venerdì 31 agosto 2012

Stagione 2012-13: 5 film da vedere assolutamente al cinema


Prometheus - Ridley Scott (14 sett. 2012)
E' già uscito in tutto il mondo e saremo gli ultimi in assoluto a poterlo vedere grazie alla solita, demenziale distribuzione italiana. Resistere per mesi alle perfette versioni blu-ray con sottotitoli scaricabili comodamente dalla rete è stata dura, ma ormai è quasi fatta.
Anche se Alien e Blade Runner sono un ricordo lontano, R. Scott che torna alla fantascienza (dopo averci tediato con crociate e vinificazioni) è una grande notizia. Magari sarà una delusione; di certo è un'operazione rischiosa, visti i colossi con i quali dovrà inevitabilmente confrontarsi. Il trailer è spettacolare e promettente, ma se per caso dovesse tradire, ci consoleremo con Charlize Theron, sempre più brava e bella: Young Adult, dove è protagonista assoluta, è la migliore commedia dell'anno.

The Master - Paul Thomas Anderson (11 gen 2013)
Attesissima anteprima al festival Venezia. Stravedo per questo regista fin dai tempi di Boogie Night. La storia non riguarderà direttamente scientology, come hanno dichiarato Philip Seymour Hoffman e la produttrice, ma pare che Tom Cruise a fine visione sia rimasto poco contento.
Il film è stato girato con pellicola da 70 mm, il che darà una visione spettacolare, ma anche qualche problema di distribuzione, visto il formato ormai poco diffuso.

Moonrise Kingdom - Wes Anderson (5 dic. 2012)
A differenza del precedente, non ho una gran passione per quest'altro Anderson. Ne apprezzo comunque il talento inimitabile (diversi l'hanno scopiazzato), espresso ai massimi livelli soprattutto ne I Tanenbaum, manifesto stralunato sulla famiglia disfunzionale e sull'incapacità di crescere. Sarà per via della fuga, tema che mi ha sempre affascinato e per il cast (Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Tilda Swinton, Frances McDormand) ma questo nuovo film, ambientato nell'estate del 1965, mi ispira parecchio; vedremo se manterrà le aspettative.

Reality - Matteo Garrone (28 set. 2012)
Dopo aver vinto il premio speciale della giuria a Cannes, finalmente esce anche il film di Garrone. L'unico timore (rischio insito in questo genere di storie) è la scivolata nel solito atto d'accusa contro l'invadenza e la tirannia dei media. Trappola moralistica nella quale il regista pare non sia cascato: "Io e i miei sceneggiatori non avevamo intenti di denuncia sociale, non era questo che ci interessava. Volevamo raccontare una storia che si legasse alla gloriosa tradizione del cinema italiano, stavamo accanto ai personaggi cercando di capirli e di raccontarli con amore e calore"

Django Unchained - Quentin Tarantino (17 gen. 2013)
Ne ho parlato qualche giorno fa: ogni uscita del tarantolato è sempre un evento.

mercoledì 29 agosto 2012

Cult movie: La casa dalle finestre che ridono

Visto il periodo fiacco di nuove uscite, mi sono deciso a recuperare questo film cult del 1976. L'anno prima il pubblico era stato investito da Profondo rosso, (autentico fenomeno mediatico dell'epoca e apice del filone horror all'italiana) mentre Pupi Avati, reduce dal mezzo disastro di Bordella, costato parecchi soldi e sequestrato per oltraggio al pudore, si inventò questa inquietante opera a basso costo che, prendendo a prestito il titolo di una raccolta di Eraldo Baldini, potremmo definire gotico rurale. Ambientato nella bassa ferrarese (fine anni '50 - primi anni '60) il film racconta la storia di un restauratore chiamato da un bizzarro imprenditore locale per ridare splendore ad un affresco ritrovato in una chiesa di campagna, raffigurante il martirio di San Sebastiano, realizzato da un pittore folle morto suicida trent'anni prima. Con la trama mi fermo onde evitare il benché minimo spoiler.
L'originalità di questa storia è indubbiamente legata all'ambientazione: una pianura padana assolata e dark al tempo stesso, dove tutto è visibile ma non è quello che sembra e dove certi segreti è meglio che restino tali. Comacchio e dintorni (a mezz'ora da casa mia), zone dove è stato girato il film, all'epoca e fino agli anni settanta, erano veramente località depresse e poco raccomandabili; zone di frontiera dominate dalle zanzare e dagli indigeni locali.
Notevole è il crescendo angosciante dell'atmosfera, sottolineato dall'incredulità del protagonista (Lino Capolicchio) circondato da personaggi bizzarri e patologicamente disturbati; messo di fronte a verità sconcertanti e ad un orrore sempre più invadente che sgretola le sue certezze e che, in un finale agghiacciante, deflagra clamorosamente. I 36 anni trascorsi rivelano alcune lentezze ed ingenuità che però non svalutano un film che oserei definire unico nel panorama cinematografico nostrano, in grado di trasmettere genuina paura senza ricorrere ai soliti mezzi inflazionati tipici delle pellicole di questo genere.
Le incursioni di Pupi Avati nel filone mistery/horror hanno avuto due repliche: Zeder (1983) con Gabriele Lavia  (chi l'ha visto?) e l'Arcano incantatore (1996), che vidi al cinema ma di cui ricordo ben poco. 



