Valeria Raimondi ed Enrico Castellani sono i due attori che con la compagnia Babilonia Teatri (Isola Rizza, provincia di Verona), da più di un anno stanno mettendo in scena con successo di pubblico e di critica lo spettacolo Made in Italy. Li ho visti venerdì sera a Ravenna e devo dire che in 50 minuti ne è uscita una foto impietosa, come un pugno nello stomaco di ciò che è possibile ascoltare dalla bocca dei nostri simili girando nei bar, nei centri commerciali, nelle pizzerie. Un coacervo di volgarità, razzismo e bestemmie che vengono vomitate dal palco a getto continuo, a volte in italiano, a volte in veneto. Qualche sprazzo comico affiora, ma il disagio a tratti è notevole: non siamo altro che noi stessi, il popolo italiano nella sue pulsioni primarie: la macchina, gli schei, il calcio come religione. Le invettive, recitate a volte all'unisono, a volte a turno, sono intervallate da balli che portano alle estreme conseguenze con gesti volgarissimi, quasi pornografici, tutti gli ammiccamenti e il voyerismo imperanti nella nostra tv attraverso la pubblicità, gli show e i gli squallidi reality.
Coraggio e talento per questi due attori capaci di mettere in scena una sorta di normalità aberrante che probabilmente hanno avuto modo di osservare e registrare puntando l'attenzione sull'umanità varia che si incontra nel loro territorio, il ricco e operoso nord-est dell'ex boom economico, ma che ovviamente non vede immune il resto d'Italia.
Alla fine tornando a casa mi si riproponeva in testa una sorta di litania, residuo post-spettacolo:
Alla fine tornando a casa mi si riproponeva in testa una sorta di litania, residuo post-spettacolo:
coparli col napalm
coparli tuti
fame ‘na bira
marochini de merda
froci de merda
pioe, ho pena lavà la machina