A certi dischi si resta legati da un filo invisibile, attraverso strani meccanismi tra cui spesso quelli affettivi.
Nel 2002 ero in vacanza a Londra e stavo spulciando i CD in un negozietto a Greenvich Village, quando riscoprii dopo più di vent'anni di oblio questo disco. Lo comprai subito in preda ad un mix di ricordi e nostalgia: lo collegai istintivamente a due cari amici ormai lontani (fratello e sorella) miei compagni di viaggio e d'avventura e come me grandi appassionati di musica. A suo tempo mi piaceva, ma mi sembrava troppo freddo e preferivo il più classico Blue. Una volta tornato a casa, nel riascoltarlo ne sono rimasto affascinato. Un disco che - non solo a mio modo di vedere - ha precorso i tempi ed è ancora oggi di una modernità incredibile. Forse per questo all'epoca non fu particolarmente apprezzato: nè dalla critica, nè dai fan (vendite bassissime). Un uso magico del piano elettrico Rhodes, il contributo dei migliori strumentisti della West Coast dell'epoca (John Guerin, Joe Sample, Larry Carlton, Robben Ford, Jeff Baxter, Chuck Findley, Victor Feldman) e la voce di Joni Mitchell, hanno prodotto uno scrigno di raffinatezze. Fin dal primo brano, In France they kiss on main street, che vede la presenza vocale di Crosby, Nash e James Taylor, si viene colpiti dall'originalità delle armonie e dalla qualità degli arrangiamenti. Questo è l'album che segna il passaggio dalla fase folk, allo sviluppo di nuove sonorità, in primis il jazz, ma anche sperimentazioni fra cui ad esempio il campionamento di tamburi tribali del Burundi (Jungle line). Lost and found.
Nel 2002 ero in vacanza a Londra e stavo spulciando i CD in un negozietto a Greenvich Village, quando riscoprii dopo più di vent'anni di oblio questo disco. Lo comprai subito in preda ad un mix di ricordi e nostalgia: lo collegai istintivamente a due cari amici ormai lontani (fratello e sorella) miei compagni di viaggio e d'avventura e come me grandi appassionati di musica. A suo tempo mi piaceva, ma mi sembrava troppo freddo e preferivo il più classico Blue. Una volta tornato a casa, nel riascoltarlo ne sono rimasto affascinato. Un disco che - non solo a mio modo di vedere - ha precorso i tempi ed è ancora oggi di una modernità incredibile. Forse per questo all'epoca non fu particolarmente apprezzato: nè dalla critica, nè dai fan (vendite bassissime). Un uso magico del piano elettrico Rhodes, il contributo dei migliori strumentisti della West Coast dell'epoca (John Guerin, Joe Sample, Larry Carlton, Robben Ford, Jeff Baxter, Chuck Findley, Victor Feldman) e la voce di Joni Mitchell, hanno prodotto uno scrigno di raffinatezze. Fin dal primo brano, In France they kiss on main street, che vede la presenza vocale di Crosby, Nash e James Taylor, si viene colpiti dall'originalità delle armonie e dalla qualità degli arrangiamenti. Questo è l'album che segna il passaggio dalla fase folk, allo sviluppo di nuove sonorità, in primis il jazz, ma anche sperimentazioni fra cui ad esempio il campionamento di tamburi tribali del Burundi (Jungle line). Lost and found.
che mica tutte potevano iniziare un disco con crosby&nash e james taylor....
RispondiEliminaConcordi nel ritenerla la più grande cantautrice della storia o hai qualche altra candidata?
RispondiEliminaio mi ero un po'illuso con i primi 2 di Suzanne Vega ma è durata poco.Anche Kate Bush è stata importante ma la produzione,dal punto di vista quantitativo, è molto inferiore.Adesso c'è Tori Amos che però pur piacendomi molto riconosco sia un pò ripetitiva
La domanda di Euterpe non è rivolta a me ma se posso vorrei rispondere anch'io.
RispondiEliminaJoni Mitchell e Patti Smith sono a mio avviso le due più grandi del rock femminile di sempre. A tutt'oggi non mi sembra di veder qualcuno alla loro altezza, per qualità, continuità, durata.
Concordo con Silvano. Per un certo periodo stava guadagnando terreno PJ Harvey, ma rimane ancora distante.
RispondiEliminaLuc, have mercy!
RispondiEliminacome faccio ora?!
love, mod
bè direi patti smith,anche per tuttomun discorso al di fuori della musica..mi piace molto pj harvey,ma non tutto,diciamoche è alterna..però se volete la più grande musicista donna..IVA BITTOVA..ho caricato molto sul blog,..violinista praghese..pazzesca..date retta..ascoltatevi BILLE INFERNO,disco del 1998..
RispondiEliminagrandissima anche la jazzisdta jessica lurie,sia col suo gruppo che con le TIPTON SAX QUARTET..4 sax al femminile..musica favolosa...
Bel disco, consumato come una suola di stivali, e poi ho un debole per le cantautrici.
RispondiEliminaVi ricordate come erano belli i primi due dischi di Rickie lee Jones? E Laura Nyro la conoscete?
Mi viene da ridere a chi cerca di far passare Norah Jones come erede di queste muse.
p.s. Brazz conosci la vocalist jazz cèca Eva Olmeròva?
Provala e non potrai più farne a meno.
@ Modesty:
RispondiEliminaSemplice: fai come faccio spesso io.
http://tinyurl.com/ydug8uq
Oppure meno eticamente, copi e incolli l'indirizzo sotto. ;)
http://www.easy-share.com/1906770359/0338.rar
@ Brazz-Harmonica:
Segno in memoria.
harmonica
RispondiEliminami pare di averla sentita in qualche colaborazione con la bittova e coon il chitarrista(fantastico) vladimir vaclavek..prova a sentili
appena ascoltata..mi pareva male..non la avevo mai sentita..mi pare notevole..comunque,a costo di esse noioso..ascoltate la bittova..
RispondiEliminaLaura Nyro immane :)
RispondiEliminaQuesto disco di Joni Mitchell mi manca...provvederò, grazie ;)
semplicemente il mio disco preferito della joni. C'è il prima, c'è il dopo. Harry' house continua a stregarmi giorno dopo giorno.
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