Simon Reynolds - Retromania (Musica, cultura pop e la nostra ossessione per il passato)
Questo fenomeno, col passare degli anni delle persone è comprensibile, anche se a volte mi è capitato di assistere a scene surreali e imbarazzanti, come quando ad una festa di compleanno o di classe (avevamo i figli alle elementari) un babbo fece cantare alla figlia la canzone di cui sotto (1981), accompagnando le parole con l'aria sognante di chi si immerge nei ricordi di gioventù.
Naturalmente ogni generazione e ciascun individuo ha i suoi miti/ricordi musicali e certi programmi televisivi fanno leva proprio su questo aspetto per dispensare nostalgia e canzoni all'ingrosso grazie soprattutto all'apporto di bambini ammaestrati e cantanti riesumati.
Con una disponibilità fino a pochi anni fa impensabile, nel calderone dei ricordi, attraverso ristampe, cofanetti e reunion varie; con l'ausilio di internet, youtube, blog, tv e radio, ce n'è per tutti i gusti: dalle porcate più commerciali o scadenti alle quali lo scorrere del tempo ha inspiegabilmente restituito dignità, ai prodotti di nicchia più sconosciuti, ormai a portata di clic. Come argomenta Reynolds nel libro che sto leggendo, è la retromania, un fenomeno che si è diffuso in maniera dilagante soprattutto in ambito musicale e non solo: pensate alla quantità di remake nel cinema degli ultimi anni.
In linea di principio non c'è niente di male ed è fantastico che ci siano queste opportunità: a tutti e anche al sottoscritto piace parecchio rivedere e ascoltare (rivivere) cose del passato; è lo sguardo costantemente rivolto all'indietro senza interesse per un presente considerato poco stimolante o addirittura deprimente/scadente, che mi lascia perplesso. Parlo in generale di un atteggiamento abbastanza diffuso tra gli appassionati che hanno superato una certa soglia d'età, ma in concreto mi riferisco anche a persone che stimo e conosco personalmente.
Nel mercato dei ricordi c'è poi un aspetto in particolare che non sopporto e non mi ha mai attirato: le reunion, soprattutto quelle temporanee; anche dei gruppi che ho più amato. Per fare un esempio: se si riformassero i Talking Heads esclusivamente per riproporre i vecchi brani, mai e poi mai andrei ad un loro concerto; preferisco tenermi il ricordo di quel live strepitoso del 1980.
Ormai ci siamo trasformati in tribute band. Se ti metti a suonare (sempre e solo, aggiungerei) il vecchio repertorio sei una tribute band. E questo vale anche per me.
(Hugh Cornwell, ex cantante degli Stranglers)
Nel mercato dei ricordi c'è poi un aspetto in particolare che non sopporto e non mi ha mai attirato: le reunion, soprattutto quelle temporanee; anche dei gruppi che ho più amato. Per fare un esempio: se si riformassero i Talking Heads esclusivamente per riproporre i vecchi brani, mai e poi mai andrei ad un loro concerto; preferisco tenermi il ricordo di quel live strepitoso del 1980.
Ormai ci siamo trasformati in tribute band. Se ti metti a suonare (sempre e solo, aggiungerei) il vecchio repertorio sei una tribute band. E questo vale anche per me.
(Hugh Cornwell, ex cantante degli Stranglers)
E' quello che sostengo da quando ho cominciato a scrivere sui blog... :)
RispondiElimina@ Allelimo:
RispondiEliminaDiciamo che è un tuo chiodo fisso!
Però mica hai citato Jacques Edouard Barbot. :)
sfondi una porta aperta caro luc...
RispondiEliminasoprattutto la sfiducia per quello che offre la musica nel presente è da condannare..sottoscrivo in toto quel che dice Cornwell....
Spesso, trasmissioni tv popolari, hanno giocato sui ricordi personali e/o di massa del passato (e non solo la tv, a pensarci, ma ogni "mezzo di narrazione"). La prima che mi viene in mente è "Happy Days". Ma forse vado fuori tema ...
