giovedì 19 febbraio 2015

Whiplash: ovvero come trasformare il conservatorio in una caserma punitiva


Al di là della visione cinematografica che scorre anche piacevole, ci sono aspetti legati alla realtà dell'essere musicista che mi hanno lasciato perplesso.
Le situazioni da caserma punitiva, con l'insegnante nei panni del sergente Hartman di Full Metal Jacket, pur divertendomi all'inizio, hanno finito con lo stancarmi, facendo sorgere l'idea che tutta l'impalcatura, jazz compreso, sia solo un pretesto. Come ambientazione potevano andare bene anche il pugilato, la ginnastica artistica o il canottaggio, visti i ritmi alti da tenere e la prova muscolare del protagonista.
Non dubito del talento di Damien Chazelle (regista trentenne di Providence, Rhode Island) in grado di infondere un bel ritmo alla storia e per certi aspetti anche di spiazzare lo spettatore nel tratteggiare la personalità del ragazzo e soprattutto nel tralasciare gli aspetti più convenienti dal punto di vista commerciale (come ad esempio la storia d'amore appena abbozzata e poi completamente ignorata), per focalizzarsi sull'allievo e sulla volontà assoluta di raggiungere l'obiettivo. Da qui a dichiararlo il miglior film musicale degli ultimi anni...

Come ho letto a margine di questa recensione:
... per dover di cronaca, in qualsiasi orchestra che ho avuto modo di sentire se non addirittura conoscere, se un suo componente si azzardasse a fare solo un decimo di quello che ha combinato il ragazzo nell'ultimo concerto (tra errori e sbruffonate), non suonerebbe più per il resto dei suoi giorni, se non da solo. Su una cosa come questa sì, i musicisti sono spietati tra loro.


p.s. Comunque anch'io e il mio amico Fina una volta abbiamo versato sangue sui nostri strumenti, ma non per il troppo allenamento: eravamo in montagna e suonare da sbronzi e senza plettro davanti al fuoco non è molto salutare per le dita.



  

9 commenti:

  1. Concordo: piacevole, ma lontano dall'essere il filmone decantato da molti.

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    1. Spesso ci si fa trascinare da premi e critica. Leggendo qua e là, poco amato se non stroncato dai musicisti.

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  2. Premetto che ho visto solo il trailer, dunque il mio più che un giudizio è un "non-giudizio". L'impressione però è stata simile alla tua, che hai visto il film. La dinamica abnegazione/crudeltà mi è parsa simile a quella dei cartoni giapponesi sulla pallavolo...mi è venuto da ripensare a Mimi' Ayuara e ai suoi allenamenti con le catene ai polsi che grondavano sangue...O_o

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    1. Sarà che la mie esperienze con l'autorità sono sempre state pessime... ;)

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    2. il paragone nipponico mi pare assolutamente centrato: buona pèarte del cinema prodotto ultimamente tenta di attrarre proprio il pubblico orientale, tanto nei ritmi (tipo l'ultimo, e IMO pallosisimo, Godzilla), quanto in certi assetti etici (tipo appunto il sacrificio fisico). mi sa che son finiti i tempi di The Commitments, che era una specie di armonia fra sbattimento e divertimento; un film che dovrebbero vedere obbligatoriamente tutti coloro che hanno intenzione di suonare in una band.

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    3. Grandissimo film. Infatti, dopo averlo visto mio figlio ha iniziato a suonare in una band!

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  3. Ne ho letto in giro, bene e male, non ho visto spezzoni, e dalle mie parti non ne sento manco l'odore, con i cinema intasati dalle 50 sfumature ... lasciamo stare. Da due settimane non vado al cinema, e comincio a stare male.

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    1. Astinenza troppo prolungata! Quasi impossibile da superare, ma non cedere al lato oscuro... pardon grigio!

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    2. Ieri ho ceduto, e sono andanto a vedere Noi e la Giulia. Carino, in particolare il primo tempo, ma alla fine troppa retorica. Non siamo sui livelli di Smetto quando voglio.

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