Nell'attesa che il nuovo anno ci regali qualcosa di buono, facciamo un salto indietro nel tempo per celebrarne un altro sempre con lo zero in fondo. A tre anni dal terremoto del punk, la new wave contribuì alla frantumazione di uno statico universo musicale producendo i suoi frutti migliori, fra contaminazioni e nuove tendenze. Ho scelto dieci album, tutti usciti nel 1980. Ho preso questo anno come simbolo, ma tutto il periodo (fine '70 inizio '80) ha rappresentato un capitolo fondamentale nell'evoluzione di un certo tipo di musica. Dischi da avere nella propria collezione.
1979 (uk) - gennaio 1980 (usa)
The Cure - Seventeen Seconds
18 aprile 1980
La seconda tappa di un percorso unico che fatto di Smith e compagni uno dei pochi gruppi capaci di evolversi e resistere fino ad oggi alle mode, alle tendenze e a MTV.
Joy Division - Closer 18 luglio 1980
Un capolavoro straziante uscito pochi giorni dopo il suicidio di Ian Curtis. L'emblema del post punk e la sua stessa pietra tombale.
Heart and soulSiouxsie & the Banshees Kaleidoscope 1 agosto 1980
Il terzo disco della regina del dark, prologo e preparazione del suo vero capolavoro Ju Ju, che uscirà l'anno successivo.
Killing Joke - Album omonimo
agosto 1980
Disco feroce e seminale che ha ispirato diversi gruppi futuri. Tribalismo, dark, metal e industrial in una miscela esplosiva.
Bauhaus - In the flat field ottobre 1980
Il dark più puro che ha avuto molti seguaci. Un disco memorabile, come le loro esibizioni dal vivo, con la presenza istrionica Peter Murphy.
In the flat fieldTalking Heads - Remain in light ottobre 1980
Ancora oggi un disco di una modernità spiazzante.
Japan - Gentleman take polaroid
15 novembre 1980
La sensibilità compositiva e la decadenza di David Sylvian che per la prima volta collabora a pieno con Sakamoto.
The Clash - Sandinista
12 dicembre 1980
Un triplo vinile per raccontarci dove la musica sarebbe andata.
Tuxedomoon - Half Mute
Il rock come avanguardia creativa e sperimentazione non solo musicale.
Disco simbolo del post-punk italiano nel 1980: Sick Soundtrack dei Gaznevada.
E per un soffio non ci è entrato anche "London calling" dei Clash, uscito a metà dicembre 1979.
RispondiEliminaRimane il "dubbio" sul perchè da quel periodo in poi non si siano mai più verificate annate con uscite così fondamentali per la storia del rock (Sandinista e Remain in light furono i primi album "popolari", ovvero di artisti conosciuti, in cui si mischiava così tanta musica diversa. Closer, Killig Joke e In the flat field ridefinirono la new wave ela imposero come una delle colonne portanti della nuova musica degli 80s'. E Japan e Tuxedomoon si spinsero ancora più in là,
Pur apprezzando tutto quello che hai indicato il mio preferito è ovviamente Sandinista senza nulla togliere agli altri è più che altro una questione affettiva che mi lega a Joe e Mick
RispondiEliminaLi ho tutti.Un momento magico che ho/abbiamo vissuto, e come tutti momenti magici ,non si ripeteranno ,mai più.
RispondiEliminaSandinista: in quel mastodontico triplo ci sono tutti i generi musicali della storia della musica e giustamente come hai detto dove la musica andrà a battere.
Ora però abbiamo Lady Ga-Ga ;-)
@ Euterpe: Se dovessi sceglierne uno, non avrei dubbi su "Remain in light", un disco che mi fece uscire di senno. Una musica che prima non esisteva.
RispondiElimina@ ReAnto:
Benvenuto nel club. :-D
Per fortuna nelle nuove leve c'è anche qualcosa di molto meglio della sbarellata (ma ahimé anche di molto peggio)
@ Tony:
Analisi molto complessa. Comunque spesso dai momenti di rottura, (com'è stato quel periodo) nell'arte, nel cinema, nella musica nasce qualcosa di innovativo.
2 cose: la velocità di fruizione della musica oggi, non permetterà mai più di far sedimentare nuovi corsi così come il benessere attuale non permette (o permette troppo poco) alla genialità di liberarsi.
RispondiEliminaSì, ma allora dillo che mi vuoi male...
RispondiEliminaRemain in light, su tutti.
Ma Sandinista... bè, se ci vogliamo fare un tuffo in tutte le sonorità, dal punk al dub, con questo triplo ci laviamo per bene..
Un pensierino piccolo a Requiem dei Killing Joke, che spesso mi ascolto per risollevarmi.
Posso spendere una parola per i Dead Kennedys?
madonna che periodo!
RispondiEliminaconfidavo nel 2010, ma dopo aver visto questi dischi il confronto suona piuttosto impietoso..
Sono dischi che non possono assolutamente mancare in una discografia che si rispetti, "Sandinista" poi, dovrebbero metterlo per legge... :D
RispondiEliminaE' vero, il 1980 fu un'annata super per la musica: quoto i 'tuoi' "Seventeen Seconds", "Closer", "In The Flat Field", "Gentlemen" e "Sandinista!", e mi permetto di aggiungere alcuni fra i miei dischi preferiti, usciti anch'essi in quell'anno. "Double Fantasy" (Lennon & Ono), "The Game" (Queen), "Zenyatta Mondatta" (Police), "Guilty" (Barbra Streisand), "Duke" (Genesis), il terzo eponimo di Peter Gabriel, "Sound Affects" (Jam), "Scary Monsters" (DBowie), "Uprising" (Bob Marley), "Flesh + Blood" (Roxy Music)... insomma, ce n'è per tutti i gusti!
RispondiEliminaAnche io ce li ho tutti.
RispondiEliminaE tutti comprati all'epoca, quand'ero già maggiorenne...ahimè.
mi rendo conto che sono stati anni bui per me, mi sa che dopo i clsh mi sono messo in pausa per un po'.
RispondiEliminavedo che oggi, girando per blog, abbiamo tutti preso la macchina del tempo. Qua siamo tornati indietro ai miei 18 anni, madonna che roba...sandinista e poi i japan i joy division, da lacrime...
