mercoledì 28 settembre 2011

Studiate finché potete (e non vi fate fottere)

Senza istruzione corriamo il rischio di prendere sul serio le persone istruite.
(Gilbert Keith Chesterton)


Prendo spunto da un breve post di Reanto che affronta alla sua maniera la questione dello studiare in un paese come il nostro.
Qualche anno fa, quando mio figlio era un bambino e il nostro Paese sembrava ancora un luogo normale in cui vivere, gli dicevo sempre di impegnarsi a scuola per poi iscriversi all'università, laurearsi e magari trovare un lavoro che gli piacesse. E ora che all'università c'è arrivato? L'unico suggerimento che mi sentirei di esprimere è un concetto solo in apparenza paradossale, visto il periodo completamente assurdo e anche un po' di merda che stiamo vivendo: erosione dei diritti, precarietà perenne e modelli lavorativi schiavistici che stanno prendendo una forma sempre più definita ovunque, anche là dove si pensa che tutto sia friendly e democratico.
"Come dovevasi sospettare, il “miracolo” Amazon (super-sconti, spedizioni velocissime, “coda lunga”, offerta apparentemente infinita) si regge sullo sfruttamento di forza-lavoro in condizioni vessatorie, pericolose, umilianti. Proprio come il “miracolo”-Walmart, il “miracolo”-Marchionne e qualunque altro miracolo aziendale ci abbiano propinato i media nel corso degli anni." da un'articolo molto documentato di Wuming.

Tornando al concetto di cui sopra, mi verrebbe da dire a mio figlio e a tutti i suoi coetanei: "Cari ragazzi: studiate finché potete, o almeno fino a quando i genitori ve lo consentono (e io mi toglierei il pane dalla bocca), perché - sempre che un lavoro riusciate a trovarlo - vi toccherà comunque arrivare a 80 anni per avere una pensione di merda. Tante vale iniziare il più tardi possibile." 

martedì 27 settembre 2011

Sette canzoni: Massive Attack

Sette canzoni (e non sei o dieci) sono circa 30 minuti di musica effettiva per un'ipotetico programma musicale. Un'idea che avevo in mente all'epoca in cui trasmettevo alla radio.
Stavolta è il turno dei Massive Attack, creatori con i Portishead del Bristol sound all'inizio degli anni '90, un periodo in cui ero meno immerso nella musica, preso da altri interessi, ma gradualmente la fiamma si riaccese grazie proprio a gruppi come loro. Sono riuscito finalmente a vederli dal vivo nel 2008 a Ravenna; dopo quel concerto ho scritto uno dei primi post per questo blog.
Deludente, a parte un paio di brani, l'ultimo album Heligoland: involuzione di un sound che vent'anni fa era innovativo.

Poche sorprese: sono andato sul loro repertorio classico.
  • Unfinished Sympathy - Blue Lines (1991). Sulla copertina appariva solo il nome Massive (c'era la guerra del golfo e fu deciso di rimuovere "Attack"). Grande performance vocale di Shara Nelson che nel video cammina cantando lungo i marciapiedi di Los Angeles indifferente all'umanità varia che la circonda.
  • Safe from harm - Blue Lines (1991). L'inizio folgorante di quello che viene considerato il primo album trip-hop.   
  • Protection - Protection (1994). La voce raffinata di Tracey Thron degli Everything but the girl.
  • Karmacoma - Protection (1994). Ritmo ipnotico: metropolitano e tribale allo stesso tempo. Un video clamorosamente bello e censurato in molti paesi (ne venne girata una seconda versione) che è anche un omaggio a molti registi, Kubrick in primis. 
  • Teardrop - Mezzanine (1998).  Love, love is a verb, love is a doing word, canta Elisabeth Fraser dei Cocteau Twins. Magica ed evocativa.
  • Dissolved Girl - Mezzanine (1998). Brano onirico all'inizio poi sempre più inquietante nella parte centrale, per poi dissolversi nel finale. Dall'album più dark.
  • Special Cases - da 100th Window (2003). Un altro di quei giri di basso che sono diventati il loro marchio di fabbrica. Collaborazione preziosa di Sinéad O'Connor in tre brani, fra cui questo.

domenica 25 settembre 2011

Autunno musicale al femminile

      Anna Aaron                   Zola Jesus                    Feist                Fatoumata Diawara












