martedì 20 giugno 2017

The Handmaid's Tale - Il racconto dell'ancella

Quali brutture è in grado di produrre l'umanità quando il fanatismo ideologico o religioso dilagano e prendono il sopravvento? L'abbiamo visto fin troppo bene in Europa con i nazionalismi del XX secolo, lo vediamo e lo stiamo subendo oggi a livello internazionale e forse, purtroppo, potremmo vederlo ancora in futuro.
Ecco perché The Handmaid's Tale (Il racconto dell'ancella), la serie tratta dal romanzo della scrittrice canadese Margaret Atwood, tempo fa l'avrei vista con occhi diversi. Oggi fa impressione; una storia scritta trent'anni fa e riadattata per i nostri tempi, che racconta l'avvento negli Stati Uniti di una teocrazia di fanatici cristiani i cui teologi fanno applicare in modo distorto alcuni precetti biblici tratti dalla Genesi. Razzismo e misoginia hanno infettato la società con una perdita progressiva delle libertà personali, erose impercettibilmente giorno dopo giorno fino alla sospensione della Costituzione. Il Canada rappresenta l'unica via di fuga verso la salvezza dove gli americani dissidenti possono godere dello status di rifugiati.
Come ha detto in un'intervista la scrittrice «nulla che il genere umano non abbia già commesso, da qualche parte nel mondo e in qualche periodo della storia» In un modello distopico che ricorda in diversi aspetti quello orwelliano, ritroviamo infatti un repertorio di orrori che purtroppo abbiamo già conosciuto nella nostra Storia: le deportazioni nei campi di lavoro, la repressione delle minoranze, lo Stato oppressivo dei paesi dell'Est di sovietica memoria, la capillarità della rete dei delatori, qui denominati occhi, la statalizzazione del corpo delle pochissime donne fertili: le ancelle, obbligate al servizio presso le famiglie appartenenti all'elite governativa con l'unico scopo di procreare per loro. Una sorta di congrega di giovani donne, sottomesse e costrette a vestirsi con tonache rosse. 

Il racconto dell'ancella inizia subito con la fuga e la cattura di June, separata dalla figlia e dal marito per poi essere destinata, dopo un periodo di rieducazione, al servizio presso una coppia sterile. Dalla sua narrazione con l'innesto di numerosi flashback vengono ricostruiti i dieci anni di storia che hanno portato alla deriva della società: guerra civile, inquinamento, malattie, fino al rischio dell'estinzione. Nella stesura originale del romanzo si apprende la sua storia grazie al ritrovamento, due secoli dopo, delle cassette con le sue registrazioni trascritte dagli storici che stanno studiando quel periodo storico ormai lontano. Elisabeth Moss (la detective di Top of the Lake) è la protagonista con un'interpretazione straordinaria per la sua capacità di esprimere la ribellione soprattutto nei piccoli gesti. Un impatto visivo devastante con una cura dei dettagli che fa la differenza e una verosimiglianza al mondo reale che mette veramente angoscia; allo stesso tempo affascina in modo ipnotico e ti travolge.
Altro protagonista è Joseph Fiennes nel ruolo del comandante che in un'intervista ha detto: La domanda non è se la serie sia sfacciatamente politica: certo che lo è, quello che conta è che non si riveli una profezia. Prodotto da Hulu, ma ancora inedito in Italia. E adesso magari passiamo a qualcosa di più spensierato in sintonia con l'estate che sta esplodendo.











LEGENDA VOTI

@ una cagata pazzesca
@½ pessimo
@@ trascurabile
@@½ passabile
@@@ buono
@@@½ da vedere
@@@@ da non perdere
@@@@½ cult
@@@@@ capolavoro

10 commenti:

  1. Non l'ho visto ma il libro della Atwood è bellissimo.

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    1. Io al contrario ho letto altri suoi libri, ma questo no. La serie è veramente notevole, si vede che dietro c'è la sua mano (fra l'altro ha collaborato e ha fatto anche un cameo).

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  2. Julez sta spingendo per vederla. A questo punto accelero i tempi. :)

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  3. Serie potentissima e anche attuale in maniera preoccupante.
    Per me l'unico difetto è Joseph Fiennes, attore secondo me davvero limitato, ma meglio chiudere un occhio (e ogni riferimento al personaggio interpretato da Madeline Brewer non è voluto). :)

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    1. Ah ah ah! Povera!!
      Per me il comandante non è così malaccio, comunque non all'altezza dell'algida e bellissima moglie (Yvonne Strahovski).

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  4. Prendo nota, non sapevo, grazie.
    Lucien, sei diabolico ! Trovi sempre cose che tentano.......

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    1. E' la rete che è diabolica... eh eh eh ;)

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    2. Ciao, dopo un periodo di assenza torno a scrivere sul tuo blog; spero che i tuoi problemi di salute siano definitivamente alle spalle.
      Ho scoperto The Handmaid's Tale a fine maggio leggendo una recensione di Beatrice Mele sul Mucchio di giugno: l'analisi mi ha stimolato a cercarla e a vedermi i 10 episodi in meno di una settimana (io non appartengo alla schiera di chi guarda le serie in tv durante la regolare programmazione, una puntata a settimana; poi oggi che tutte le serie, in un modo o nell'altro sono disponibili integralmente già dal primo episodio, non ci sono problemi). Le tematiche affrontate sono estremamente attuali, la donna e la sua condizione, le minoranze, i diritti, la sterilità frutto avvelenato dell'ambiente malato, e il linguaggio è netto, senza filtri o mediazioni. Molte scene sono volutamente disturbanti, raccapriccianti e talvolta insopportabili a livello mentale prima ancora che visivo. C'è una strizzatina d'occhio a Games Of Thrones nell'utilizzo di codici linguistici esclusivi, con formule ricorrenti ed esclusive, ma è un peccato veniale e comunque funzionale all'impostazione complessiva della storia. Tra le nuove serie, a mio avviso, è la migliore dell'anno.
      Ciao
      Gianluca

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    3. Che bello risentirti!
      Siamo sulla stessa lunghezza d'onda: la colloco ai vertici delle serie degli ultimi anni.
      Per il resto direi che mi sono ripreso.
      A presto

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