RispondiEliminaL'ho letto da qualche parte anni fa, invecchiando torneremo ad amare la musica dei nostri 17-20 anni. Non si scappa ragazzi, spero solo per voi che a quell'età abbiate scelto bene, altrimenti saranno cazzi :-)
RispondiEliminaLe reunion dei gruppi punk wave mi fanno letteralmente cagare, ma anche le celebrazioni gli approfondimenti i retroscena, non voglio sapere niente, non rovinatemi la magia di quegli anni.
gianf
@ Alligatore:
RispondiEliminaPienamente in tema! Il problema è se lo "spesso" diventa sempre.
@ gianf:
Beh, in effetti in questa fase ci sono già passato; non mi è per niente dispiaciuta e ogni tanto ci ritorno volentieri (ma senza reunion).
@ Brazz:
E' anche vero che è a volte è faticoso: c'è molto da sfrondare, ma anche questa è passione.
luc
RispondiEliminase si ha lo spirito giusto non è faticoso, credimi..è stimolante
anonimo..quanta ragione hai...le reunion new wave sono una oscenità..e direi pure i gruppetti che scimmiottano...
L'unica attrattiva del passato è che è passato,diceva un certo Oscar Wilde.A parte Sammy Barbot,non mi dispiace vivere momenti nostalgici,riascoltando vecchi cd o rivedendo vecchi film.Ma non smetto di guardare al presente e al futuro.forse perchè la musica ( nello specifico parlo di musica )mi piace talmente tanto che non posso pensare di restare ancorato al passato per potermi emozionare.Ho amici che si sono fermati agli anni 70 e non ascoltano altro.Per me è come se in qualche modo fossero già morti e la cosa mi fa tremendamente incazzare.
RispondiEliminaIl tempo è solo una retta.
RispondiEliminaCi si può scivolare sopra avanti e indietro, a piacimento.
L'importante non è rifiutare la nostalgia a priori o cercare sempre e comunque di evolvere.
L'importante per me è la consapevolezza.
Si può essere consapevolmente nostalgici ma anche consapevolmente futuristi. Basta non pensare che il passato era meglio per forza o che il futuro offirà matematicamente le cose migliori.
Sono semplicemente momenti diversi e comunque dignitosi.
Mia moglie butta via tutto, periodicamente, e io mi incazzo quando mi fa sparire oggetti che , per lei, non hanno un grande significato...Però c'è un limite dettato dal buon gusto, dalla decenza e dalla considerazione che siamo anche noi a renderci la vita interessante...
RispondiEliminaA proposito delle reunion musicali o di altro genere le trovo tristi..
@ Blackswan:
RispondiEliminaEh lo so! Che ci vuoi fare. Un amico più vecchio di me, non ha né pc, né lettore cd, nè TV. Lo stimo e lo ammiro: è un pozzo di competenza musicale, ma non si può andare oltre la barriera del 1980!
@ Diamond:
"Basta non pensare che il passato era meglio per forza o che il futuro offirà matematicamente le cose migliori."
Mi piace assai come formula!
@ Mrhyde:
Soprattutto quando è evidente lo scopro esclusivamente commerciale. Della serie: mungiamo i vecchi fan che ora sono cresciuti e hanno i soldini per i cofanetti e tutto il resto.
I solisti hanno il vantaggio di dover riunificare solo loro stessi (anche se in certi casi è complicato esattamente quanto riunire la Bonzo Dog Doo Dah Band al completo).
RispondiEliminaPerò vanno capiti. Tengono famiglia. Chiedere ai vari promoter quanto ci scappa alla fine della giostra e poi non ci sarà più bisogno di chiedersi il perché di queste reunion.
condivido!
RispondiEliminasì ma io ad una reunion dei Talking Heads ci andrei di corsa! purtroppo non li ho visti negli anni '80 ed ho solo il ricordo del live da solista di Byrne a Roma all'uscita del suo secondo omonimo disco: tra le altre cantò Don't Worry about...per me furono brividi, caro Lu, ma capisco il tuo punto di vista.
RispondiEliminaciao
non sono nemmeno andato nell'89 a vedere il tour di rei momo pur di non guastarmi il ricordo del più grande concerto di tutti i tempi!!!!
