Molti pensano ai dischi non come un qualcosa che risponde a delle idee e a dei sentimenti ma come se fossero il nuovo modello di un automobile da lanciare sul mercato. Cercano furbate tecniche ed estetiche per fare colpo. Andrea Pazienza diceva che la sua unica regola era «viscere sul tavolo» e forse è il modo migliore per raggiungere gli altri.
Vasco Brondi dall'intervista su Alias del 27 agosto.Sempre più stima per questo ragazzo e per la sua musica.
Vasco sei davvero un grande
RispondiEliminache si riferisse anche a un suo vasco omonimo??
RispondiEliminaBah. Io sarò cinico ma credo poco a questi "proclami".
RispondiEliminaChiaramente l'artista dovrebbe fare musica per esprimersi.
Ma non mi risulta che l'industria ed il mercato discografico nascano per consentire agli artisti di esprimere solo i propri sentimenti ed idee.
Il music business esiste per vendere, nel passato dischi, oggi formati digitali.
Se poi qualcuno riesce a far parte del music business mantenendo una propria integrità e coerenza tanto meglio eh, figuriamoci se non apprezzo gente come Brondi o come John Grant, tanto per dirne uno internazionale.
Ma non vedo perchè mettere indirettamente in cattiva luce (se non altro morale) chi costruisce "prodotti" da vendere come automobili o lavatrici.
L'importante è che chi compra compri "consapevolmente" e non pensi di comprare un diario personale con le viscere sul tavolo quando compra un disco di lady gaga.
Tutto è in vendita e tutto ha un prezzo.
E' il compratore che fa la differenza, non il venditore.
"Cicero pro domo sua"
RispondiElimina@ DiamondDog:
RispondiEliminaBeh, forse suona come un proclama perché è estrapolata da una risposta più articolata alla domanda che chiedeva se si aspettava un riscontro così grande.
Dice:"Ho fatto il disco che volevo, da solo, senza decidere come doveva essere per stupire la critica e il pubblico".
In ogni caso, perchè non si può mettere indirettamente o direttamente in cattiva luce chi costruisce prodotti "plastificati"?
Riguardo i consumi (in)consapevoli nella nostra era poi siamo al capolinea, direi che la situazione è quasi tragica. Qui però il discorso si complica assai, c'è chi ci ha scritto dei saggi...
Paz non si discute,traccia il cammino.
RispondiEliminaVasco,a differenza del suo omonimo più famoso,mi piace un fottio.L'ho visto suonare due anni fa,vicino a casa mia.Durante i bis è sceso dal palco e si è messo a cantare in mezzo al pubblico.E le viscere erano tutte sul tavolo.
Lo conosco poco, pochissimo, purtroppo, anche se lo sento incredibilmente vicino. Sabato, se la mia schiena regge, vado a sentirlo live, per la prima volta ...
RispondiEliminaPerchè il mercato offre di tutto, prodotti genuini e prodotti plastificati, e probabilmente non sono neanche destinati a target diveri ma a momenti di consumo diversi dello stesso target.
RispondiEliminaPerchè esistono buoni prodotti e cattivi prodotti, questa è la vera differenza.
Ci sono buoni prodotti "plastificati" e pessimi prodotti genuini.
Sta a noi scegliere, giudicare, comprare.
Nessuno ci obbliga e se veniamo influenzati troppo da pubblicità o altri elementi esterni è solo colpa nostra.
DiamondDog: fantastico: quindi la pubblicità è inutile?
RispondiEliminaE se ci influenza è solo "colpa nostra" e non "merito suo"?
Detto da uno che lavora nel marketing, è una rivelazione inaspettata.
Seguendo il tuo ragionamento, se i mezzi di comunicazione ci influenzano, è colpa nostra, non di chi li gestisce? Come corollario, il conflitto di interesse non esiste?
E davvero non riesci a capire che (limitandoci alla musica) la divisione non è tra "buoni prodotti" e "cattivi prodotti", ma tra "prodotti" e "arte": che a sua volta può, certo, diventare un prodotto, mentre il contrario non avviene mai?
probabilmente è un ragazzo in gamba con idee interessanti ma musicalmente mi rompe i maroni di brutto
RispondiEliminagianf
@ gianf:
RispondiEliminaProbabilmente ha già capito e ha le potenzialità, col gruppo che lo accompagna, per fare il salto anche sul versante "musicale".
