Intervista a David Byrne
Bellissima e lunga intervista oggi su Repubblica di Giuseppe Videtti a David Byrne, in cui l'artista ripercorre la sua carriera, racconta i suoi progetti e le sue idee sulla musica oggi. Impossibile da sintetizzare. Riporto questo stralcio:
Vivevamo in una città, New York, in cui per un certo periodo il rock e l'arte, viaggiavano sugli stessi binari. All'epoca in cui frequentavo il Max's Kansas City tutto era permesso. Nell'arte non c'erano regole. La parte bassa di Manhattan fu abbandonata a se stessa, nel bene e nel male (1977 l'anno del debutto dei Talking Heads). Da una parte il trionfo di Andy Warhol, dall'altra le strade piene di homeless tossicodipendenti. In quel triangolo di città negletta accaddero cose straordinarie.
Vivevamo in una città, New York, in cui per un certo periodo il rock e l'arte, viaggiavano sugli stessi binari. All'epoca in cui frequentavo il Max's Kansas City tutto era permesso. Nell'arte non c'erano regole. La parte bassa di Manhattan fu abbandonata a se stessa, nel bene e nel male (1977 l'anno del debutto dei Talking Heads). Da una parte il trionfo di Andy Warhol, dall'altra le strade piene di homeless tossicodipendenti. In quel triangolo di città negletta accaddero cose straordinarie.