RispondiEliminasul tubo c'è praticamente tutto il concerto di Roma di quel tour(è due giorni dopo Bologna)..tano x farsi un'idea...
Interessante post.
RispondiEliminaComodamente quoto @DiamondDog evitando così le solite mie banalità... :)
Forse è anche perché chi all'epoca, da ragazzo, non aveva facile accesso ad acquistare i dischi degli artisti preferiti, adesso fa man bassa di tutto quello che allora non poteva acquistare, comprese anche le registrazioni delle scorregge. E' un business come un altro, come è sempre esistito nel mondo della discografia.
RispondiEliminabe harmo..non è proprio così..si è spaventosamente accentuato..e certe operazioni sono senza ritegno alcuno...
RispondiElimina@brazz
RispondiEliminaconcordo sul poco ritegno di certe operazioni; constatavo soltanto un dato di fatto, visto anche la scarsità delle vendite dei cd, le case discografiche ormai sono ridotte a raschiare il fondo del barile e a spillare soldi all'appassionato. va da se che per certe operazioni ne sono attratto pure io, magari ne approfitto per acquistare un disco che all'epoca non mi potevo permettere, ma si ferma al massimo con le edizioni a due dischi, o, ad esempio, nel caso delle riedizioni di "What's Going On" e "Quadrophenia" faccio un'eccezione. Di tutto il resto, booklet, serigrafie, outtake o demo che era meglio lasciare nel cassetto, autografi e scorregge varie, non so che farmene.
anche perché nei due dischi citati si riesce a capire come è stato costruita l'opera poi pubblicata, ed anche gli inediti aggiungono qualcosa agli album originali.
RispondiEliminaLo sguardo al passato personalmente parte anche dalla constatazione (triste) che, restando in ambito "rock" (nella sua accezione più ampia), dopo un certo periodo si sia detto veramente molto poco di nuovo.
RispondiEliminaNon è per forza necessario produrre qualcosa di NUOVO.
Anche perchè forse il "nuovo" in questo ambito si è esaurito.
E per forza si tende a riciclare, citare, ripulire, aggiornare le vecchie idee, le basi.
In quest'ottica spesso si preferisce ricorrere agli originali, alla loro freschezza, genuinità e spontaneità.
Che poi ascoltando i Clash o i Jam mi venga in mente quando avevo 18 anni e uscivo dal negozio con il loro nuovo album appena pubblicato è ovviamente un altro paio di maniche (nostalgia etc etc)
Mi ripeto: meglio guardarsi il didietro per il momento che guardare avanti...
RispondiEliminaMa come si può sostenere seriamente che il rock si è "fermato"?
RispondiEliminaE' la stessa cosa che dicono tutti da sempre: credere che la storia si sia davvero fermata in coincidenza con la nostra gioventù mi sembra voler rifiutare la realtà.
Invito a rileggere la prima citazione del post: "Ogni generazione invecchiando vorrà vedere la propria gioventù musicale trasformata in mito e monumento".
Mi sembra dica veramente tutto.
Personalmete ho sempre cercato il "nuovo".
RispondiEliminaPassando di Beatles al prog, dal punk alla new wave e poi il grunge, l'hip hop.
Ho ascoltato e ascolto di tutto, tanto più se non si tratta di "solite cose" (e allora via a cercare nella world music, nell'elettronica etc).
Poi pensi ai migliori 20/30 album della storia del rock e vedi che il 90% arriva dai 60, dai 70, dagli 80.
OGGETTIVAMENTE intendo....
Da qui la riflessione, personalissima e serissima, che il rock ad un certo punto ha detto tutto e si è fermato.
tony
RispondiEliminaforse il rock come lo si intendeva una volta non ha più molto da dire..intendoil classico rock che viene dai soliti luoghi, cioè albione e usa...penso che ci sia tanta ottima musica,ma che vada cercata altrove rispetto al passato..e poi forse bisognerebbe non fare più paragoni fra periodi storici...il rock nei 60 aveva anche valenze sociali che andavano oltre la musica in senso stretto..ora se vuoi ricercare un approccio che ricordi quello di alloradevi cambiar luoghi d provenienza..e allora il mali, i berberi, l'est del mondo...
tony: sa dio se non ti stimo moltissimo (i Not Moving sono sempre lì nella top-10 italiana del mio blog), ma quell'oggettivamente nel tuo commento è davvero fuori luogo.
