1975: Anno fondamentale per la mia formazione musicale. Anno in cui cominciai a suonare la chitarra e ad esplorare l'universo musicale fatto di cassette, vinili e Ciao 2001. Quando, un anno dopo la sua uscita, ascoltai questo disco ( in doppia audio-cassetta), rimasi affascinato dalle sonorità orientali di brani come In the light e Kashmir. Chiuso nella mia camera di studente immaginavo viaggi lontani che causa l'età potevo solo vivere di riflesso nei racconti di scrittori e poeti. Fu per me anche il periodo della scoperta di Rimbaud o di libri come Siddharta, della voglia e della consapevolezza di conoscere il mondo e di conoscerlo viaggiando, cosa che avrei cominciato a fare pochi anni dopo.
Il disco. Dopo 4 anni di attività ininterrotta i Led Zeppelin si presero una pausa musicale durante la quale fondarono un nuova etichetta discografica, la Swan Song con cui pubblicarono il disco in questione che dimostrò la capacità del gruppo di attraversare differenti generi. Una parte della critica, specie quella più radicale, criticò questo lavoro che si discostava dal cliché del rock classico aprendo alla band nuovi orizzonti che preannunciavano però l'inizio della fine.
La copertina: Ritrae un edificio stile vittoriano che si trova tuttora sulla 96 St. Mark's Street di New York. Le finestre si aprivano mostrando le foto dei componenti della band e altri personaggi celebri o famigerati come Lee H. Oswald, l'assassino di John Fitzgerald Kennedy, oppure le lettere formanti il titolo dell'album. Il palazzo entrato grazie alla copertina nella storia del rock, si trova ancora al suo posto come si può vedere dalla foto sottostante. In realtà ha cinque piani (un piano fu tolto dalla foto di copertina). Al piano terra c'è un negozio di vestiti usati e vintage che casualmente si chiama Physical Graffiti.Il disco. Dopo 4 anni di attività ininterrotta i Led Zeppelin si presero una pausa musicale durante la quale fondarono un nuova etichetta discografica, la Swan Song con cui pubblicarono il disco in questione che dimostrò la capacità del gruppo di attraversare differenti generi. Una parte della critica, specie quella più radicale, criticò questo lavoro che si discostava dal cliché del rock classico aprendo alla band nuovi orizzonti che preannunciavano però l'inizio della fine.
Bello. Anche a me piace molto Kashmir.
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