Una bella scoperta di quest'anno. Band dell'Oklahoma difficile da incasellare e questo è quasi sempre un bene. Pop orchestrale si potrebbe definire; scenografico, pieno di suggestioni, con arrangiamenti ricercati (sedici mesi di lavoro) che vanno assaporati ascolto dopo ascolto. Un disco contemplativo dall'inizio sfavillante con capolavori come l'eterea Four 12, ma con una seconda parte in leggero calo. Peccato, altrimenti sarebbe potuto salire ancora più in alto.
Jesse Tabish: “La nostra idea era quella di creare una musica ispirata dal paesaggio, ma che creasse a sua volta uno spazio, una specie di grande cielo in cui perdersi. Un po' come una colonna sonora.”
non li conoscevo..
RispondiEliminasound ammaliante!
Bellissimo album conosciuto grazie alla Teiera.
RispondiElimina:)
Un gran bel disco, che non smetto di ascoltare e che continua a regalarmi suggestioni.
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