martedì 9 novembre 2010

Per ora noi la chiameremo felicità

Nel giorno dell'uscita del nuovo disco firmato Le luci della centrale elettrica si sono subito accese le discussioni in rete. 
Qualche giorno fa in occasione dell'uscita del singolo Cara Catastrofe avevo sottolineato, scherzando, il rischio di un eventuale scivolamento verso stereotipi linguistico-poetici o peggio ancora verso l'autoreferenzialità. Dopo aver ascoltato due-tre volte il nuovo album Per ora noi la chiameremo felicità non riesco ancora ad esprimere un giudizio definitivo: la forza comunicativa di Vasco Brondi è innegabile, ma è anche vero che la riproposizione della stessa formula potrebbe portare ad una continuità che rasenta il vicolo cieco. (sentireascoltare)
Difficile rifuggere dalla tentazione paragone/fotocopia con Canzoni da spiaggia deturpata: è vero che lo stile e la poetica sono molto simili, ma non se ne può neanche fare una colpa, specie per un artista agli inizi della sua carriera. Personalmente devo ammettere che alcune canzoni, come quella del video sotto e la splendida Anidride Carbonica, procurano emozioni vere; qualcosa di intenso: un malessere e una tenerezza che toccano l'anima; e non è certo cosa da poco. Come ha scritto Joyello, sono trentacinque minuti pieni di parole, di concetti, pensieri e ragionamenti che non possono lasciare indifferenti. Sono parole di normale ovvietà ma di sconcertante verità. Quelle parole che sono passate dai nostri pensieri chissà quante volte e che Vasco è riuscito a buttare sulla carta.
Ho letto anche stroncature pesanti in giro e non sono d'accordo; è lecito aspettarsi qualcosa di più in futuro da questo ragazzo di Ferrara dall'indubbio talento e dalla strada segnata. Per ora lo chiameremo un Claudio Lolli dei nostri giorni che però non ha più speranza di vedere zingari felici… (Musiczone.it)

12 commenti:

  1. Boh, non so... Ho ascoltato "Canzoni da spiaggia deturpata" un bel po' di volte, ma nonostante sia innegabile il talento lirico di Vasco, che lo contraddistingue in maniera ormai inconfondibile, dal punto di vista musicale lo trovo monotono, non mi suscita particolari emozioni... Proverò ad ascoltare questa nuova opera, vediamo se cambio idea...

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  2. A me questo disco piace sempre di più.

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  3. io invece lo trovo di molte spanne superiore alla spiaggia deturpata e, accantonando per un attimo la parte strettamente musicale, anche decisamente diverso per tematiche e scelte linguistiche. fondamentalmente non c'è traccia dell'annacquamento culturale o dei filtri morali ed ideali tipici dell'essere un po tutti piccolo borghesi. la butto là: probabilmente anche pasolini l'avrebbe amato.

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  4. @ Onan:
    Anche a me

    @ Birdantony:
    Superiore alla spiaggia deturpata sia per la qualità degli arrangiamenti musicali che per i testi.

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  5. Il nuovo disco non l'ho ancora comprato quindi sospendo il giudizio... Ma accidenti quanto è bella quella che hai postato tu!

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  6. ce ne fossero più spesso di luci come quella della centrale elettrica che vengano ad "illuminarci"..

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  7. ben triste la tua chiosa, e temo sia realtà

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  8. Non posso non approfondire la conoscenza di un Claudio Lolli dei nostri giorni, se hai letto qualcosa di mio dei posti passati sicuramente potevi immaginarlo.
    Da quello che ho sentito musicalmente non mi sembra male, anche se probabilmente avrebbe bisogno di qualche ritocco. Però il testo...bellissimo!
    Credo proprio che questo Vasco, che mi sembra decisamente migliore di quell'altro più famoso, possa rappresentarci in futuro!
    Grazie Lucien per avermelo fatto conoscere, a presto

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  9. @ Nico:
    Due anni fa è stato una bella scoperta anche per me. Visto il fiacco panorama della canzone d'autore italiana, teniamoci stretto questo ragazzo poco più che ventenne.

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  10. le stroncature erano prevedibili, perché là fuori è pieno di gente che non vedeva l'ora di affosare il vasco (quello vero).
    per ora comunque un altro ottimo disco, poi al prossimo magari anche qualché novità all'interno del suo stile.
    altrimenti mi metto a stroncarlo anch'io :D

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  11. Dopo aver letto i suoi testi, averlo visto/sentito dal vivo e ascoltato per una settimana, posso dire la mia, con un ritardo di circa un anno rispetto i tempi discografici. Concordo sull'importanza del testo, sul fatto che siamo di fronte ad un talento vero e a due cd legati (mi verrebbe da dire, il genio fa sempre la stessa opera, ma potrebbe sembrare una critica o un'esaltazione eccessiva). Preferisco il primo, ma mi piacciono da morire entrambi. Si riposi un po', anzi, quanto vuole, e poi vogliamo il terzo ...

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  12. @ Alligatore:
    E certo che lo vogliamo.. :)

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