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RispondiEliminaTalking Heads su tutti, poi Echo & The Bunnymen e Feelies (fantastici!!!).
RispondiEliminaMa un Boy degli U2, no?
10 ottime scelte che condivido tutte. Anch'io aggiungo altri miei pallini: lo ska con il primo dei Selecter "Too Much Pressure" e il secondo degli Specials "More Specials". Poi "Wild Planet" dei B-52's, "Black Sea" degli XTC, "Travelogue" degli Human League, "Metamatic" di John Foxx, "Jeopardy" dei Sound, il primo dei Psychedelic Furs, "Kilimanjaro" dei Teardrop Explodes. Penso che la copertina dei Killing Joke, sia esterna che interna, sia una delle più belle di tutta la storia "rock". E penso che le annate 1979/1980/1981 siano insuperabili per quantità di bei dischi.
RispondiElimina<>
RispondiEliminaSuperabili solo dai famosi anni del maiale, quelli in cui nulla si butta via, ovvero 67-68-69 :D :P
Sono annichilito da cotanta grandezza. E aggiungo sommessamente alcuni "piccoli" lavori meno Wave ma comunque destinati a passare alla storia usciti in quell'anno pazzesco.
RispondiElimina-The Wall dei Pink Floyd
-Damn the torpedoes di Tom Petty
-Back in Black degli AC/DC
A volte penso che chi abbia vissuto in diretta gli anni post punk sia un pò troppo nostalgico relativamente ai ricordi della "sua" musica, poi penso a Remain in Light e Sandinista (ma il mio cuore batte forse ancor di più, irrazionalemente per Jaz Coleman) e capisco che non è così.
Anni IRRIPETIBILI.
Grande Lucien!
RispondiEliminaI Japan e i Clash, due dei miei gruppi preferiti! Li ho scoperti qualche anno dopo, nel 1980 avevo solo 10 anni, ma da allora sono rimasti i miei capisaldi. I Clash su tutti, perchè a 17 anni mi hanno cambiato la vita ;)
Grazie grazie!
Applaudo, che bella musica.
RispondiEliminaDi quelli che hai elencato i miei preferiti sono Remain in Light e Sandinista e poi (solo un piccolo passo indietro) il primo di C. Hynde di cui mi innamorai. Ma in quell'anno c'era anche un Petty straordinario quello di Damn The Torpedoes e un altro americano che fece un disco che si intitolava The River e infine quei dinosauri che se ne uscirono con un altro dischetto, penso s'intitolasse "The Wall" :-DDDD
RispondiEliminaCaro Lucien anni straordinari, mi piacerebbe capitasse per il rock un altro periodo così...la cosa è ciclica ed ho fiducia.
I'm waiting for the next golden age.
ciao, silvano.
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RispondiEliminaAllelimo: forse hai ragione alcuni di noi hanno citato trascinati dalla passione album che non appartenevano alla new wave - punk del periodo. Ma che senso oggi hanno quelle distinzioni? Che forse qualcuno sano di mente pensa ancora che il punk del periodo altro non fosse se non r'n'r'? Oggi eticherresti una delle più grandi band della storia rock i.e i Clash come new wave o punk? Riesci a contenere nell'etichetta new wave i Talking Heads? o forse non erano così grandi che al tempo nemmeno se ne capirono i confini, ammesso siano chiari oggi?
RispondiEliminaSe invece è una questione di gusti allora ok, basta dirlo.
ciao, silvano.
;)
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RispondiEliminaEhi mi raccomando non facciamo polemica ;)
RispondiEliminadetto questo per me i Clash facevano rock and roll anche se in quel periodo lo facevano meglio di chiunque altro al mondo. I Joy Division invece facevano new wave ma, senza offendere nessuno, sono di un'kivello inferiore, francamente nemmeno confrontabile con quello dei Clash o dei Talking Heads...accidenti mi sa che se qualcuno mi legge qui viene fuori una zuffa...
ciao a tutti, io la bomba l'ho tirata, ora tocca a voi.
silvano.
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RispondiEliminaPer amore della discussione si continua allora! Evviva! Premesso che a me i Queen non piacciono, i Pink Floyd (che adoro) ed i Genesis che fino alla dipartita di Gabriel pure ho adorato e che mi sono piaciucchiati fino a Duke, non hanno nulla a che spartire con i gruppi proposti da Lucien. Meglio non hanno nulla a che spartire allora, 30 anni fa, ma oggi li leggo tutti come musica rock. Voglio dire che il tempo seleziona e screma. Io ancora oggi ascolto i Joy Division, perchè li conobbi allora che avevo 16 anni, ma obiettivamente per suono, per arrangiamenti per canzoni sono superati e sono rimasti legati a quei tempi. I Clash invece passati 30 anni sono senza tempo esattamente come i Beatles o i Rolling Stones, in altre parole sono diventati dei classici del rock. Spero di essermi spiegato e te lo dice uno che ha consumato per usura il dvd del film Control...e che adora Ian Curtis.
RispondiEliminaciao, silvano.
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RispondiEliminaMa guarda, sui Pink Floyd probabilmente non sono obiettivo, sono stati il gruppo con cui ho cominciato ad ascoltare musica. Credo però The Wall sia un capolavoro...rock e cantautorale con alcune canzoni senza tempo. Penso a Comfortably Numb ed a quell'incredibile assolo di chitarra, ma per carità ho amici che di musica ne mangiano e tanta che, come te, pensano sia una cazzata ed un album inutile. Io ad esempio penso che The Final Cut sia un piccolo capolavoro intimista, ma lasciamo stare i PF perchè li adoro come ti ho detto.
RispondiEliminaDiscoro diverso per i Genesis, senza dubbio il loro periodo d'oro è legato a doppio filo a Peter Gabriel. London Calling è il capolavoro dei Clash e She Loves You (yeah yeah yeah) è senz'altro una canzone minore dei Beatles, ma nessuno è perfetto. Volevo solo dire, ma mi sembra che alla fine sulla sostanza siamo d'accordo, che nell'insieme i Beatles siano diventati un classico mentre per quel che riguarda i Joy Division sono rimasti nel complesso molto più legati ad un periodo: io li ascolterò sempre, ma perchè fanno parte della mi vita, mentre i Beatles che pure non ero nato quando hanno cominciato oggi li posso ascoltare e li ascoltano pure i ragazzini (almeno quelli che amano la musica) perchè sono un classico.
ciao, silvano.