E' un periodo intenso dal punto di vista mentale su tutti i fronti e ciò mi lascia poco tempo e scarse motivazioni a scrivere in un blog che dopo tre anni e passa si sta avviando verso una fase di fiacchezza fisiologicamente naturale. La voglia di esplorare però è sempre la stessa e questo caldo inizio d'autunno musicalmente si sta caratterizzando per l'ascolto di diverse artiste interessanti con stili e provenienze molto differenti tra loro. Alcuni album sono già usciti ed altri usciranno in ottobre, ma si possono già ascoltare in streaming, oppure li trovate su filetram. Cliccando sui titoli potete leggere le recensioni, poi fate le vostre scelte. Rien ne va plus.

mercoledì 21 settembre 2011

Dummy-Grace-Purple-Supeunknown-Vitalogy-Protection

Ci sono ottime annate per la musica, come per i vini. Tempo fa in un post avevo indicato dieci album fondamentali usciti nel 1980 e in questi giorni, preparando una compilation sugli anni '90, mi sono reso conto che nel 1994, sono usciti questi sei signori album. Curioso come i titoli siano tutti di una sola parola.



Fra le molteplici possibilità ho scelto una superba versione live di Glory Box dei Portishead.

lunedì 19 settembre 2011

Evoluzione o de-evoluzione della musica?



Alcune fra le notizie più interessanti riportate dal video:
  • Nei 3 anni di Napster le vendite di cd aumentarono di 500 milioni di $.
  • Il 95% del download di musica digitale è illegale.
  • Per ogni venti band ufficiali solo una vende almeno 1000 dischi.
  • Il 70% della musica mondiale è venduta da quattro compagnie.
    (Le quattro sorelle: Sony, Universal, Warner, Emi)
  • Nell'ultimo anno le vendite di vinili sono aumentate del 41%.
  • Spotify in Svezia guadagna di più che iTunes.

domenica 18 settembre 2011

Massacriamoci così senza pudor

Carnage - Roman Polanski
Cadute le ipocrisie iniziali e il finto politically correct, due coppie riunite in un appartamento per appianare la lite violenta dei propri figli, si ritrovano a fare quello in cui la specie umana è altamente specializzata: cioè scannarsi.
Un unico spazio-tempo per un classico film di recitazione con quattro attori in forma smagliante. Sublime nella sua sgradevolezza Cristophe Waltz, scoperta di Tarantino in Bastardi senza gloria; fantastica Kate Winslet, che si conferma come una delle migliori attrici della sua generazione (nate negli anni '70); sorprendente John C. Reilly spesso utilizzato in ruoli secondari e qui messo nelle condizioni di esprimere il suo talento. Solo bravina Jodie Foster nel ruolo della piccola borghese buonista dalle ambizioni culturali frustrate, con una recitazione a tratti forzata specie nella seconda parte. Ottimo Polanski, direttore d'orchestra come sempre capace di esplorare le pulsioni più intime della animo umano con la giusta dose di raffinato cinismo. Ottanta minuti per otto euro (già scattato venerdì sera l'aumento dell'iva?) ben spesi. Finalmente si ricomincia ad andare al cinema. Cominciava a mancarmi.

venerdì 16 settembre 2011

Florence and the Machine - Shake it up

Riuscirà a ripetersi o addirittura a dare qualcosa in più rispetto a Lungs? Molti sono entusiasti, ma dopo aver ascoltato i primi due singoli il dubbio di ritrovarsi di fronte a una fotocopia si è insinuato. Comunque non resta che attendere la fine di ottobre (salvo i soliti leaks) per l'uscita di Cerimonials, il nuovo album di Miss Florence Welch registrato agli Abbey Road Studios di Londra.
Buon ascolto e download.

giovedì 15 settembre 2011

Culona e culo flaccido

Culona inchiavabile detto da un vecchio dal culo flaccido, la faccia che gli cola e i capelli finti disegnati col pennarello uniposca, merita una risposta ...

The Johnny Cash Project



Nel 2003, quando registrò American VI: Ain't no grave (uscito postumo nel 2010), Cash aveva appena perso la moglie June ed era già gravemente ammalato. L'anno prima era uscito American IV con interpretazioni memorabili di brani apparentemente lontani dal suo stile: Hurt e Personal Jesus su tutte. 
Nel sito thejohnnycashproject è in atto la costruzione collettiva del video di questa canzone. Il progetto è ancora aperto a chiunque voglia partecipare.
Un frame per ogni partecipante...

