mercoledì 15 aprile 2009

Ti ricordi quando eri di plastica?

Manet - bevitore d'assenzio 1859
Dopo il chiromante, ecco un altro personaggio appartenente alla galleria di strambi fantastici che si potevano incontrare nel mio paese d'origine.
Wilkinson aveva un'età tra i 40 e i 50 anni, era basso di statura e corpulento, portava barba e capelli lunghi ma l'abbigliamento era sempre molto curato, con un tocco di classe dato dai cappelli a tesa larga che quasi sempre indossava. Abitava con la madre, non lavorava e tutti i giorni percorreva il marciapiede del corso principale facendo tappa metodicamente in tutti i bar a bere superalcolici. Un po' ci metteva soggezione, ma era diventato l'idolo di noi giovinastri perché i suoi numeri erano improvvisi ed esilaranti. Di giorno solitamente parlava poco, forse perché troppo impegnato nell'opera di autodistruzione etilica e se si rivolgeva a qualcuno, non lo faceva per dialogare, ma per esprimere un concetto o un ragionamento non sempre di facile interpretazione. Una frase ermetica diventata storica fu quella che pronunciò verso di me in dialetto una volta che lo incrociai sulla porta del bar: - Ti ricordi quando eri di plastica?
Un po' più pesante fu l'invettiva che un pomeriggio urlò rivolto al prete, vedendolo passare: - Le suore le abbiamo già cxxxxxxe tutte, adesso vogliamo inxxxxxxe i preti. Eravamo seduti all'esterno del bar e l'imbarazzo fu totale, ma tutti lo conoscevano e lo tolleravano, tanti lo avevano in simpatia. Con il passare degli anni la sua camminata si fece sempre più lenta e strascicata, il respiro affannoso; l'alcol lo stava debilitando e probabilmente fu proprio in quel periodo, quando fu obbligato a ridurre il suo consumo, che cominciò a soffrire di delirium tremens. Fu visto e sentito mentre urlava guardandosi attorno: - Wilkinson dove sei? Lo so che sei venuto a uccidermi. Chissà da quale incubo era uscito il suo uomo. Brutta bestia l'alcolismo.
Quando era ancora in forma ogni tanto lo si vedeva sfrecciare con il Cavalcone, il motore da cross che ben presto gli venne requisito. Finì anche nelle cronache locali perché un giorno salì senza essere visto su un furgone del latte, lo mise in moto e fuggì. Fu avvistato e inseguito dalla polizia sulla strada per Bologna. Vistosi raggiunto, accostò il furgone, scese e tentò la fuga nei campi. I poliziotti, una volta che l'ebbero catturato e identificato, capirono subito che non era un furto "normale" e quando gli chiesero il motivo del suo gesto, rispose che l'aveva fatto perché voleva andare al concerto di Patti Smith. Il giorno dopo sulla cronaca locale: "RUBA FURGONE DEL LATTE PER ANDARE AL CONCERTO DI PATTI SMITH".
Ci eravamo affezionati e la sua presenza accompagnava i nostri pomeriggi di studenti svogliati e le calde notti estive, quando si tirava tardi davanti al bar già chiuso. Spesso si affacciava e quando era in forma cominciavano discussioni surreali sui massimi sistemi. Quasi mai veniva preso in giro, perché in fondo lo sentivamo come uno di noi; noi che non volevamo integrarci e tentavamo di sfuggire alla vita monotona di provincia. Qualche stupido ogni tanto ci provava, ma Wilkinson aveva una specie di radar: con calma e compostezza, chiudeva gli scuroni e con un cordiale "buonanotte ragazzi" usciva di scena: un vero loser di classe. Una sera vedemmo del fumo uscire dalla finestra e poco dopo arrivarono i vigili del fuoco: Wilkinson aveva dato fuoco al letto. "E brusa ben parò" fu il suo secco commento in dialetto.
Se ne andò per sempre versò la metà degli anni '80. Amici di un gruppo rock locale composero e gli dedicarono una canzone. Chissà quale splendida poesia in musica avrebbe composto Faber se lo avesse conosciuto.

7 commenti:

  1. anche nel mio paese c'era un personaggio del genere, si chiamava Antoine ed era un pittore. Anche lui beveva. Dico solo che una volta la moglie si svegliò la mattina e trovo tutto il soggiorno dipinto con teschi e immagini di morte.
    anche lui è morto

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  2. Belli questi racconti.
    Ligabuiani direi, in senso buono.

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  3. "RUBA FURGONE DEL LATTE PER ANDARE AL CONCERTO DI PATTI SMITH". E' più rock di tutta la discografia ligabuiana.

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  4. @ Andrea: In effetti Wilkinson (Raniero) era molto rock a cominciare dall'aspetto. Era diventato una nostra icona.

    @ Major: Infatti dopo aver visto Radio Freccia, ho pensato che avevo materiale a disposizione per girare una serie.

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  5. Ben trovato Luc, anche io ho un ubriacone poeta e filosofo nel bar dove faccio colazione. Il bello è che me lo ricordo così quando avevo 15 anni ed è esattamente così anche ora, credo che vengano al mondo già costruiti e allo stesso modo se ne vanno.

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  6. a Mestre, in piazza c'era uno che gridava sempre "Vado Via, in aereo!", tutti gli offrivano un'ombra... perchè era buono e si faceva ben volere...poi un giorno è sparito, e non si è più visto. Anche Guccini avrebbe potuto scrivere una canzone su Wilkinson.
    Buona serata

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