Beh, in qualche modo era un anno che doveva farsi perdonare per aver perso John Lennon, il minimo era tirare fuori grande musica. Applausi.
RispondiEliminaAllelimo, scusa ma francamente non ti capisco.
RispondiEliminaL'amico Lucien parlava di NEW WAVE, questo è vero.
Ma alcuni di noi hanno espresso l'opinione che nel 1980 non ci furono solo grandi dischi di new wave, ma anche di "classic rock".
The Wall resta capolavoro, Back in Black è uno dei primi album venduti di tutti i tempi e caposaldo della produzione hard, Springsteen e Petty hanno fatto la storia del rock americano.
Magari siamo andati un filo "off topic", ma definire "cagate" certe cose come hai fatto tu con estrema leggerezza non dimostra (al di là dei gusti che restano personalissimi) molta dimestichezza con la storia della musica eh.
Non me ne volere.
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RispondiEliminaL'approvazione incondizionata assolutamente no! Per carità.
RispondiEliminaQui (come in tanti altri blog) ognuno è libero di esprimere le proprie idee, anche con parole forti, purché nel rispetto delle persone. Servono stimoli.
La discussione è molto interessante.
Il concetto mainstream è complesso e difficile da maneggiare.
Dove collocare ad esempio i Radiohead o Anthony? (giusto per fare 2 nomi)
Gli stessi Pink Floyd, all'inizio erano tutt'altro che Mainstream. Neanch'io sono un gran patito di The Wall, preferisco alla lunga quasi tutta la produzione precedente e adoro The dark side e Atom; ciò non toglie che sia un'opera epocale, anche se i P.F. come gruppo quello che dovevano dire l'avevavno già detto.
Poi è ovvio che il valore di un artista non si misura con le copie vendute.
Ti aspetto. Ce l'hai pure un blog!
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RispondiEliminauna decina di dischi stratosferici (tolti i Pretenders che a me non sono mai troppo piaciuti)... su tutti i miei amatissimi Tuxedomoon con uno dei loro capolavori
RispondiEliminaIl concetto di "mainstream" spesso viene maneggiato a sproposito, vero. Mainstream resta una parola talvolta utile a farsi capire ma sostanzialmente priva di significato perchè troppo ampia.
RispondiEliminaSpringsteen, Petty (ma potremmo metterci Seger, Mellencamp, Ryan Adams -non Brian) come si fa a definirlì mainstream?
E' gente che, discendendo in diretta da Dylan, ha rappresentato l'America come nessun altro.
Sono una sorta di cantautori USA, se proprio vogliamo trovargli una connotazione più vicina alla nostra cultura.
Seguendo il ragionamento allelimo anche i REM sono mainstream.
Talvolta anche Neil Young lo è, nelle sue incarnazioni meno intimiste.
Per i Floyd è un discorso lungo. E' evidente che per te i Floyd son quelli di Barrett. Per me i Floyd son quelli di Dark Side e Wish. Ma son sicuro che ci sono legioni di fan del doppio album ch per te resta una cagata. Ci potremmo "sbranare" (passami il termine ehehehe) per secoli e non arriveremmo mai a conclusioni largamente condivise.
Per AC/DC il fatto delle vendite a camionate non voleva essere la giustificazione alla valutazione dell'album, solo un rafforzativo. Pensare che un album sostanzialmente heavy sia il secondo più venduto di tutti i tempi non è concetto immediato, necessita di qualche minuto di riflessione.
Back in Black resta pietra miliare di una certa area della musica (gradita o meno) al di là delle vendite.
E non sarei neanche così tranchant con certe cose "mainstream" (azz....non mi viene un altro termine).
Fare musica di massa non sempre è negativo.
Dipende dall'attitudine, dal gusto, dalla sensibilità, dalla passione.
Si possono fare dei capolavori anche restando nell'easy listening o nel più bieco AOR.
Sono totalmente e incondizionatamente d'accordo con DiamondDog. Sulla considerazione degli artisti succitati, e in particolare sulla riflessione relativa al significato da attribuire al termine 'mainstream'. Io sono una che di solito è molto 'estremista' nella musica che ascolta e nella sua considerazione (chiedetelo ai miei amici :D), però non mi piace nemmeno fare la snob e affidarmi all'assioma secondo il quale le band e gli artisti più di nicchia siano i migliori nonchè i più influenti. Siamo tutti d'accordo nel rilevare l'importanza di Velvet Underground, Wyatt, Buckley padre e di quelli che hai citato, allelimo. Ma non mi pare nemmeno appropriato disconoscere lo spessore e la rilevanza di artisti più popolari (che tu definisci, forse con un pizzico di faciloneria, 'mainstream', per l'appunto).
RispondiEliminaDire che Springsteen sia 'mainstream' (uno di quelli che, se solo avesse davvero voluto, il culo lo avrebbe venduto ECCOME, ma non lo ha fatto), oppure la stessa cosa dei Radiohead (i Radiohead, non i Muse e nemmeno i Coldplay!), mi sembra un atteggiamento un po' snob e carico forse di qualche preconcetto. Non solo, in questo caso, allelimo, mi sembra che tu stia assumendo il *tuo* gusto e il *tuo* punto di vista a parametro assoluto di giudizio. Ciò è inevitabile quando si dà una valutazione, ma non bisognerebbe nemmeno rimanerne intrappolati e non esserne consci. Ad esempio, a me Clash e Joy Division piacciono molto poco (non mi prendono granchè a livello emotivo/comunicativo), ma non per questo mi sogno di negarne l'influenza e l'impatto in un determinato contesto spazio-temporale.