mercoledì 14 settembre 2011

Caduta libera

"... è il più bel documento contro la guerra che io abbia mai letto." Questa frase, letta in un forum, rispecchia esattamente il senso di un libro che ho impiegato mesi a leggere e a metabolizzare: praticamente tutta l'estate.
In Caduta libera Nicolai Lilin racconta i suoi due anni di leva obbligatoria passati in prima linea nella guerra tra Russia e Cecenia costretto a fare il cecchino (vista l'abilità nel tiro acquisita durante l'infanzia a caccia con il nonno) nelle truppe speciali dei sabotatori: piccoli gruppi senza divisa e grande libertà d'azione. Quella che ne esce è la vera faccia della guerra: un racconto senza filtri, visto con gli occhi di un ragazzo obbligato ad abituarsi in fretta alla crudeltà e all'orrore per un puro istinto di sopravvivenza che col tempo si trasforma nel piacere osceno di uccidere. Devastante, ma impossibile non proseguire una volta iniziato il racconto di quello che si rivela essere un vero e proprio mattatoio quotidiano.
Passano i secoli ma a qualsiasi latitudine il potere non cambia: soldati e civili in guerra sono considerati carne da macello. A volte in passato ho trovato eccessive le posizioni di Gino Strada, ma sempre più le comprendo e le condivido. Troppo facile sentenziare stando seduti davanti alla tv o in parlamento.

...sono stato criticato da un giornalista che mi ha accusato di aver parlato di guerra senza morale. Ma io so come è stato in Afghanistan: so che lo scortavano con quattro blindati per fare due foto a una bambina morta e poi scrivere di un orrore che non ha nemmeno vissuto. Fanno tutti così.
Lilin vive in Piemonte dal 2003 e di mestiere, oltre a scrivere, fa il tatuatore. Ha imparato l'italiano e l'ha utilizzato per scrivere il suo libro che è uscito l'anno scorso.

domenica 11 settembre 2011

Dal sogno all'incubo

Nell'estate del 2001 mio figlio era un bambino ed io un neo-quarantenne abbastanza felice e fiducioso nel futuro che finalmente realizzava un sogno: viaggiare in camper per gli States. Venti giorni on the road con Born to be wild e Neil Young alla radio attraverso la California e l'Arizona: dal Mohave Desert al Gran Canyon; lungo la pacific road da San Francisco a Venice Beach; da Joshua Tree al Sequoia Park.
Due mesi dopo vi fu l'attentato delle torri gemelle e oggi, dopo dieci anni, ci ritroviamo in un altro mondo: i figli sono ragazzi ormai adulti che insieme a noi hanno conosciuto la politica della paura e del terrorismo, le guerre per esportare la democrazia, la recessione e l'incertezza del futuro; in più hanno passato quasi vent'anni della loro vita con Berlusconi sempre al centro della politica italiana e vissuto sulla propria pelle la degenerazione del nostro sistema educativo. Ultimamente mi chiedo se sia possibile che i prossimi dieci anni possano essere peggiori e d'istinto mi viene da pensare di no. Forse sono un inguaribile ottimista.

giovedì 8 settembre 2011

Sette canzoni: David Sylvian


Dopo l'esperienza con i Japan ha attraversato indenne gli anni '80, decennio troppo spesso ingiustamente disprezzato, (bastava sforzarsi e grattare un po' la superficie sintetica) realizzando musica per menti libere e pensanti e mantenendo una coerenza estetico-musicale quasi unica. Amo sempre la sua musica per quanto mi risulti ostica la via di ricerca musicale che intrapreso negli ultimi anni.


  • Forbidden Colours (1983 con Sakamoto)
  • The ink in the well  (1984 promo video diretto da Anton Corbijn)
  • Nostalgia (1984)
  • Orpheus (1987)
  • When poet dreamed of angels (1987)
  • Midnight sun (1999)
  • Money for all (2007 con Nine Horses) 

martedì 6 settembre 2011

Girls - Vomit

Fino a pochi giorni fa non li conoscevo. Si fanno chiamare Girls ma sono due ometti di San Francisco. Questa loro ballata con finale gospel è una delle canzoni più belle ascoltate quest'anno. L'album uscirà il 12 settembre e si intitola Father, Son, Holy Ghost.
Il video non è all'altezza del brano; più che altro sembra uno spot della Ford Mustang.

lunedì 5 settembre 2011

Basket, atletica e calcio ci tirano su di morale

Da appassionato di atletica (sport che in gioventù ho anche praticato) non mi sono perso il mondiale coreano, nonostante l'Italia sia ormai sprofondata in un baratro senza fine.
Intervista su eurosport: Mondiali di Atletica - Arese "Non bisogna deprimersi". Ah no? Zero medaglie a Berlino due anni fa; un bronzo stavolta, grazie al salto in alto femminile.
Imbarazzanti! Anche Saint Kitts and Nevis (40.000 abitanti) ha fatto meglio di noi.

