al disco d'oro a bologna(una capatina ogni 2 settimane circa,un'ora di treno nemmeno)..per cui immagino di averlo preso lì...

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  20. Brazz, anche io andavo sempre al disco d'oro, chissà,magari ci siamo anche incontrati.
    Ancora adesso ogni tanto ci faccio una capatina, tratta ancora un po' di vinile.

    gianf

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  21. anonimo
    allora sei di Bologna,..ci saremo visti sì,è possibile..fatta università lì dal 75 all'80,per cui ci ho abitato..e anche dopo per anni il mio giretto al disco d'oro me lo facevo..dischi e spilline..eh eh

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  22. in questo album c'è il mondo dentro..
    e non scordiamoci del re mida Brian Eno e la chitarra di Adrian Belew

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  23. al concerto talkingheads alle caserme rosse verso la fine mi ritrovai sul palco a ballare di fianco a nona hendrix che sorrideva.. a pensarci.. tiopo che avevo 16 anni.. scolpiti nella testa i concerti di new order al palazzetto, echo & bunnymen, devo, chrome, pere ubu, bauhaus, sound e tanti altri..

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