In musica, a mio parere, è necessario togliersi i paraocchi e limitarsi ad *ascoltare*. Poi ci si può ragionare sopra e fare discorsi più articolati...ma se si parte prevenuti è un guaio. Altro esempio: i Vampire Weekend mi stanno sulle balle (per la precisione, non sopporto l'hype che li circonda, cosa peraltro molto comune con questo genere di gruppi). Ho ascoltato il loro secondo disco e, pur essendomi mantenuta sulle mie posizioni (sono sostanzialmente furbetti che non inventano nulla, ma frullano benissimo le loro fonti secondo le tendenze del momento), ho dovuto ammettere che: A) l'album si ascolta che è un piacere e B) ci sono due/tre pezzi davvero favolosi.
Uh, dimenticavo, anche i Beatles allora erano 'mainstream'. Chi più popolare e conosciuto di loro? Nessuno. E non venitemi a dire che il White Album, Sgt. Pepper's, Revolver e Rubber Soul erano 'cagate' eh.
RispondiEliminaLa divisione fra mainstream e non è frutto della mela avvelenata propinataci da tanta critica musicale italiana. gli inglesi non si pongono di questi problemi, e giustamente, dimostrano che possono essere sublimi alla stessa manierasia gli Abba e Bacharach che i Clash o i Flaming Lips. Quindi leviamoci il prosciutto dalle orecchie, ascoltiamo senza pregiudizi e sopratutto non vergognamoci di dire che ci piace anche il cosidetto "mainstream".
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RispondiEliminaIl punto centrale di tutta la discussione secondo me ruota attorno a questa frase di allelimo:
RispondiElimina"...costruito in modo che possa piacere alla massa indistinta dei non appassionati di musica" - che è l'unico modo per vendere milioni di copie" ( e perciò si sottintende di scarsa qualità)
Spesso è così, ma io non penso che sia sempre così. Il fatto che un'opera (un disco, un film, un libro) arrivi ad un numero molto elevato di persone non significa che sia stata costruita appositamente per piacere alle grandi masse. Penso a certi film di Kubrick, allo stesso "The dark side of the moon" e gli esempi possono essere centinaia.
Lo stesso grandissimo De André che abbiamo ricordato in questi giorni, non può essere definito un artista di nicchia o underground: certo non per tutti, ma comunque per tanti.
Pare impossibile coniugare qualità, bellezza, poesia e popolarità eppure a volte accade, forse sempre meno, ma accade.
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RispondiElimina"Qui mi sembra che tutto il discorso ruoti intorno a un punto principale: esiste la musica "oggettivamente" bella oppure tutto si limita a "mi piace - non mi piace"? [...]
RispondiEliminaIo non ho certezze su questo punto, e non posso che limitarmi a distinguere ciò che mi piace da ciò che non mi piace..."
Concordo, il punto è sostanzialmente questo, ed è il nodo cruciale di molte mie appassionate discussioni musicali ;)
E’ vero che è difficile trovare criteri oggettivi quando si giudica un’opera d’arte. Una considerevole percentuale della valutazione è e sarà sempre rappresentata dalla nostra peculiare sensibilità, dalla nostra esperienza e dal nostro modo di vedere le cose. Questa quota di soggettività è ineliminabile, certo, ma quello che conta è a mio parere esserne consapevoli. Consapevoli che i paletti che tiro io possono essere a qualche metro (se non chilometro) di distanza da quelli di un altro, o magari all’interno di un campo coltivato in maniera completamente diversa.
Io però non mi arrendo, e cerco di rinvenire qualche parametro per così dire più ‘oggettivo’. E credo che uno di essi possa essere l’influenza storica (all’interno di un genere o magari anche transgenere) di un gruppo/disco/artista. L’impatto che ha avuto in un certo contesto e momento, l’influenza sul modo di fare musica o di intendere un certo genere, o ancora sull’evoluzione di un dato suono e così via.
"SigurRos82, se ti ho offeso in qualche maniera ti chiedo scusa - il tuo commento mi sembra un po' troppo mirato contro di me personalmente piuttosto che contro quello che ho cercato di scrivere...
Non credevo di aver offeso nessuno direttamente, ma se dalle risposte (non solo le tue) risulta che io, nell'ordine:
- parlo con estrema leggerezza
- non dimostro molta dimestichezza con la storia della musica
- sono snob, facilone e carico di preconcetti
- sono intrappolato nel mio punto di vista e non ne sono neppure conscio
- ho i paraocchi
- sono prevenuto
- ho il prosciutto nelle orecchie
...e tutto perchè mi sono permesso di dire che non mi piace Springsteen e The Wall? E io che credevo di essere un ragazzo moderatamente simpatico ed intelligente ;)"
O mamma, per carità, nessuna offesa! Ci mancherebbe. Ti ho citato direttamente perché mi sembrava che nella discussione si potessero ritrovare, a grandi linee, due categorie di opinione, con te come portavoce principale di una delle due. Niente di personale eh, né in ciò che ho scritto prima né in ciò che sto scrivendo in questo post :)
Vorrei precisare: quanto ho scritto sulla tua presunta snobberia/faciloneria e via dicendo non era diretto a te in quanto persona, ma all’atteggiamento che mi è parso di ritrovare alla base delle tue affermazioni su questo argomento. Lungi da me l’idea di generalizzare così come quella di avere la verità in tasca. Tutto questo, quindi, non può che essere una mia impressione ;)
"Questione copie vendute, pietre miliari, spessore e rilevanza degli artisti più popolari: ditemi voi allora dove si devono mettere i paletti, perchè per me se un disco vende tanto, più che un rafforzativo mi sembra sempre il contrario - non è che un disco sia brutto perchè ha venduto tanto, ma se ha venduto tanto probabilmente è proprio perchè è un brutto disco, intendendo per brutto "costruito in modo che possa piacere alla massa indistinta dei non appassionati di musica" - che è l'unico modo per vendere milioni di copie!
RispondiEliminaSe no, se non si possono mettere paletti, dobbiamo tutti vendere tutti i nostri dischi e limitarci ai 10 più venduti di sempre: quindi il più grande artista di sempre è Michael Jackson, punto. Poi, ma a distanza, ACDC, Pink Floyd, Meat loaf, The Eagles, Whitney Houston, Bee gees, Backstreet Boys, Andrew Lloyd Webber e Fletwood Mac.