lunedì 27 agosto 2012

I magnifici dieci

1932 - 1950 - 1963 - 1968 - 1971 - 1973 - 1976 - 1979 - 1982 - 1994



















Sight and Sound, la rivista di cinema del British Institute, a partire dal 1952 ogni dieci anni pubblica ed aggiorna la classifica dei migliori film di tutti i tempi chiedendo ogni volta a nuovi critici e registi di compilare la loro lista personale. Quest'anno, tra i tanti, sono stati interpellati Tarantino, Scorsese e Coppola (cliccando sui nomi potete vedere le loro scelte).

 Questa è la classifica 2012 dei critici:
01. Vertigo - La donna che visse due volte di Hitchcock (191 mentions)
02. Citizen Kane - Quarto potere di Orson Welles (157 mentions)
03. Tokyo Story - Viaggio a Tokyo (107 mentions)
04. La Règle du jeu - La regola del gioco di Jean Renoir (100 mentions)
05. Sunrise: A Song of Two Humans - Aurora di F.W. Murnau (93 mentions)
06. 2001: A Space Odyssey - di S. Kubrick (90 mentions)
07. The Searchers - Sentieri Selvaggi di John Ford (78 mentions)
08. Man with a Movie Camera di Dziga Vertov (68 mentions)
09. The Passion of Joan of Arc di C.T. Dreyer (65 mentions)
10.   di Federico Fellini (64 mentions)

Questa è quella dei registi:
01. Tokyo Story (48 mentions)
02. 2001: A Space Odyssey (42 mentions)
02. Citizen Kane (42 mentions)
04.  (40 mentions)
05. Taxi Driver (34 mentions)
06. Apocalypse Now (33 mentions)
07. The Godfather (31 mentions)
07. Vertigo (31 mentions)
09. Mirror (30 mentions)
10. Bicycle Thieves (29 mentions)

Critici notevolmente archeologici, mentre i registi sono un po' più vicini alla nostra epoca.
Come già avrete capito dal collage in alto, non ho resistito al richiamo dei dieci titoli, quelli proprio da portare nell'isola deserta, su un altro pianeta o nell'aldilà sperando esista il paradiso del cinema.

venerdì 24 agosto 2012

Sopravvissuti

thestrut.com






































Circus era un magazine musicale americano attivo dal 1966 al 2006. Nel febbraio del 1970 (mese di uscita di Morrison Hotel, come si nota dall'occhiello in alto a destra) si presentò con titolo e foto piuttosto menagrami. Da lì a pochi mesi, come tutti sanno, due della lista se ne andarono e alla fine quattro su venti non sono sopravvissuti agli anni settanta. Una buona parte, per loro fortuna, hanno superato la rivista.
Alvin Lee – Still Alive
Ray Davies – Still Alive
John Mayall – Still Alive
Mick Jagger – Still Alive
Janis Joplin – Died in 1970
Elvis Presley – Died in 1977
George Harrison – Died in 2001
Ringo Starr – Still Alive
Charlie Watts – Still Alive
Jimmy Page – Still Alive
David Crosby – Still Alive
Johnny Cash – Died in 2003
Pete Townshend – Still Alive
Jim Morrison – Died in 1971
Paul McCartney – Still Alive
Grace Slick – Still Alive
Bob Dylan – Still Alive
John Lennon – Died in 1980
Jimi Hendrix – Died in 1970
Johnny Winter – Still Alive


A proposito di riviste musicali, nei primi anni delle superiori compravo Ciao 2001 (una parete della mia camera completamente tappezzata di posters) poi abbandonato per passare a Muzak e Gong. Dal 1980, anno in cui cominciai a suonare, non ho quasi più comprato riviste musicali; in compenso non mi perdevo un'uscita di Frigidaire e passavo pomeriggi interi da Nannucci e al Disco d'Oro: due pushers a cui ho lasciato una fortuna. In un certo senso sono sopravvissuto anch'io (agli '80 però).
 

