"... è il più bel documento contro la guerra che io abbia mai letto." Questa frase, letta in un forum, rispecchia esattamente il senso di un libro che ho impiegato mesi a leggere e a metabolizzare: praticamente tutta l'estate.
In Caduta libera Nicolai Lilin racconta i suoi due anni di leva obbligatoria passati in prima linea nella guerra tra Russia e Cecenia costretto a fare il cecchino (vista l'abilità nel tiro acquisita durante l'infanzia a caccia con il nonno) nelle truppe speciali dei sabotatori: piccoli gruppi senza divisa e grande libertà d'azione. Quella che ne esce è la vera faccia della guerra: un racconto senza filtri, visto con gli occhi di un ragazzo obbligato ad abituarsi in fretta alla crudeltà e all'orrore per un puro istinto di sopravvivenza che col tempo si trasforma nel piacere osceno di uccidere. Devastante, ma impossibile non proseguire una volta iniziato il racconto di quello che si rivela essere un vero e proprio mattatoio quotidiano.
Passano i secoli ma a qualsiasi latitudine il potere non cambia: soldati e civili in guerra sono considerati carne da macello. A volte in passato ho trovato eccessive le posizioni di Gino Strada, ma sempre più le comprendo e le condivido. Troppo facile sentenziare stando seduti davanti alla tv o in parlamento.
Passano i secoli ma a qualsiasi latitudine il potere non cambia: soldati e civili in guerra sono considerati carne da macello. A volte in passato ho trovato eccessive le posizioni di Gino Strada, ma sempre più le comprendo e le condivido. Troppo facile sentenziare stando seduti davanti alla tv o in parlamento.
...sono stato criticato da un giornalista che mi ha accusato di aver parlato di guerra senza morale. Ma io so come è stato in Afghanistan: so che lo scortavano con quattro blindati per fare due foto a una bambina morta e poi scrivere di un orrore che non ha nemmeno vissuto. Fanno tutti così.
Lilin vive in Piemonte dal 2003 e di mestiere, oltre a scrivere, fa il tatuatore. Ha imparato l'italiano e l'ha utilizzato per scrivere il suo libro che è uscito l'anno scorso.
E' il secondo libro di Lilin, il primo è "Educazione siberiana" in cui narra della sua infanzia in Transnistria, l'ho letto e l'ho trovato molto bello...adesso devo leggere quello di cui parli tu :)
RispondiEliminaNo dai, Nicolai Lilin proprio no. Per me è tre quarti di balle e una di boria.
RispondiElimina@ Rouge:
RispondiEliminaPrima di leggere il libro non lo conoscevo per niente; non sapevo neanche che fosse stato ospite in qualche programma televisivo.
Solo in seguito ho letto delle polemiche e delle accuse soprattutto sul primo libro.
Riguardo "Caduta libera" devo dire che qualche dubbio a posteriori si è insinuato, però a questo punto è veramente difficile: tutti i dettagli così precisi sul gergo, armi e tecniche di combattimento e tanti altri particolari mi fanno pendere dalla parte del racconto veritiero.
E' anche vero che è una realtà (quella russa) che un lettore non conosce, però qualche esperto in materia l'avrà pur letto! Anche Saviano, che l'ha sostenuto, vuoi che non si sia reso conto di avere a che fare con un millantatore?
In rete se n'è parlato molto e come sempre ognuno ha la sua idea:
nicolavilla.nova100.ilsole24ore.com/2009/04/il-crimine-paga-e-tira.html
L'abilità nel tiro sarebbe sempre meglio non acquisirla: l'assassinio è dentro la nostra psiche e con l'evoluzione andrebbe via via estirpato, invece cosa facciamo? Facciamo crescere i marmocchi con giochini in cui si divertono a fare i killer. Già che sono fuori tema vado avanti e aggiungo: ieri al semaforo avevo davanti un simpatico pick-up con un simpatico adesivo che ritraeva un cervo al centro di un mirino, e la simpatica scritta ONE SHOT ONE KILL. Non ti dico quanti gliene ho lanciati dietro, di anatemi e insulti...
RispondiEliminaTornando a noi: libro che naturalmente mi segno, e leggerò. Grazie della segnalazione mon ami.
Io vado a pelle, e il personaggio mi sembra egocentrico, borioso e presentuoso. Su quello che ha scritto pure sua madre ha avuto da eccepire, per cui potranno essere bei romanzi, ma romanzi, non vita vera. Nulla di male, ma rende il tutto un po' fasullo. E' un fenomeno editoriale, costruito per vendere: ci sono fior di editor nelle case editrici pagati per questo.
RispondiEliminada che esiste la guerra, esistono questi personaggi. e sono loro che ne decidono le sorti, non gli eroi delle figurine, belli e pieni di ideali...poi, di alcuni si sa, di altri meno, o nulla. legione straniera, corpi speciali russi, topi del deserto inglesi, etc. etc. gente senza volto, che faremo fatica a trovare anche nei libri di storia, ma che esiste dai tempi di Sparta.
RispondiEliminasicuramente non è granchè bello immortalare in una forma artistica tali personaggi, in tempi in cui dare certi esempi al pubblico è abbastanza pericoloso...
@ Rouge:
RispondiEliminaMi risulta difficile giudicare l'uomo perché l'ho visto solo in foto. L'opera, se fosse finzione, perderebbe tutto il suo senso: come romanzo non è un granché. Educazione siberiana non l'ho letto.
@ Zio Scriba:
Ciao Nick. Me l'ha prestato un amico; non ero neanche tanto convinto di leggerlo e l'ho tenuto lì quasi un anno.
Partendo dal presupposto che sia reale, in alcuni passaggi è quasi insopportabile.
@ unwise:
Sono d'accordo, c'è ben poco da immortalare.
L'ho comprato ed è in lista d'attesa.Ho letto pareri controversi,ma credo valga la pena affrontarne la lettura.
RispondiEliminaE parlando di libri contro la guerra, i due che più mi sono piaciuti: "Niente di nuovo sul fronte occidentale" (scelta banale, ma in terza media era stato uno shock) e "Comma 22".
RispondiEliminaHo letto Educazione siberiana, e devo dire che non mi è piaciuto moltissimo, intanto Salvatores ne sta facendo la trasposizione cinematografica, vedremo che ne esce. Il nuovo non so se comprarlo dopo il primo non esaltante.
RispondiEliminae se fosse il nuovo J.T. Leroy?
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