Perchè se l'essere popolari fa parte del metro del giudizio, allora vale per tutti: e i più grandi artisti degli ultimi anni sono Madonna, Britney Spears, Lady Gaga e via di seguito..."
http://www.musicroom.it/articolo/gli-album-piu-venduti-al-mondo-di-sempre/7615/
Perché non mi hai citato anche i Led Zeppelin al settimo? :P
Non intendevo in alcun modo sostenere che la popolarità e il numero di copie vendute siano un valido indice di ‘misurazione’ della qualità artistica di un album. Molto spesso, purtroppo, è proprio come dici. Ma non è nemmeno giusto generalizzare, e utilizzare il numero di copie vendute come indice del grado di ‘degenerazione/depauperamento’ artistico di un gruppo o musicista. Non è detto che è un disco che ha venduto tanto sia stato pensato e creato proprio con quell’intento, a volte può capitare per una serie di eventi e di circostanze (es: una canzone utilizzata in una pubblicità, in un film, o in un programma televisivo). E poi non è detto che un disco ‘popolare’, costruito – come dici tu - in modo da poter piacere alla massa indistinta dei non appassionati di musica, sia brutto. Per ogni Lady Gaga e Britney, fortunatamente, c’è anche un…che so, Graceland di Paul Simon (mi è venuto in mente perché l’ho ascoltato ieri), che ha venduto niente male ai suoi tempi. Led Zeppelin IV, per dire, è il settimo disco più venduto di sempre, Dark side dei Pink Floyd è secondo. I Beatles hanno venduto alla grande, Legend di Bob Marley è pure messo bene, così come l’omonimo dei Metallica e Nevermind dei Nirvana (che pure tu consideri, e sono d’accordo, meno ‘autentico’ di Bleach…ma non significa che sia un disco brutto, e mi pare che anche tu sei di questo avviso).
E posso dire un’eresia? Certi pezzi del primissimo Michael Jackson, da Thriller in particolare, hanno un groove da paura. Che male c’è nel ritrovare spunti interessanti o persino (argh!) ‘belli’ in un album che ha fatto sfracelli sul piano commerciale? E’ questo che intendo quando parlo di togliersi il paraocchi (o paraorecchie) ;)
"dei Beatles non ho detto che erano mainstream, nè che i loro dischi sono cagate. A me i Beatles piacciono, e penso pure che il vero genio musicale non fosse John ma Paul :)
RispondiEliminaAl contrario, i Beatles sono partiti dal mainstream dei primi dischi (yè yè yè) per arrivare a cose che solo lo spirito dei tempi poteva rendere popolari (White Album, Sgt. Pepper, e ancora di più il singolo più incredibile di sempre "Penny lane/I'm the Walrus")"
Bene, almeno sui Beatles ci troviamo in totale sintonia :D
"I Vampire Weekend mi spiace, manca (celo, celo, manca!) - non so chi siano."
Sono quattro sbarbatelli che hanno ascoltato fino alla nausea Graceland di Simon, i Talking Heads e (mi auguro) certa musica africana. Predicano una via ethno al pop, in modo molto simile a quanto fatto da Paul Simon nel disco suddetto. Musica gradevolissima, ma sono ben lontani dall’essere i portabandiera di una rivoluzione musicale come molti magazines ci vorrebbero far credere ;)
"Il culo Springsteen non l'avrà venduto, ma certo molti gliel'hanno comprato sulla copertina di "Born in the USA" :)
(che era proprio bruttino anche come pezzo, con quei suonacci da stadium-rock anni '80 - anche se il testo era dignitoso)"
Cavolo, pensavo dicessi che ad essere brutto era il didietro di Springsteen :D Che ben si mantiene, devo dire, anche a 60 anni :D
Born in the USA è un pezzo bruttissimo, hai ragione, e il disco è uno dei suoi peggiori (non al livello dell’ultimo, o dei due di inizio ’90…). E comunque Born in The USA contiene Dancing in the dark e Badlands, due pezzi che dal vivo mi fanno venire la pelle d’oca alta tre metri. Bruce, però, ha sempre mantenuto la sua dignità artistica e la sua personalità, anche nei periodi di più scarsa ispirazione. E per l’appunto le sue tirate dal vivo di 3 ore lo dimostrano alla grande.
"Poi possiamo fare finta che il marketing non esista, che le case discografiche producano opere d'arte piuttosto che merce, che non siano interessate soprattutto a massimizzare i profitti..."
O signùr, ma non ti sembra un’affermazione un po’ estremista? ;)
Se dovessimo essere tutti così rigidi allora dovremmo ascoltare soltanto gli artisti di strada, che non chiedono nulla se non attenzione e qualche monetina ;)
Lo sappiamo tutti che ci sono di mezzo le case discografiche e che certi artisti sono più inclini di altri a sottostare ai dettami dei discografici. E alura? Io ascolto un album per quello che è senza farmi molti problemi, poi vedo come si inserisce nell’ambito di una carriera e di una discografia e tiro le mie conclusioni. Tanto che, fino a questa discussione, non avevo mai letto la classifica dei dischi più venduti di sempre, l’ho cercata qualche minuto fa per rispondere al tuo post ;) Sono questi i ‘preconcetti’ a cui facevo riferimento ;)
Ti faccio una domanda, allelimo: immagina paradossalmente di ascoltare la discografia dei Nirvana senza sapere chi siano, quanto siano popolari e quanto abbiano venduto i singoli album. Probabilmente il tuo giudizio tecnico non sarebbe molto differente (Bleach più sporco e spigoloso, Nevermind più rifinito e con ritornelli più innodici e facilmente riconoscibili). Quello che mi chiedo è: cambierebbe il tuo considerare Bleach come più ‘autentico’ e Nevermind più studiato a tavolino (il che può anche essere vero)?
Ad ogni modo, gli U2 fino ad Achtung Baby mi piacciono parecchio, e non riesco ad ascoltare The Joshua Tree/Under a blood red sky/The unforgettable fire senza provare i brividi.
P.S.: scusate la logorrea :D
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RispondiEliminaOrmai è la nostra telenovela.
RispondiEliminaNon avrei mai immaginato con questo post di aprire un dialogo così approfondito, interessante, ma anche ampio e complesso da richiedere molto tempo.
Ringrazio tutti voi per il contributo.
