In contemporanea all'uscita de L'armata dei sonnambuli, una sorpresa da parte della sezione musicale dei Wu Ming: è in distribuzione dal 18 aprile un album intitolato Bioscop che raccoglie in versi e musica le mini biografie o racconti biografici di alcuni personaggi maschili, contemporanei e non, fra cui: Vittorio Arrigoni, Juan Manuel Fangio, Socrates, Peter Norman, Bradley Manning, Hồ Chí Minh. Seguirà una seconda parte al femminile. Al di là dell'aspetto musicale, il disco ha il pregio di riportare alla luce storie poco conosciute come ad esempio quella dell'australiano Peter Norman, medaglia d'argento nei 200 alle olimpiadi di Messico '68, boicottato per tutta la vita dal suo paese per aver solidarizzato con Tommie Smith e John Carlos. Com'è noto i due atleti americani sul podio misero in scena la più eclatante protesta nella storia dei giochi olimpici, con il guanto nero e il pugno chiuso durante l'esecuzione dell'inno.
Tornando al campo letterario, prosegue il viaggio affascinante nella Storia del collettivo bolognese, giunto ormai al giro di boa dei vent'anni. C'è un filo prezioso di ricerca, passione e attualità che lega questi libri attraverso i quali gli autori riescono sempre a parlare al nostro presente attraverso la formula del romanzo storico. Li ho letti tutti e il mio preferito resta sempre Q, il primogenito e il punto di partenza della loro bibliografia. Questa volta ne L'armata dei sonnambuli la macchina del tempo di Wu Ming ci porta alla madre di tutte le storie, nonché della modernità: la Francia della rivoluzione e più precisamente del 1794, periodo immediatamente successivo al Regime del Terrore del Comitato di Salute Pubblica guidato da Robespierre. E' l'ora della cura e della lettura.
L’armata dei sonnambuli sono le folle dei commuters della subway londinese all’ora di punta, sono le folle che si accalcano all’entrata del supermercato il giorno in cui c’è uno sconto, sono i milioni di oppressi che vanno a votare per il loro oppressore, sono l’immenso pubblico della televisione multiforme e uniforme.
Grazie all’azione ipnotica di un cospiratore reazionario si forma l’armata dei sonnambuli: un esercito di schiavi che si identificano con il loro padrone e ne eseguono ciecamente i disegni perché la loro coscienza e la loro sensibilità sono state ipnotizzate, anestetizzate. Da questo punto di vista il romanzo racconta(anche) il divenire automa dell’umanità moderna. Franco Berardi "Bifo"
Tornando al campo letterario, prosegue il viaggio affascinante nella Storia del collettivo bolognese, giunto ormai al giro di boa dei vent'anni. C'è un filo prezioso di ricerca, passione e attualità che lega questi libri attraverso i quali gli autori riescono sempre a parlare al nostro presente attraverso la formula del romanzo storico. Li ho letti tutti e il mio preferito resta sempre Q, il primogenito e il punto di partenza della loro bibliografia. Questa volta ne L'armata dei sonnambuli la macchina del tempo di Wu Ming ci porta alla madre di tutte le storie, nonché della modernità: la Francia della rivoluzione e più precisamente del 1794, periodo immediatamente successivo al Regime del Terrore del Comitato di Salute Pubblica guidato da Robespierre. E' l'ora della cura e della lettura.
L’armata dei sonnambuli sono le folle dei commuters della subway londinese all’ora di punta, sono le folle che si accalcano all’entrata del supermercato il giorno in cui c’è uno sconto, sono i milioni di oppressi che vanno a votare per il loro oppressore, sono l’immenso pubblico della televisione multiforme e uniforme.
Grazie all’azione ipnotica di un cospiratore reazionario si forma l’armata dei sonnambuli: un esercito di schiavi che si identificano con il loro padrone e ne eseguono ciecamente i disegni perché la loro coscienza e la loro sensibilità sono state ipnotizzate, anestetizzate. Da questo punto di vista il romanzo racconta(anche) il divenire automa dell’umanità moderna. Franco Berardi "Bifo"
anch'io ho letto tutto, ma lo sai che non sono malaccio anche nel disco?!?!
RispondiElimina@ Cirano:
RispondiEliminaNon vedo l'ora di leggerlo: le loro storie mi hanno sempre appassionato.
Non ho letto il libro, ma ascoltato bene il disco, che è una vera sorpesa dell'attuale primavera. Non una semplice lettura di testi musicati.
RispondiElimina@ Alligatore:
RispondiEliminaFinalmente qualcuno che l'ha ascoltato... e non potevi che essere tu. Ho letto la tua intervista! :)