@ allelimo:
E qui entra in ballo quella cosa che si chiama spirito critico. Parola fuori moda che richiama a sua volta il concetto di educazione (familiare, scolastica, culturale, musicale, ecc...) nell'Italia dei rutti leghisti, una roba marziana.
Sono sempre in contatto con i giovanissimi e mi rendo conto di quanto purtroppo siano bombardati e perciò condizionati nel bersi le peggiori scemenze (telefilm, reality, musica, moda) usa e getta. Penso comunque (o spero?) che ormai siamo a un punto di rottura e questa macchina di omologazione si stia esaurendo per tutta una serie di segnali.
Lucien, sei ottimista. Io vedo (e continuiamo a limitarci alla musica e al "popolo dei blog") sempre più vecchi babbioni rincoglioniti, che difendono coi denti il proprio orticello e cercano di omologare tutto e tutti alle categorie della loro passata giovinezza.
RispondiEliminaDi conseguenza i giovani non esistono, e se esistono solo pallide copie del tempo che fu, e se sono pallide copie del tempo che fu perchè perdere tempo con loro? Meglio rimanere con gli originali (che variano naturalmente a seconda dell'età del vecchio rincoglionito) e dire che tutto ciò che è stato creato dopo gli anni (vedi parentesi precedente) è merda.
E stiamo parlando in fondo di canzonette. Altro che ottimismo, mi sembra che siamo sempre allo stesso punto: i giovani rivoluzionari di ieri diventano i peggiori conservatori di oggi. E chi vuole si offenda pure.
Mah Ale..proprio perchè mi intendo di marketing so quanto sia spesso inutile la pubblicità SE la persona che la "subisce" sta con le barriere alzate.
RispondiEliminaNon è più tempo di "persuasori occulti", oggi con tutta la mole di informazioni a cui puoi accedere (caotica certo, ma rivelatrice) il ruolo della pubblicità tradizionale è offuscato di brutto.
Non esiste più il marketing di philip kotler, esistono modi magari ancor più subdoli di insinuarsi (utilizzo delle community, dei social network, i finti rave sponsorizzati dalla marca di alcoolici....) ma io sono sempre stato convinto che subisce solo chi è pigro o disattento.
@ Allelimo:
RispondiEliminaI giovani veri esistono, eccome, e spesso per fortuna se ne sbattono i coglioni dei nostri giudizi, delle nostre categorie a volte ammuffite e dei nostri orticelli.
E per fortuna, nonostante 20 anni di berlusconismo, non sono ancora stati tutti piegati sui modelli imperanti del "consuma-tutto-ha-un-prezzo".
@ DiamondDog:
"Io sono sempre stato convinto che subisce solo chi è pigro o disattento"
Però senza quel vaccino formidabile che si chiama "coscienza critica" i più deboli culturalmente restano totalmente inermi e non si va da nessuna parte. Perciò insisto sul punto centrale e cioé un sistema educativo decente, sistema che nel nostro paese è quasi completamente saltato.
Certamente non si nasce "imparati", io ho avuto la fortuna di ricevere educazione adeguata in casa e fuori e penso che sia una delle maggiori fortune che mi siano capitate nella vita, sono quindi totalmente d'accordo con te nel ruolo FONDAMENTALE dell'educazione per costruire senso civico pubblico e personale.
RispondiEliminaMa se per proteggere i "culturalmente deboli" devo annullare o massacrare la libera economia di mercato non credo di andare nella direzione giusta. Oltretutto sento la parola "utopia" aleggiare pesantemente nell'aere....devo rendere le persone "culturalmente forti", è questa la priorità per me.
Lucien: sono convinto come te che i giovani esistano, e mi piacerebbe davvero che più ex-giovani riuscissero ad accorgersene :)
RispondiEliminaDiamondDog: la tua analisi del peso della pubblicità continua a stupirmi. Se conta così poco, non riesco davvero a spiegarmi perchè le aziende spendano quello che spendono per mettere inserzioni su giornali e televisioni. Sindrome di Tafazzi di tutte le aziende che preferiscono dare soldi inutilmente a pubblicitari e mass-media invece di metterseli in tasca loro? O tu hai spiegazioni migliori? :)
Per il "massacro della libera economia di mercato", le parole sembrano giuste, ma è l'ordine della frase che non mi convince.
Mi suona meglio "il libero mercato che massacra l'economia"...