“Non ho citato i Led Zeppelin perchè io ho usato una classifica diversa da quella che hai linkato tu... il link alla mia fonte è nel primo post in cui parlo della classifica, qui :)
RispondiEliminaAh e neanch'io l'avevo mai vista prima di cercarla per rispondere al post precedente al mio - che tirava in ballo il numero di dischi venduti :)
Comunque nei 75 album della classifica che hanno venduto più di 20 milioni di copie Graceland non c'è, di Bob Marley c'è una compilation (!) ma è agli ultimi posti, i Metallica passo... poi gli altri che ci sono guardateli tu, io di quella roba li in casa ne ho giusto 9, e sono già fin troppi !
(il disco che più mi stupisce di tutta la calssifica è "In-A-Gadda-Da-Vida", non me lo aspettavo proprio!)”
Wikipedia può essere attendibile fino a un certo punto, chi stabilisce qual è la classifica più veritiera? ;)
Non ho detto che Graceland ha sbancato, semplicemente che fu un disco non di nicchia e con un buon numero di copie vendute, e nondimeno riconosciuto da buona parte della critica, tutto qui.
“I Metallica passo”…di nuovo. Io aborro il metallo, ma non posso negare l’influenza su un certo rock pesante di un gruppo come loro (per cui nemmeno io impazzisco, sia chiaro).
Quando nell’altro post dici che non ti sogni di negare l’importanza di Springsteen o di The Wall…beh, con la terminologia che usi è invece proprio ciò che fai (avendo utilizzato il termine ‘cagate’ …diverso sarebbe stato se, da subito, avessi detto che “non ti piacevano”).
“Di quella roba lì ne ho fin troppi in casa”…ma che è, ti viene a prendere la polizia se ti scoprono? La Sacra Inquisizione Musicale? Maddai ;)
In-A-Gadda-Da-Vida invece come lo consideri? Dati gli inizi simil garage degli Iron Butterfly dovresti pensare che In A Gadda, col successo commerciale che ha avuto, sia una ciofeca…al contrario mi sembri sorpreso ;)
(continua...)
“Michael Jackson, scusami, no. Al posto del groove da paura e della sublimità degli Abba io prendo un Thurston Moore che suona una chitarra con 4 corde (tutte di mi basso) con un cacciavite come capotasto mobile sotto le corde e un altro come plettro, oppure Sonic Boom che a metà di un pezzo "inchioda" i tasti dell'organo in un accordo con lo scotch da pacchi creando un drone distorto, prende la chitarra e per venti minuti massacra il Bloom con il feedback a palla :)”
RispondiEliminaMa sì, ho capito che sei un tipo underground/alternativo/indie tutto d’un pezzo, non è necessario che mi citi un Thurston Moore che suona con una grattugia o Sonic Boom che fa quel che fa con l’organo. Vorrei precisare, tra l’altro, che non sono io ad aver parlato della sublimità degli Abba (che aboooorro!) ;)
Michael Jackson fa rabbrividire anche me, ma da amante dei battiti funk e di musica con quel groove che ti fa battere il piede e muovere il culo senza che manco te ne accorgi, non posso che ritrovare, in alcuni spunti di Thriller e pure di Bad, qualcosa di indubbiamente fascinoso (sarei ipocrita altrimenti). Che poi tutto ciò sia fatto con tutti gli intenti commerciali del mondo è evidente, ma chissenefrega? Se mi regala buone vibrazioni e tecnicamente un pezzo o un disco ultra venduto mi convince, che male c’è?
“Sono assolutamente estremista, non un po' - tutte le volte che posso. Le case discografiche nel 99,99% dei casi vendono dischi come venderebbero saponette o sugo per pasta - un disco che vende milioni di copie è un puro e semplice prodotto.”
Perdonami, ma non sopporto alcun genere di estremismo. Mi hanno insegnato che la virtù sta nel mezzo, e sto constatando, nella mia seppur breve esperienza di vita di 27enne, che la maggior parte delle volte questa massima calza a pennello. E qui nessuno sta ignorando nulla, semplicemente i punti di vista sono ben poco conciliabili ;)
(continua...)
“se l'82 del tuo nick è riferito all'anno di nascita, al mio dovrei agiungere 63, e avendo passato gli ultimi 25 anni ad ascoltare, scrivere, leggere, suonare e registrare musica, ti assicuro che quqndo dico "costruito, prodotto e promosso per vendere milioni di copie" non sono parole messe lì a caso, ma intendo proprio che paragonando "Unforgettable Fire" a "War" o "Nevermind" a "Bleach", beh si sente proprio il lavoro fatto in studio da chi ha prodotto i dischi - che vuol dire tutti quei "tricks" che vengono usati da sempre in tutti gli studi di registrazione per rendere un prodotto più appetibile alla massa dei consumatori.
RispondiEliminaE intendo quindi quel certo suono di rullante con quel pizzico di riverbero paraculo, la cassa della batteria con quella compressione che poi si sente così bene nella pancia ad alto volume, i livelli reciproci degli strumenti che rendono il suono un po' più mordbido ed accettabile, le scelte di missaggio fatte per privilegiare la melodia del cantato piuttosto che l'armonia dei cori e delle voci doppiate e montate, le chitarre moltiplicate per dare più corpo a scapito della naturalezza, se vuoi continuo per ore (magari ti interessa un'analisi traccia per traccia dei dischi?)
Ma in ogni caso anche così, a pelle, se metti di seguito "Unforgettable Fire" e "War" o "Nevermind" e "Bleach" non senti chiaramente la diversità del suono (e non parlo di qualità delle canzoni, proprio del puro e semplice suono del disco?)”
Difatti ho ammesso che la differenza di sound è evidente, il punto era un altro: la qualità della musica. Perché dovrebbe esserci qualcosa di male in tutti quei trucchi che tu hai citato, SE il risultato finale è convincente e NON è un sbobbetta impacchettata giusto per fare soldi?
Personalmente mi piacciono sia Bleach sia Nevermind, sia War sia Unforgettable Fire, pur riconoscendone la diversità di suono e la differenza di portata a livello di pubblico. Di nuovo, non ci vedo nulla di male.
