lunedì 30 marzo 2009

Made in Italy (cosa resterà del Nord-Est)

Valeria Raimondi ed Enrico Castellani sono i due attori che con la compagnia Babilonia Teatri (Isola Rizza, provincia di Verona), da più di un anno stanno mettendo in scena con successo di pubblico e di critica lo spettacolo Made in Italy. Li ho visti venerdì sera a Ravenna e devo dire che in 50 minuti ne è uscita una foto impietosa, come un pugno nello stomaco di ciò che è possibile ascoltare dalla bocca dei nostri simili girando nei bar, nei centri commerciali, nelle pizzerie. Un coacervo di volgarità, razzismo e bestemmie che vengono vomitate dal palco a getto continuo, a volte in italiano, a volte in veneto. Qualche sprazzo comico affiora, ma il disagio a tratti è notevole: non siamo altro che noi stessi, il popolo italiano nella sue pulsioni primarie: la macchina, gli schei, il calcio come religione. Le invettive, recitate a volte all'unisono, a volte a turno, sono intervallate da balli che portano alle estreme conseguenze con gesti volgarissimi, quasi pornografici, tutti gli ammiccamenti e il voyerismo imperanti nella nostra tv attraverso la pubblicità, gli show e i gli squallidi reality.
Coraggio e talento per questi due attori capaci di mettere in scena una sorta di normalità aberrante che probabilmente hanno avuto modo di osservare e registrare puntando l'attenzione sull'umanità varia che si incontra nel loro territorio, il ricco e operoso nord-est dell'ex boom economico, ma che ovviamente non vede immune il resto d'Italia.
Alla fine tornando a casa mi si riproponeva in testa una sorta di litania, residuo post-spettacolo:

coparli col napalm

coparli tuti

fame ‘na bira

marochini de merda

froci de merda

pioe, ho pena lavà la machina

9 commenti:

  1. marochini de merda
    negri de merda
    schei e mona
    hellas
    i butei della curva iè dei brai butei
    el mercedes
    pago le tasse un casso mi laoro
    ... can lè un negro

    Non so come sia da altre parti ma qui è proprio così. Non ho visto lo spettacolo di Babilonia Teatri ma dal tuo resoconto direi che raccontano con iper realismo com'è la situazione qui.
    Non ho trovato nessuna esagerazione...purtroppo.

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  2. Ho sempre provato un certo disagio nel mio sentirmi italiano (sarà anche per questo che non apprezzo la musica italica?). Negli ultimi anni, poi, non mi sono mai sentito così scomodo nella mia condizione di italiano fra gli italiani. Per fortuna, Lucien, che ci sono italiani che comunque sanno trascendere dalle loro miserie, come quelli che hanno dato vita allo spettacolo che hai visto.

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  3. @ Silvano:
    Mamma mia! Per fortuna qui in Romagna c'è un po' più di tolleranza (forse già meno in Emilia), anche se un po' sta cambiando. Ho già avuto feroci discussioni con conoscenti dalla mente divenuta improvvisamente gretta che pensano che rimettere il dentifricio dentro il tubetto sia semplice e risolva tutti i problemi. Dopo la prima volta lascio perdere e li lascio nelle loro convinzioni.

    @ Mat: A volte è scomodo, a volte ne sono felice. (Ultimamente meno!)

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  4. residuo post spetacolo uguale a residuo post sbronza uguale a residuo post sesso :-).....un "hangover" praticamente

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  5. La litania residuo post-spettacolo, direi interessante, hai ammortizzato il costo biglietto. :p

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  6. sei stato di parola ;-)
    grande spettacolo, per riflettere, per non nascondersi dalla realtà di quello che sta diventando questo Paese

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  7. Faccio fatica ad uscire la sera per andare a spettacoli e sentire certe cose, che da noi sono vere e vive come descritte da te, silvano nei commenti e gli altri, mi mette un mondo di tristezza.
    Pensa che a Verona da questo fine settimana il Sindaco ha costretto i vigili a "vestirsi da Gestapo" per far "sloggiare i barboni dalle loro tristi alcove. e dire tristi è poco.
    ma visto che i è barboni de merda lè giusto che no i dorma mia...
    Sigh.
    Luka

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  8. Pure io come i miei concittadini del tuo blog non ho visto lo "spettacolo" (lo faranno dalle nostre parti?), ma confermo il realismo. Il problema è che tutto questo si è istituzionalizzato, e, leggendo le cronache, ha fatto scuola nel paese intero.

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