lunedì 20 agosto 2012

Occhiali cult al cinema (1962 - 2012)


















Da quelli maliziosi di Lolita, ai classici scuri dei Blues Brothers; dai Ray-Ban di Peter Fonda a quelli dei gangsters in Reservoir Dog (Le Iene): gli occhiali che hanno segnato cinquant'anni di storia del cinema.
Da Founditemclothing



giovedì 16 agosto 2012

Spaghetti western

In dialetto romagnolo li chiamavano I caplo'  (I cappelloni). Da bambino, nella sala di fianco a casa, ogni domenica pomeriggio c'era la doppia proiezione che prevedeva sempre un western e anch'io, come Tarantino, sono cresciuto con quell'immaginario (senza però sapere le battute a memoria come lui). Ne ho visti talmente tanti che da grande per parecchi anni ho avuto il rifiuto. Un digiuno durato fino al 1990, anno di uscita di Balla coi lupi.
Dopo aver esplorato altri campi, per Tarantino è arrivato il momento di applicare la sua geniale abilità metacinematografica anche a questo glorioso genere con Django Unchained. Tutta la troupe ha dovuto vedere il Django originale del 1966 con Franco Nero (presente con un cameo nel film). Penso ci sarà da divertirsi; spero almeno quanto Bastardi senza gloria. La data da segnare è il 17 gennaio 2013.

Nell'intro del film di Corbucci del 1974 gli spaghetti western erano già al crepuscolo, ma nel monologo della donna è condensato in un minuto un omaggio alla storia del genere in un diluvio di citazioni:
Per un pugno di dollari - Sergio Leone, 1964
Per qualche dollaro in più - Sergio Leone, 1965
Vamos a matar companeros - Sergio Corbucci, 1970
Il buono, il brutto, il cattivo - Sergio Leone, 1966
Giù la testa - Sergio Leone, 1971
La resa dei conti - Sergio Sollima, 1967
Il mio nome è nessuno - Tonino Valerii, 1973
Faccia a faccia - Sergio Sollima, 1967
Un dollaro a testa (Navajo Joe) - Sergio Corbucci, 1966
O'Cangaceiro - Giovanni Fago, 1969
Il mucchio selvaggio - Sam Peckinpah, 1969 (unico non italiano citato)
Un dollaro bucato - Giorgio Ferroni, 1965
Minnesota Clay - Sergio Corbucci, 1965
E poi lo chiamarono il magnifico - Enzo Barboni, 1972
C'era una volta il west - Sergio Leone, 1972
Corri uomo corri - Sergio Sollima, 1968
Dio perdona... io no! - Giuseppe Colizzi, 1967
Django - Sergio Corbucci 1966

lunedì 13 agosto 2012

Blob Olimpiadi

Le peggiori divise: 
Senza ombra di dubbio quella della Russia. (Made in Prato, il marchio di abbigliamento di Montezemolo).
Orrendo anche l'abito viola delle hostess durante le premiazioni.

La peggior disfatta:
Impossibile riuscire a fare peggio di così. Per la RAI è stata una vera e propria Caporetto. Imbarazzanti!

Brand più potenti:
Mi sono divertito e verificare nell'atletica i marchi più presenti. Strapotere della Nike (Usa, Russia, Germania,Cina, Brasile, Nigeria, Kenya, ecc.); segue a ruota Adidas (Gran Bretagna, Francia, Australia, Etiopia, Cuba); tutti gli altri distanziati, come ad esempio Asics (Giappone, Italia, Olanda) e Puma che però sponsorizza la Giamaica.

La sfiga:
La sella rotta di Fontana nella gara di Mountain Bike.

Le gare più emozionanti:
Come sempre nell'atletica: 100, 200, la clamorosa finale degli 800 corsa da Rudisha (lepre di se stesso) con il record del mondo; livello alto anche nel salto con l'asta maschile.

La noia:
Nelle cerimonie di apertura e chiusura alcuni passaggi sono stati divertenti e spettacolari, ma per i miei gusti troppo lunghe, pacchiane, costosissime e con la grave colpa di aver fatto riunire le Spice Girls.

Non se ne può più:
Di certi sport in cui la vittoria è totalmente in mano al giudizio degli arbitri (ad esempio il pugilato) e dove vengono spesso favoriti spudoratamente gli atleti di casa.

Il dono della sintesi:
"Grillo è un patacca" Josefa Idem.