Seguendo il tuo ragionamento allora i Sonic Youth attuali, col suono rifinito che hanno, ti dovrebber far provare repulsione ;) E magari è anche così, nel qual caso ti darei ragione…ma non certo per la qualità della musica, a mio parere sempre impeccabile, ma per la sua urgenza espressiva (fanno dischi, ormai, col pilota automatico…cosa potrebbero dire/fare ancora di nuovo? Ma baaaasta!).
(continua...ultimo volta neh!)
“Il culo di springsteen, al di là della battuta, mi interessa molto poco :)”
RispondiEliminaSe fosse vero il contrario me ne preoccuperei :D Lascia che se ne interessino le donne…;)
Peccato però che, con questa battuta, hai chiuso definitivamente il discorso Springsteen…
“Infatti io non ho scritto: "Non è che un disco sia brutto perchè ha venduto tanto, ma se ha venduto tanto probabilmente è proprio perchè è un brutto disco, intendendo per brutto "costruito in modo che possa piacere alla massa indistinta dei non appassionati di musica"
C'è un "probabilmente" e c'è la definizione che intendebo della parola "brutto" :)”
E vabbè, così non ne usciamo. Perché, stando al tuo ragionamento, “brutto” e “costruito per la massa” diventano sinonimi, quindi le logiche commerciali sono totalmente incompatibili con il “bello” in senso estetico di un’opera. Il che, in molti casi, è vero. Ma non mi sentirei assolutamente di generalizzare. E qui dirai che hai utilizzato l’avverbio ‘probabilmente’…d’accordo. Ma non posso far a meno di avere l’impressione che, sotto sotto, non ne sei molto convinto. D’altra parte sei estremista, no? ;)
“Naturalmente dire che VU&N è più importante perchè è rock e mentre i coniugi Bano sono pop sarebbe solo spostare un'altra volta i paletti, reintroducendo un criterio di soggettività assoluta - non so come uscirne... :)
In ogni caso, bella discussione, dai!”
Mi sono espressa male. Intendevo: l’influenza che determinati artisti, nati/cresciuti musicalmente in un dato contesto spazio-temporale, hanno esercitato non solo e non tanto sui loro contemporanei quanto su un certo sound/genere/musica a venire, sulla sua evoluzione o sulla sua commistione con altri ambiti etc etc.
Su Al Bano e Romina…dai, non scherziamo. Sto parlando di paletti piantati da persone che hanno una vaga idea di ciò di cui stanno parlando, che hanno una certa qual dimestichezza con l’argomento. E’ ovvio che le capacità di giudizio, per quanto soggettive, dipendono in larga parte dall’esperienza che uno ha alle spalle. E’ chiaro che i paletti che posso avere io, tu, Lucien e molti altri utenti che frequentano questo blog, sebbene piantati in punti differenti, sono qualitativamente diversi da quelli di una persona, anche avanti con gli anni, che in vita sua non ha fatto altro che ascoltare Renato Zero, gli Abba, Antonello Venditti, Claudio Baglioni, Tiziano Ferro e Laura Pausini…non ti pare? Quindi, va bene la soggettività, il discorso sul mainstream e sul trovare spunti interessanti anche in artisti ‘commerciali’…però l’oro dal ferro si distingue ancora facilmente, dai ;)
In ogni caso devo ringraziarti, era da tanto che non mi capitava una discussione musicale così avvincente :)
LOL, visto Lucien che abbiamo combinato? ;)
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RispondiEliminaAh, quando verrà fuori che gli Steely Dan sono degli stronzi perchè fanno della perfezione il loro modus operandi ed utilizzano i migliori musicisti sulla piazza? Roba da matti, e te lo dice uno che ascolta di tutto, ma che, perdonami, come non sopporto la musica da classifica di oggi, fatta con lo stampino, e non dirmi che la stessa di trenta o venti anni fa era uguale perchè non è vero, non sopporto alla stessa maniera chi cerca di fare il ganzo incidendo porcherie e per dirla con Frank Zappa "sostenere che dietro ci sia una funzione sociale aiuta sempre ad avere un elaborato sistema filosofico che la comprenda, per razionalizzare il suo orrore. Questa è stata la mia esperienza con la maggior parte dell'avanguardia."
RispondiEliminaAh, dimenticavo; ti sei chiesto perchè i tuoi amati Sonic Youth hanno fatto una splendida cover di "Superstar" dei Carpenters? Non credo certo per prenderli per il culo, non è che forse sono più aperti dei loro fans?
RispondiEliminaIl tutto senza rancore ;o)
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RispondiEliminaok mi sono fatto prendere la mano, ma il riferimento agli Steely Dan è perchè il loro perfezionismo musicale è stato sempre visto in ottica negativa, chessò rispetto all'urgenza del punk. personalmente non mi sono mai posto questi problemi, ascoltando sia loro che i gruppettini punk più esagitati.
RispondiEliminaForse sono affezionato ad un certo artigianato da classifica di ormai troppi anni fa, dove si potevano trovare dei capolavori e personalmente non digerisco più quello che ci viene propinato adesso. Come pure la realizzazione di brani ostici ai più, penso sia un modo di mascherare una carenza di idee.
Riguardo al Boss, l'ho amato e lo amo ancora ma per me il suo ultimo album valido è Devil and Dust e dell'ultimo Working on a dream preferisco soprassedere.
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RispondiEliminaAnche se sono un pochino in ritardo: io ho due dei 10 vinili di cui parli. Bauhaus e Cure. Meglio di niente. Ciao.
