Per la copertina del suo primo e unico disco di cover, Bowie scelse una foto che in realtà era stata scattata per Vogue dal fotografo Justin De Villeneuve, il quale si fece convincere dal cantante a non cederla alla famosa rivista di moda con un semplice argomentazione numerica: Vogue vendeva di solito circa 80.000 copie, il suo nuovo disco si prevedeva arrivasse intorno al milione.
La modella inglese Twiggy, prototipo della bellezza androgena e anoressica che stava prendendo piede nel mondo della moda, arrivò per il servizio fotografico dopo una vacanza alle Bahamas. Il pallore di Bowie strideva con l'abbronzatura della modella, perciò i due vennero truccati in modo da invertire gli effetti: il volto di lei fu schiarito con una maschera che riprendeva la carnagione del corpo del cantante, il cui viso fu abbronzato come il corpo di Twiggy. La presenza della modella costituiva anche un richiamo al titolo Pin Ups, metaforicamente le covers scelte da Bowie per sfilare in questo album. Il disco fu registrato a Parigi e uscì nei negozi il 19 ottobre del 1973, in contemporanea con un'altro disco di cover di Brian Ferry, These Foolish Things. Probabilmente furono presi accordi dalle case discografiche (RCA e Virgin) per non danneggiarsi a vicenda, ma la vendite com'era facile prevedere, premiarono Bowie che il 3 novembre entrò al primo posto nella classifica degli album UK dove rimase per ben cinque settimane.
Una delle mie cover preferite di questo disco, che segna il distacco dagli Spiders From Mars, è See Emily Play di Syd Barrett, musicista che Bowie aveva sempre ammirato.
La modella inglese Twiggy, prototipo della bellezza androgena e anoressica che stava prendendo piede nel mondo della moda, arrivò per il servizio fotografico dopo una vacanza alle Bahamas. Il pallore di Bowie strideva con l'abbronzatura della modella, perciò i due vennero truccati in modo da invertire gli effetti: il volto di lei fu schiarito con una maschera che riprendeva la carnagione del corpo del cantante, il cui viso fu abbronzato come il corpo di Twiggy. La presenza della modella costituiva anche un richiamo al titolo Pin Ups, metaforicamente le covers scelte da Bowie per sfilare in questo album. Il disco fu registrato a Parigi e uscì nei negozi il 19 ottobre del 1973, in contemporanea con un'altro disco di cover di Brian Ferry, These Foolish Things. Probabilmente furono presi accordi dalle case discografiche (RCA e Virgin) per non danneggiarsi a vicenda, ma la vendite com'era facile prevedere, premiarono Bowie che il 3 novembre entrò al primo posto nella classifica degli album UK dove rimase per ben cinque settimane.
Una delle mie cover preferite di questo disco, che segna il distacco dagli Spiders From Mars, è See Emily Play di Syd Barrett, musicista che Bowie aveva sempre ammirato.
Fra l'altro, Bowie cercò di resuscitare la carriera di Barrett, un po' come fece per Lou Reed, Iggy Pop e i Mott The Hoople. Non ci riuscì, così come non ci riuscì con Marc Bolan: un vero peccato, credo.
RispondiEliminaUn vero peccato sì. Non sapevo della genesi della copertina, molto interessante.
RispondiEliminaciao, silvano.
P.S. a proposito di genesi, ma i Genesis gruppo che negli 70 fece sfracelli in Italia e nel mondo...ma non piacciono più a nessuno che non si becca una recensione su di loro nei blog manco a morire?
Io li adoro Silvano. Qualcosa su di loro ho scritto e scriverò in futuro
RispondiEliminaIeri ho tenuto un seminario, al Liceo Classico della mia cittadina, sulla "Musica e Mass media". Uno degli argomenti che ho trattato è stato "la storia dei supporti", intendendo per supporti, i mezzi di fruizione della musica, dal cilindro di cd all'mp3. Ho portato alcuni vinili tra in quali un Sgt. Pepper's della settimana in cui è uscito ed un triplo di Woodstock. I ragazzi, anche i più piccoli erano affascinati da queste opere d'arte grafiche efotografiche. Una esperienza visiva e tattile che a loro è sconosciuta. A parte questo e l'importanza che per noi ha costituito il possedere l'oggetto "disco", Bowie ha rappresentato il rigore musicale, all'interno di una immagine androgina , fortemente trasgressiva, ambigua. Molto spesso è stato dimenticato il grande talento del musicista, nato come sassofonista ma capace di composizione con svariati strumenti. La cover a Syd Barrett è un segno della sua intelligenza e sensibilità artistica, per un piccolo crazy diamond che avrebbe potuto cambiare le sorti dei P. Floyd (anche se a me sono piaciuti anche così...).
RispondiEliminaGrazie per avermi portato a conoscenza dei fatti legati alla copertina di un bel disco del White Duke.
RispondiEliminaDavid, Sid, Genesis, Pink ... che bei tempi...
Luka
Un'altra curiosità da non sottovalutare, riguardo a questo disco, è che si tratta del primo album di cover della storia.
RispondiEliminaSì, certo, già negli anni 60 si registravano dischi con rifacimenti di brani altrui, ma era un costume, un usanza che niente aveva a che vedere con il concetto di "cover". Difatti nessuno le chiamava così. Bowie, in questa occasione fece, per primo, ciò che oggi chiamiamo un album di cover. Era un disco concepito e sviluppato solo utilizzando brani famosi, con una certa logica (riguardano la giobentu' MOD del Nostro) ed un progetto vero e proprio.
Ne scrissi anche io, qui (se vi interessa): http://fard-rock.blog.excite.it/permalink/505160
Questo non lo sapevo. Era avanti in tutto il duca!
RispondiEliminabel disco, si', gran bel disco!
RispondiEliminaOh Madonna, che botta di ricordi.
RispondiEliminaNon riesco mai ad essere obiettivo quando parlo di Illo, nel mio blog non ne ho mai (in 4 anni che scrivo di musica) parlato per cercare di mantenere un minimo di equilibrio.
Da Pin Ups, capii che Bowie non è così "autonomo" come sembrerebbe.
E così, dopo i tributi a Dylan dei dischi precedenti, qua si omaggiano PInk Floyd, Who e Kinks in primis.
L'altra metà del cielo.
A volte è anche bello non essere obiettivi, ma lasciarsi trasportare dalle proprie passioni, musicali e non.
RispondiEliminaQuesto disco ha girato sul mio piatto ,alternato a The Dark Side of the Moon e Selling England by the Pound per qualche annetto .
RispondiEliminaIl primo disco di Bowie che ho acquistato. Era appena uscito ed io avevo 10 anni. La versione di See Emily play con quel finale mi mise al tappeto al primo ascolto. Da lì son diventato un Bowiano credente e praticante.
RispondiElimina