giovedì 15 novembre 2012

Quattro soli a motore

Già non è il mio campo scrivere recensioni di libri, se poi il romanzo in questione è quello di un amico blogger (che ho avuto il piacere di conoscere di persona) il compito è ancora più delicato. Ma per coerenza non voglio sottrarmi, anche perché questo spazio è nato proprio per parlare e scrivere di ciò che rende più bella la nostra esistenza: musica, cinema, letteratura...
Non voglio dilungarmi nel racconto di una trama che potete tranquillamente leggere qui: elencherò semplicemente le ragioni per cui mi è piaciuto.

Mi è piaciuto perché nella storia ho ritrovato situazioni che sicuramente in tanti, nati e cresciuti come me nei piccoli paesi dell'Italia anni sessanta e settanta, avranno vissuto nella loro infanzia e adolescenza: il cattolicesimo invadente, le vicine di casa bigotte e rompicoglioni, le paure irrazionali, i personaggi inquietanti del mondo degli adulti, i parenti antipatici, i bulli da evitare, le case misteriose da esplorare, i matti del paese, i primi incontri con la morte, le estati passate per strada e le amicizie esclusive.
Ah, dimenticavo: l'esaltazione per l'Olanda di Cruijff e Neeskens.
Tutto questo e molto altro potete trovare in un romanzo che è stato definito di formazione a tinte noir, ma che secondo me ha il pregio di andare oltre i generi e soprattutto di non assomigliare a nessun altro. Quattro soli a motore mi è piaciuto perché ha il dono di una scrittura ironica e pungente che non annoia mai nel racconto in prima persona delle vicende di Corradino nell'estate del 1978, durante il passaggio cruciale tra infanzia e adolescenza; attorniato da una serie di personaggi che si stampano subito nella mente grazie allo stile di Nicola che con poche e incisive pennellate delinea ritratti indimenticabili come l'odiosa zia ammazza-gatti; il misterioso centenario Kestenholz, la bigotta De Ropp, lo sgradevole prete Nocche Pelose e tanti altri. Mentre leggevo immaginavo già il film con tanto di colonna sonora diegetica.

Dopo le lodi (più che meritate) ci vuole anche la critica, se no sembra che io sia un parente stretto o che la casa editrice, conoscendo i miei punti deboli, mi abbia recapitato un fusto di birra in allegato al libro (che fra l'altro è arrivato in un lampo) in cambio di un giudizio positivo. Dovendo fare un appunto, dirò che per quanto brevi, non mi hanno entusiasmato gli intermezzi fantascientifici, solamente perché mi spezzavano il fluire del racconto da cui ero parecchio preso. Per tutto il resto: grande Nicola! Aspettiamo al terzogenito tre che sicuramente hai già nel cassetto.

5 commenti:

  1. in assenza di commenti dico la mia, anzi quella di mia moglie che lo ha letto prima di me e dalla quale speravo di ricavare un bel post (senza successo).
    le sono servite poche ore e si è commossa. lo ha trovato di una umanità straziante e le ha ricordato molto le storie di Gianburrasca.
    che arrivi questo saluto allo zio Nik dalla teiera ...
    Gianni

    RispondiElimina
  2. @ Gianni:
    Una delle caratteristiche della scrittura di Nik è il tragico-comico: un registro "rischioso" e mica facile da reggere.

    RispondiElimina
  3. Chi trova un amico , trova un tesoro e questa nostra" teiera" lo ha dimostrato nella migliore maniera,invogliandoci a leggere il libro della zio Scriba, descrivendolo in maniera più che piacevole e facendoci capire i reali valori dell'amicizia!

    RispondiElimina
  4. Come avrebbe detto Troisi: "ok, mo' me lo segno!"

    RispondiElimina
  5. Condivido le lodi, e sottoscrivo in particolare "ha il pregio di andare oltre i generi e soprattutto di non assomigliare a nessun altro."

    RispondiElimina

Welcome