RispondiEliminaIl 90% dei 20/30 migliori dischi della storia del rock secondo te vengono da quegli anni lì.
Non c'è niente di oggettivo in questo: tutti i pareri su - genericamente - l'arte non possono che essere soggettivi.
A meno che tu non sia in grado di dimostrare oggettivamente che, per dire, un disco dei Jam è più bello di uno di Laura Pausini.
Ma oggettivamente eh, come si può dimostrare che 2 + 2 è uguale 4.
Però il fatto che tu estenda l'età d'oro fino agli '80 è molto indicativa della tua età, e rispecchia in pieno la citazione già ricordata nel mio commento precedente.
Sullo stesso tema, posso citare dal tuo blog questo post?
"...In un'intervista ricorda come gli Small Faces fossero spesso a casa sua e che suo padre era un mod nel 1961.
Quando nel '79 gli fece ascoltare Jam e altr gruppi del mod revival gli disse, inorridito, che mod era Miles Davis e la Tamla Motown, non quella spazzatura pop. "
Il mio OGGETTIVAMENTE è in effetti soggettivo:)
RispondiEliminaMa OGGETTIVAMENTE mi sembra difficile, improbabile, fuorviante, incompleto escludere da uno dei soliti "I migliori album della storia rock", cito a caso: Beatles, Stones, Who, Pink Floyd, Hendrix, Zappa, Doors, Clash, una raccolta di Elvis, varie cose dalla black music dell'epoca, Cpt Beefheart, Clash, Led Zep, Sex Pistols, Talking Heads.
Non parlo necessariamete di QUALITA' ma di quanto hanno rappresentato nella storia del rock.
E allora vediamo subito che alla fine la maggior parte del "meglio" si concentra lì e che poi è stato solo un riciclare quelle fondamenta.
Personalmente continuo ad ascoltare di tutto e a cercare del nuovo, ma Tinariwen o Amadou et Mariam per citare berberi e Mali sono un'altra espressione musicale.
Difficilmente ascrivibile al rock.
Il rock ha già espresso tutto e mi va bene considerarlo così. Co sono cose nuove più che pregevoli (a caso i nuovi Tom Waits, Pj Harvey, Anna Calvi) ma che non aggiungono nulla.
E così mi ascolto i Beady Eye , maestri della scopiazzatura ma che mi divertono e tengono compagnia.
@ Tony: Ma anche il tuo considerare difficilmente ascrivibili al rock i Tinariwen è puramente soggettivo (su Amadou & Mariam sono d'accordo, ma per fortuna la musica africana non è limitata a loro). :)
RispondiEliminaPer me i Tinariwen, ora come ora, sono rock al 101%, ma non tanto perchè sono estimatrice della musica africana: in loro trovo uno spirito sinceramente battagliero e orgoglioso nell'appartenenza ad un popolo con una storia difficile e sanguinosa; una musica ipnotica, che si basa sulla tradizione del luogo (in quanto a ritmiche, strumenti utilizzati, vocalità, suggestioni, etc.), ma al contempo è aperta e guarda altrove, prendendo spunto tanto dal blues elettrico di Hendrix, quanto da quello acustico di John Lee Hooker, ma rielaborandoli in un modo unico (stesso discorso per un gigante come Ali Farka Toure...). E dal vivo a mio parere hanno un impatto molto fisico, che mi prende la pancia in una maniera incredibile. Solo perchè non sono anglosassoni non significa che non possano essere percepiti come 'rock', o che non possano avere sugli appassionati un impatto da 'rock band'.
Forse dovremmo iniziare a domandarci quali significati ciascuno di noi attribuisce all'universo creato dalla parolina 'rock'. Scommetto che per ognuno rappresenta qualcosa di differente, che dipende da un trilione di aspetti diversi.
Si infatti il termine "rock" è ormai talmente ampio (ci puoi mettere i Deep Purple e i Tinariwen, Dylan e gli Einsturzende Neubaten, PJ Harvey e perfino i Kraftwerk)
RispondiEliminaForse rock va inteso come , appunto, musica di matrice anglosassone che nasce da Elvis, Beatles e Stones.
