lunedì 31 marzo 2014

Video '80: Everyday Is Like Sunday

Quando penso agli anni ottanta le prime cose che mi vengono in mente sono la musica fantastica (checché ne dicano i soliti detrattori) e la mia meno entusiasmante giacca con le spalline imbottite... E poi Chernobyl, l'Aids, Frigidaire, Quelli della notte alla tv, Mennea e Sara Simeoni a Mosca, l'urlo di Tardelli, Pertini con la pipa, la nascita dei videoclip. Ovviamente il botto finale della caduta del muro di Berlino in diretta alla tv, ma anche una mezza generazione falcidiata dal riflusso e dall'eroina che aveva invaso la penisola.

Per finire, splendide canzoni come questa.



8 commenti:

  1. In realtà gli anni ottanta cominciano nel ’77 con l’esplosione del punk, su cui non mi dilungherò, se non per riconfermare quello che già sappiamo e cioè: punk=rottura. Il punk fece una sorta di tabula rasa nell’intero pianeta, ma è la musica che mise in evidenza il modo più veritiero.
    Per tutte le arti sensibili agli umori del presente, e per il rock in prima linea, si trattò di una vera frattura col passato.
    Dopo questa rottura molti musicisti e siamo nel post-punk, se vogliamo catalogare questo periodo, si trovano davanti ad un “foglio bianco”, hanno l’impressione e la consapevolezza di dover riscrivere e quindi di dover ripartire da capo.
    E’ in realtà proprio in questo periodo che viene considerato da molti “superficiale”, che i creativi acquisiscono il fatto che non bisognava più rispondere a modelli e obblighi di ruolo e di pensiero e in altre parole potevano sentirsi “liberi” di rispondere solo a se stessi.
    Ed è grazie anche a questo che sono stati incisi moltissimi ottimi dischi, e anche alcuni capolavori, in un periodo tutto sommato molto breve.

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  2. @ Silvano:
    Disamina direi impeccabile!

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  3. Eheheh mi sono preparato, ho letto dei libri ahahah :)

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  4. dal nostro attuale punto di vista temporale, si vede ancora di più che gli 80 sono stati l'ultimo decennio floridissimo (anche dal punto di vista commerciale) per tutti i generi musicali. forse perchè chi suonava, cercava di suonare quello che avrebbe voluto ascoltare...fatto sta che in tanti hanno avuto il coraggio di uscire con idee nuove, o anche semplicemente di progredire. mi ricordo una gran voglia di suonare, dappertutto...:)

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  5. @ Unwise:
    "...chi suonava, cercava di suonare quello che avrebbe voluto ascoltare"
    Un concetto importante. Più di una volta è capitato di sentire o leggere di artisti nostrani interpellati sui propri gusti musicali sfoderare nomi e gruppi super alternativi o di spessore.
    Poi vai ad ascoltare e fanno musica di merda. Si deve pur campare...

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  6. eh...purtroppo il mercato è quello che è: chi lo fa di professione è quasi sempre costretto a fare quello che gli chiede "l'azienda", e spesso non gli resta il tempo per fare altro (oppure ci rinuncia per avidità pura e semplice). non mi sento nemmeno di biasimare i mestieranti, ma non è detto che non possa cambiare..

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  7. Un decennio contraddittorio,alcune cose bellissime e altre oscene. Un decennio a cui sono legato per avervi vissuto la mia adolecenza: il post punk, la new wave, gli U2 al top,le feste in saletta,il mundial,gli Smiths,la militanza dark, i miei anni spensierati e felici, i primi amori.

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  8. Ed io che adoravo gli Smiths in quel tardo 1988 mi vestivo e truccavo come la ragazza del video...
    Gli anni '80 credo siano stati l'ultimo decennio di sperimentazione pure, non solo musicale, ma anche nell'abbigliamento.

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