LE ASTUTE STRATEGIE DELLA RAI
Sono in corso gli europei di basket (ieri Italia-Francia). Grazie ai canali digitali, Rai Sport finalmente copre tutto l'evento. Ultimamente però il digitale fa le bizze e il segnale sparisce.... Per fortuna c'è sempre il canale satellitare 227! Ma la RAI, furba, che fa? Cripta!! E così gli appassionati di basket non vedono una mazza: due canali, due piattaforme e nessuna partita. Dei geni!
Poco male, siamo stati quasi delle comparse anche in questo sport: eliminati nonostante la prova d'orgoglio contro i francesi, subito compensata oggi pomeriggio da una grottesca partita contro Israele, persa ai supplementari. La rabbia di Pianigiani.
Un tempo con giocatori più scarsi e senza NBA siamo arrivati alla finale olimpica (Atene 2004). Nel calcio in compenso andiamo sempre forte: abbiamo battuto 0-1 le Isole Fær Øer a casa loro.

sabato 3 settembre 2011

Quando i comunisti mangiavano le tagliatelle



Pasta Nera di Alessandro Piva è un documentario presente nella sezione controcampo a Venezia. E' la ricostruzione di  una bellissima storia di solidarietà tra Nord e Sud che ci ricorda che siamo (stati?) un grande paese. Nel dopoguerra (1947-1952), quelli che vennero soprannominati Treni della Felicità, portarono oltre 70.000 bambini dal Sud Italia presso famiglie di contadini e operai che avevano accettato di ospitarli in Emilia Romagna (in prima linea Lugo, Voltana e Massa Lombarda), Toscana e Marche. Arrivarono sporchi e denutriti da zone martoriate dai bombardamenti e dalle alluvioni, rimanendo per mesi e a volte per alcuni anni. Un'eccezionale rete di solidarietà che fu possibile grazie all'organizzazione del PCI di allora e dell'UDI. Il regista  ha rintracciato e intervistato alcuni di quei bambini ormai anziani. Racconta Luigina: Qualcuno mi aveva detto: "Andate in Alta Italia? Attenti che quando arrivate i comunisti vi trasformano in sapone".
Quei bambini invece furono vestiti, curati, sfamati a suon di tagliatelle e mandati a scuola. Altro che contributo di solidarietà! Alcuni sono poi restati in questi luoghi per sempre.

giovedì 1 settembre 2011

Deserti e uomini liberi

A proposito di Tinariwen e del loro ultimo disco intitolato Tassili

Canzoni nate per essere cantate vicino al fuoco nel deserto per invocare pace e armonia. 
Ondarock


Musica per acquietare sensi e nervi, per ritrovare quel poco di pace sulla corda da equilibristi che ogni giorno percorriamo.  Stonefree

Canzoni che parlano di nostalgia, di sofferenza, di rimpianto per gli amici perduti, della continua battaglia del vivere nel mondo moderno. Insomma dentro questo disco c'è la vita, niente più. Callofthewest

La Musica dei Tinariewn è una vera e propria fusione esemplare che contempla un blues desertico, suonato con chitarre acide di marchio psichedelico e che si insinuano tra le piaghe di irresistibili ritmi africani. Si tratta di una sorta di oggetto impensabile, irripetibile forse, e che loro hanno realizzato. Riuscendo a raggiungere un equilibrio quasi metafisico tra modelli occidentali e le melodie del Sahara.
Un percorso artistico e musicale dunque che si fa resistenza culturale e politica. A partire dal semplice gesto di manifestare la propria particolarità ineliminabile, cantare nella propria lingua originaria, che i regimi mussulmani vorrebbero abolita, e fondendola agli schemi della musica di un occidente esterno tanto odiato dai loro oppressori. Settimopotere

Lo scorso inverno in tenda nel deserto libico, proprio al confine con l'altopiano del Tassili, ho avuto modo di trascorrere diversi giorni a stretto contatto con questa splendida gente. Non è un luogo comune: hanno la musica nel sangue, una sorta di blues antico che ha qualcosa di unico e profondo. Ascoltarli e aver suonato con loro davanti al fuoco lo considero un privilegio.