IN OGNI CASO. Difficile , per quanto li apprezzi, mettere nei primi 30 album significativi della storia del rock un odei Tinariwen ed escludere i Led Zeppelin o i Pink Floyd....
Si infatti il termine "rock" è ormai talmente ampio (ci puoi mettere i Deep Purple e i Tinariwen, Dylan e gli Einsturzende Neubaten, PJ Harvey e perfino i Kraftwerk)
RispondiEliminaForse rock va inteso come , appunto, musica di matrice anglosassone che nasce da Elvis, Beatles e Stones.
IN OGNI CASO. Difficile , per quanto li apprezzi, mettere nei primi 30 album significativi della storia del rock un odei Tinariwen ed escludere i Led Zeppelin o i Pink Floyd....
E vabbè, sono anche venuti dopo ;)
RispondiEliminaI dischi più 'significativi' della storia del rock...argomento spinosissimo tanto quanto è appassionante :)
si, i Tinariwen sono un buon gruppo di contaminazione folk,per carità, onore alla rinascita del popolo Africano, li amo e mi sono simpatici, ma non è il caso di scomodare Jimi Hendrix, John Lee Hooker o Ali Farka Toure..
RispondiElimina..a parte che, parlando di Africa,mi sono fermato agli Osibisa e non trovo eguali...(anche Yuossou n'dour fa grande contaminazione...)
Perchè non scomodarli? E poi ho solo parlato di 'prendere spunto' e di 'rielaborare', non mi sembra di aver tolto nulla ai grandi nomi che ho citato (che pure, personalmente, idolatro: specie Hendrix e Ali F. Toure). E fidati che l'Africa è una miniera :)
RispondiEliminaSono d'accordo che l'Africa è una miniera..come sono convinto che c'è un sacco di bella musica della quale(io, personalmente) non so nemmeno l'esistenza..e cè tanta cacca..E' anche vero che ci leghiamo ai nostri miti e ne siamo gelosi...ed anche la musica che cambia linguaggio, a volte ci trova impreparati...
RispondiEliminaTony, per piacere, non fare anche tu il solito errore: la "storia" del rock ha evidentemente bisogno di tempo per diventare storia. Prima, è cronaca.
RispondiEliminaLa tua storia del rock si ferma ai primi anni '80, va bene così, ma è la tua storia del rock, così come la storia del mod del padre di Eddie Piller si fermava a Miles Davis e Tamla Motown.
Dalla tua storia del rock mancano, ad esempio, tutti i primi dieci della mia storia del rock. In ordine cronologico, Velvet Underground, Robert Wyatt, Nick Drake, David Sylvian, Sonic Youth, Spacemen 3, Opal/Mazzy Star, Yo La Tengo, PJ Harvey, Fennesz.
In tutto questo non c'è niente di oggettivo: attendo ancora la dimostrazione che un disco dei Jam sia più bello di uno di Laura Pausini :)
E' proprio credere che la storia si sia fermata, guarda un po', quando noi avevamo vent'anni che mi sembra una posizione non seriamente sostenibile. Perchè la sostiene ogni generazione, da sempre, e ogni generazione ha sempre avuto torto. Anche la nostra, purtroppo...
Tony-face un grande, allelimo il solito spocchioso borioso sparaturbominchiate.
RispondiEliminaUn album dei Jam è migliore di uno della Pausini senza bisogno di dimostrazioni.
RispondiEliminaBrigitte Bardot (da giovane) era più bella di Rosy Bindi non ha bisogno di dimostrazioni particolari.
La mia/nostra generazione NON ha avuto torto, ha avuto ragione ed è stata migliore di tante altre venute prima (quelle che si sono massacrate in due guerre mondiali ad esempio) e di altre venute dopo.
Lo rivendico e ne sono sicuro, anche da un punto di vista musicale.
Rimango della mia opinione: il rock ha espresso il suo meglio dal 1965 al 1980 o poco più.
Poi è decaduto, ha continuato a far bene ma raramente meglio.
