giovedì 17 luglio 2008

20 Album vissuti: 7° The Stranglers - The Raven 1979

Nell'Ottobre del 1979 partii solitario per una specie di viaggio di formazione attraverso il Nord Europa: Bruxelles, Londra, Amsterdam, la città dopo rimasi più a lungo. Fu a Londra che con gli ultimi risparmi guadagnati con la vendemmia acquistai, tra gli altri, questo splendido disco - ahimè ora disperso - in edizione limitata con la copertina tridimensionale. L'ispirazione, come si può intuire dal corvo in primo piano, è decisamente dark. L'originalità degli Stranglers fu però nella capacità di discostarsi da altri gruppi post punk del periodo inserendo costantemente nei brani tastiere dal sapore quasi doorsiano unite a tappeti sonori elettronici che a volte emergono dal sottofondo in primo piano fino a sovrastare gli altri strumenti, come accade ad esempio nella splendida title track. Un disco oscuro e minaccioso, dal fascino ambiguo che raggiunge livelli che il gruppo successivamente non sarà neanche in grado di avvicinare. Dopo una breve permanenza a Londra, mi apprestavo soddisfatto a concludere il mio viaggio con il borsone pieno più di dischi che di vestiti, avendo deciso di passare qualche giorno ad Amsterdam. Viste le finanze limitate alloggiai in un albergo molto economico vicino al quartiere a luci rosse in una stanza doppia condivisa con un francese. La prima sera andai al Melkweg, famoso locale della città; ero entusiasta perché avevo visto la locandina che pubblicizzava un concerto dei Gong. Della vecchia formazione però erano rimasto solo il batterista, Pierre Moerlen; ormai suonavano un jazz-rock sì dignitoso, ma assai distante dal loro sound originario. La vera sorpresa fu all'uscita perché incontrai Sante, un ragazzo italiano delle mie parti che conoscevo; lo stupore fu di entrambi, ma mentre io mi consideravo di passaggio lui stava già ad Amsterdam da quasi un mese: viveva in un un ex brefotrofio abbandonato che squatters olandesi e tedeschi avevano occupato ed arredato per viverci. Aveva una stanza in società con un tedesco e mi invitò a stabilirmi da loro. Il giorno seguente mi trasferii con le mie cose dall'albergo ad una nuova stanza libera che mi era stata assegnata. Mi restavano pochi fiorini con i quali sarei stato autosufficiente ancora per poco e così il giorno dopo feci la mia fila alla stazione di polizia olandese per ottenere un permesso di soggiorno con cui avrei potuto cercare lavoro in una delle tante agenzie. La sera stessa Sante mi portò alla sede degli Hare Krishna, non perché fosse un loro seguace, ma perché dopo aver assistito a tutta la cerimonia si era ricompensati con una buona cena, seppur vegetariana: era uno dei tanti stratagemmi da lui utilizzati per riempirsi la pancia senza lavorare. Nei giorni successivi però cominciai a scoraggiarmi, la vita precaria alla freak brothers non faceva per me e avevo già deciso di telefonare ai miei genitori per farmi mandare i soldi del biglietto di ritorno, quando un pomeriggio, all'interno di un'agenzia, fummo contattati in modo un po' losco da un signore di mezza età, che ci chiese sottovoce se eravamo in cerca di lavoro. Ci spiegò che ci avrebbero pagato in nero se avessimo accettato di lavorare come inservienti in un ristorante. Accettammo al volo e il giorno dopo eravamo già al lavoro come lavapiatti nella grande cucina di un ristorante di lusso sul Mare del Nord... segue

1 commento:

  1. Cavoli, avevi l'elleppì con la copertina tridimensionale! L'hai perso? Che peccato, dovrebbero ristamparlo per le nuove generazioni, così come hanno fatto per il "Metal Box" dei PiL.

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