Non sono il solo che fatica a trovare le parole per raccontare il mio stato d'animo: la rabbia e lo strazio che provai dieci anni fa e che provo tuttora di fronte agli avvenimenti del G8 di Genova; il senso di impotenza e l'incapacità di spiegare a mio figlio, che guardava la tv con noi e ascoltava i nostri commenti, quello che stava accadendo.
Un breve passo dal blog di Federico Mello:
Un breve passo dal blog di Federico Mello:
Mai, nella mia vita, mi sono sentito in pericolo come quei due giorni: la sensazione diffusa, tra noi ventenni cresciuti in pace dopo gli anni di piombo, era di essere intrappolati in un non luogo, una città dove i diritti erano sospesi, la libertà, forse anche la vita, a rischio.
siamo un paese senza memoria....cerchiamo di non dimenticare e raccontiamo, raccontiamo è l'ultima forma di resitenza contro le ingiustizie.
RispondiEliminaQuel giorno caricarono le suore e gli scout non lo dimentico......
episodio vergognoso e foriero di quello che ci stava aspetando..purtroppo..il segno che certe logiche,mai sopite,eran tornate prepotentemente a galla...
RispondiEliminaIl Cile del '73 in casa nostra. Mai dimenticare.
RispondiElimina"Certi ricordi sanguinano"..ed è difficile parlarne a nostri figli...Tuttavia io non mi stanco di ripetere ai miei: LA VIOLENZA E' STUPIDA!
RispondiEliminaPer me è stato un anno pieno, di impegno senza se e senza ma, vitale come non mai. Dell'articolo che segnali, cito un pezzo significativo, che sottoscrivo:
RispondiElimina"A voler tagliere i concetti con l’accetta, andrebbe detto che quella repressione feroce centrò in pieno il suo scopo."
sottoscrivo la frase di Federico Mello; sentivo il pericolo ancora più forte perchè avevo convinto un'amica, madre di 4 figli, a partecipare e mi sentivo responsabile della sua incolumità.
RispondiEliminaio non ho dimenticato un bel niente. Centinaia di ragazzi mascherati che misero a ferro e fuoco una intera città. La morte di uno di questi mentre cercava di lanciare un estintore dentro la camionetta dei carabinieri. La reazione rabbiosa della polizia alla scuola Diaz. Il tour dei girondini con la madre del ragazzo come souvenir del dolore.
RispondiEliminaVedere strumentalizzati quei giorni o il povero Giuliani mi ha sempre fatto cagare
gianf
@ Gianf:
RispondiEliminaHai le tue ragioni, specie riguardo le strumentalizzazioni. Il problema è che di quelle centinaia di teppisti incapucciati non ne è stato preso uno. Per la polizia è stato più comodo massacrare pacifisti con le mani alzate e persone inermi e impaurite. Poi alle fine siccome non ne avevano beccato uno, per far credere che erano pericolosi hanno fatto irruzione alla Diaz, inscenando la pantomima delle bottiglie.