@ mrHyde: "ed anche la musica che cambia linguaggio, a volte ci trova impreparati" --> mi piace molto, e sono d'accordissimo.
RispondiEliminaQuoto Tony-Face, quel che ha scritto è vangelo.
RispondiEliminad'accordo con mr. hyde..bisogna quindi cambiare il sistema di valutazione...per quesyo non posso essere d'accordo con Tony
RispondiEliminaah sono brazzz
@ SigurRos82:
RispondiEliminaGrazie, è un piacere parlare con te e con chi sta partecipando a questo dibattito molto interessante...
La Teiera vola alto.
Mr.Hyde
RispondiEliminaSono contento di ospitarlo anche se partecipo poco: in parte perché ho già detto quello che penso e poi perché in queste giornate sono preso dal libro di Simon Reynolds.
Tony, mi permetto: questa tua chiusura mentale non me l'aspettavo proprio. (Da altri sì, tipo uno dei due Fratelli De Rege).
RispondiEliminaStai sostenendo quello che sostiene ogni generazione, ed ogni generazione è convinta di avere ragione: secondo me, è una posizione insostenibile.
Anche la dimostrazione oggettiva della qualità di un'opera d'arte non è mica uno scherzo: senza dimostrazione, è solo un parere.
E io sono d'accordo che un disco dei Jam è meglio di uno della Pausini, ma la dimostrazione oggettiva è impossibile.
Allelimo stai rompendo i coglioni!
RispondiElimina"Questo è quanto, in ultimo, preferirei che le offese a mezzo commento fossero evitate la prossima volta, ma sul serio."
RispondiEliminaChi indovina l'autore della frase sopra citata vince un disco qualsiasi di pop di classe.
:)
Senti, caro sofista del piffero, d'ora in poi cerca di evitarmi, anzi mettiti bene in testa che per te non esisto, chiaro?
RispondiEliminaQueste belle parole invece non importa indovinare chi le ha scritte, è proprio il prode allelimo. poi uno dice che si incazza.
Ecco il bel florilegio:
"Cari i miei due idioti, ma state facendo a gara per dimostrare chi dei due è più pirla?
Nel qual caso, assegniamo il primo premio ex-aequo e non ne parliamo più.
Come già detto altre volte, il web è grande, andate pure a spargere la vostra ignoranza da altre parti.
Io non vi vengo certo a cercare."
"DiamondDog, rettifico: non sei diversamente intelligente. Sei proprio un coglione fatto e finito.
Prima che inizi a fare l'offeso per la parolaccia ("fatto e finito") ti faccio notare che dando ragione all'anonimo mi hai appena detto che sono, nell'ordine: offensivo, noioso, provocatore, sarcastico, stupido, arrogante, confuso, mentalmente chiuso.
Quando la pianterai di cagarmi il cazzo sarà sempre troppo tardi: scriviti le tue stronzate sul tuo blog, dove ci sarà sempre qualche tuo amichetto che ti darà ragione a prescindere, ed evita di tornare qui, grazie.
Staremo meglio tutti e due."
"Dico la verità, son contento che sia tornata una delle due metà del Dinamico Duo del web, i Bibì e Bibò di Internet, meglio, i Fratelli De Rege dei blog. Avete già deciso a chi dei due spetta la parte che faceva Walter Chiari? Decisione non semplice, eh, posso capirvi..."
Con questo mi scuso per il disturbo, e ringrazio per la pazienza di Lucien.
Ma allora avete deciso che la parte di Walter Chiari la fai tu! Son proprio contento, vedrai che ti verra' bene.
RispondiEliminaCiao Stanlio, o Ben Turpin o Forrest Gump, boh scelti te. Ma forse il personaggio che ti si confà è quello di Gigi Marzullo.
RispondiElimina"Gnana quagnana"
RispondiEliminaSgarbi, brunetta, mammuccari, barbareschi, fede, papi, laurenti....o forse sei più una milly carlucci.
RispondiEliminaAddio brodo!
"Gnagna quagnana" (prima avevo dimenticato una "g")
RispondiEliminapenoso...
RispondiElimina"Ridi, ridi! La pastina don Abbondio sulla bocca quando ascolti..."
RispondiElimina