RispondiElimina<>
RispondiEliminaAnche a me Stairway to heaven piace meno di altri pezzi dei Led, però dire che è bruttina…dai ;) Così come LZ IV…preferisco il primo e il terzo, ma non si può non dire che il quarto sia una ciofeca. A me piacciono pure Physical Graffiti e The song remains the same :P
A volte ho l’impressione che certe cose vengano dette più per andare contro corrente che non perchè effettivamente pensate ;) Non ti sto accusando eh, figurati, nemmeno di conosco :)
<<"La Sacra Inquisizione Musicale"
Evidentemente no, però faccio più che volentieri a meno di perle del calibro di Shakira, Britney Spears, Celine Dion, Spice Girls, Linkin Park, Backstreet Boys, Bon Jovi, etc. :)>>
Credo che da queste parti tutti faremmo volentieri a meno degli ‘artisti’ da te citati :)
Ma non si stava parlando di schifezze tali, suvvia…
<<[In A Gadda] E in ogni caso, uno su 75 ci sta, la classica eccezione che conferma la regola...>>
Classico meccanismo che in psicologia sociale viene considerato come una delle strategie volte a mantenere i propri stereotipi e le proprie idee rigide sui componenti del gruppo esterno. Conosci un componente di quel gruppo che non conferma la tua idea? Basta non considerarlo come la prima crepa della tua teoria, ma al contrario come un’eccezione che la conferma, e il gioco è fatto no? :P
<>
Non era quello che intendevo dire. Il mio discorso era a livello puramente di pensiero/ opinione/visione della realtà. Nel senso che mi viene difficile pensare in termini di totalmente giusto/totalmente sbagliato, di 100% torto/100% ragione. Spesso la visione più accurata (non nel senso di ‘vera’, ma di plausibile/condivisibile/sfaccettata) delle cose si situa più verso la metà di un ipotetico continuum che non verso uno dei due poli. Non è mia intenzione comunque né generalizzare né ridurre banalmente la realtà in termini antitetici ;) Diciamo che sono un po’ relativista ;) E mi considero tale proprio perché sono convinta che le differenze esistono eccome, e in quanto tali vadano riconosciute.
Scegliere è un riconoscere queste differenze, e in quanto tale è un rischio, ma (purtroppo o per fortuna) nella vita è doveroso. Un conto però è scegliere da che parte stare con la consapevolezza che le decisioni spesso si possono basare su opinioni e vissuti personali, che sono appunto personali e non dei fatti. Un altro è scegliere nell’illusione di essere infallibili, o credendo di agire sulla base di certezze, che certezze non sono.
(continua...)
<<"E vabbè, così non ne usciamo. Perché, stando al tuo ragionamento, “brutto” e “costruito per la massa” diventano sinonimi, quindi le logiche commerciali sono totalmente incompatibili con il “bello” in senso estetico di un’opera. Il che, in molti casi, è vero. Ma non mi sentirei assolutamente di generalizzare."
RispondiEliminaE se rileggi bene quello che hai scritto qui, non mi sembra che la tua posizione sia così radicalmente diversa dalla mia ;)>>
E’ vero, non sono così distanti. Ma il tuo radicalismo nel considerare in toto certi artisti ‘commerciali’ come monnezza non mi trova molto d’accordo (SOLO ALCUNI eh, i vari Bon Jovi, Shakira, Zero, Pausini e compagnia sono da mandare al rogo :D). Così come c’è del buono anche in un bastardo, e c’è una parte cattiva/egoista in ognuno di noi, allo stesso modo trovo che ci sia qualcosa di interessante anche in certe trovate o in alcuni pezzi di artisti commerciali. Il che non equivale ad avere un’opinione completamente positiva su di loro, ma significa considerare le cose nella loro complessità. E nella complessità, a mio parere, c’è anche spazio per le contraddizioni.
<< Qui invece c'è un problema: non stavo mica scherzando - chi decide che i miei o i tuoi paletti sono più validi di quelli di chi ascolta Zero, Abba, Pausini, etc.?
Certo che possiamo dire che sono "qualitativamente diversi", ma sono migliori o peggiori? Se abbandoniamo completamente il concetto di oggettività, non ha senso dire che i Sonic Youth sono meglio di Bruce Springsteen o di Tiziano Ferro, ma solo che PER ME è così, per te (generico, non SigurRos82) Sprinsteen è meglio dei Sonic Youth che sono meglio di Ferro, per lui Tiziano Ferro è meglio di Bruce Springsteen e chi cazzo sono i Sonic Youth?
E le tre posizioni sono soggettivamente valide allo stesso identico modo, e siamo punto e a capo con la questione dei maledetti paletti... ;)>>
L’importante è che siano qualitativamente diversi :P
Ti propongo lo stesso genere di risposta che ho dato ad un’amica con la quale stavo facendo un discorso simile. Secondo me l’esperienza, e cioè il fatto di avere orecchie sufficientemente smaliziate e avvezze a sguazzare tra un genere e l’altro, tra un’epoca e l’altra, tra un artista e l’altro, fa la differenza. Uno che ascolta rock, jazz, blues, bluegrass, pop, etc, di vari periodi, non limitandosi agli artisti noti o a ciò che viene proposto dai media, ha più probabilità di avere una visione d’insieme dell’universo ‘musica’ più complessa, completa e sfaccettata di uno che ascolta Abba, Pausini, Ferro, Zero. E non sto parlando tanto della componente emotiva, perché ogni persona ha il diritto di emozionarsi con la musica che preferisce, anche quella della Pausini, in quanto l’emozione è qualcosa che sentiamo spontaneamente e nessuno ci può dire se sia giusta o sbagliata. Uno che ascolta di tutto e non si limita ai soliti noti ha tuttavia più credenziali, per così dire, perché avendo alle spalle una certa esperienza di ascolti (quantità e varietà) può permettersi di considerare prevedibili e banali artisti come Ferro e Zero, in virtù di capacità di giudizio certamente più attendibili, rodate e raffinate di uno che si limita a ingolfarsi soltanto con la roba di MTV e delle radio nazionali. Poi la sensibilità musicale è anche una qualità personale, per certi versi indipendente dall’esperienza.
Quindi più che di migliore/peggiore preferirei parlare di più o meno complesso, ecco ;)
<< Proprio non si riesce, per criticare le posizioni soggettive di alcuni, ad uscire dalle proprie posizioni soggettive? >>
E’ molto difficile, perché per quanto ci sforziamo il nostro è pur sempre un punto di vista. Sono convinta che l’oggettività totale sia un miraggio. L’importante è, come dicevo in un altro post, essere consapevoli della parzialità di ciò che si dice o pensa.
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Beh, rockettari e jazzisti secondo me si stimano reciprocamente. Solo che il rocker lo dice apertamente, mentre il jazzista raramente esplicita questa ammirazione ;)
hi, new to the site, thanks.
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