Imperdibile:
Quello che ho capito degli sport olimpici (Spinoza)

mercoledì 8 agosto 2012

Il poeta delle biografie

Il solo stato di perfezione alla portata di un mortale è la morte.
Falene - 237 vite quasi perfette (Sellerio editore), è una raccolta di minibiografie fulminanti, lunghe al massimo una facciata e mezzo, narrate con sottile ironia dal ravennate Eugenio Baroncelli. Piccoli poemi in prosa che dischiudono la vita di personaggi più o meno famosi i cui destini sono raggruppati per tipologia: la musica e il silenzio, portieri, predestinati, l'infamia e la gloria, feriti gravi, ecc. Da gustare un poco per volta, in spiaggia, in una sala d'attesa, sull'autobus o dove capita. Da un mese gira con me nella tasca del marsupio.

Alcuni incipit:
Chet Baker, l'uomo che morì per la sua tromba
Si giocò i denti. Un giorno, a San Francisco, glieli spaccò un pusher incazzato. Ogni giorno  si giocò la salute: troppo alcool, troppe droghe. Ogni giorno, sapendo che altrimenti non avrebbe senso, si giocò la vita.
Ottavio Bottecchia, il mondo sulla strada
Lasciò la cazzuola per la bicicletta. Trovò la strada che gli avrebbe dato tutto. La gloria, a cui non tiene. Il sorriso delle belle ragazze, che può aspettare. "I schei", piuttosto: quelli scacciano l'antica povertà e gli serviranno per vestire i suoi trentasette nipoti. La morte, che è una fatalità per molti, ma non lo fu per lui.
John Coltrane, un amore supremo
Muore al principio di un'estate, vicino al suo quarantunesimo compleanno, per un cancro al fegato che negli ultimi mesi lo costringeva a suonare seduto.... Nella sua musica astrale c'è anche questo: il misericordioso ammaestramento del dolore fisico.

lunedì 6 agosto 2012

Pubblicità di merda #2

Un mese fa si era parlato di pubblicità di merda e nello specifico degli stupidi spot inneggianti la superiorità di certe automobili nel disprezzo delle regole e nella finzione che le nostre strade non siano perennemente congestionate.
Passiamo oggi ad un'altra categoria altrettanto odiosa, nonché demenziale: quella delle pubblicità via sms. Qualche giorno fa mi è arrivato questo messaggio: Non possiamo vivere senza di lui e lui canta NON VIVO PIU' SENZA TE, ascolta BIAGIO ANTONACCI (3,00€). Segue un link.
Da quando ho cambiato operatore me ne arriva uno quasi tutti i giorni e, come a me, presumo a qualche altro milione di italiani. Si sa che sparando merda nel mucchio prima o poi qualcuno se la mangia. Non è solo per Biagio Antonacci, il cui giudizio lascio pietosamente sospeso (ci hanno già pensato con la solita mirabile sintesi quelli di Spinoza) ma mi piacerebbe capire qual è il motivo che può indurti a buttare tre euro per scaricare/ascoltare una qualsiasi canzone dal telefonino.

Biagio Antonacci ha pronte 40 nuove canzoni. Per non cantarle chiede 5 milioni in biglietti di piccolo taglio. 

Biagio Antonacci e Laura Pausini canteranno per i terremotati. Ingegnoso come piano di evacuazione.

giovedì 2 agosto 2012

Stanley Kubrick: The Exhibition

Eye è il museo nazionale del cinema di Amsterdam che fino al 9 settembre 2012 ospita una mostra internazionale dedicata a Stanley Kubrick. Foto inedite dall'archivio di famiglia, modelli (il labirinto di Shining, le astronavi di 2001 Odissea nello spazio) costumi, scenografie e documenti sulla vita e le opere di un genio del cinema e non solo. Confesso l'emozione e la pelle d'oca: non volevo più uscire! Partendo da Rapina a mano armata (1955) fino ad Eyes wide shut, c'è una sala dedicata a ciascuno dei suoi film. L'avevo persa questa straordinaria mostra che aveva toccato anche Roma ed altre città dal 2004 al 2007. Nella sua seconda edizione probabilmente è più completa ed è stata riorganizzata dopo tre anni di pausa. Proprio in questi giorni circola la notizia che la Warner abbia in cantiere un prequel di Shining: in pratica il racconto dei fatti che hanno macchiato di sangue il famigerato Overlook Hotel prima dell'arrivo di Jack e famiglia. Chissà! L'idea non è neanche male, ma la perplessità è d'obbligo. Tornando alla mostra, l'ambiente era molto scuro per via delle proiezioni dei film, ma qualche foto sono riuscito a farla.

Un bicchiere di latte più.

Altro pezzo dell'arredamento del Kolova Milk Bar, luogo di ritrovo di Alex e compari.

...come imparai ad amare la bomba

I'm singing in the rain...

Denny, vieni a giocare con noi?