Segnali di vitalità dal cinema francese. Dopo La Classe e Racconto di Natale, un'altra storia che ho perso al cinema, ma che merita di essere vista.
Stella, dell'esordiente Sylvie Verheyde, racconta il passaggio dall'infanzia all'adolescenza di una bambina alla fine degli anni '70. Il racconto si snoda nell'arco di un anno scolastico e descrive con realismo e sensibilità un'età di passaggio delicata, una tappa obbligata per gli adolescenti di ogni epoca, cioè il momento in cui si compiono scelte e si vivono situazioni che spesso andranno a condizionare la nostra vita: la scelta delle amicizie, gli interessi, le difficoltà a scuola, i problemi familiari. Il film, d'ispirazione autobiografica, riesce a toccare tutte queste corde facendole vibrare, grazie anche alla bravura di Léora Barbara, la cui apparente indifferenza e l'essere cresciuta troppo in fretta celano una sofferenza e una fragilità che emergeranno quando entrerà inevitabilmente in contatto con un ambiente sociale più elevato del suo. - Sapevo tutto sul flipper, sul biliardo, sul gioco delle carte e anche su come nascevano i bambini, ma niente di tutto il resto. Una sorta di 400 colpi al femminile, con tutte le dovute distanze per il capolavoro di Truffaut che proprio quest'anno compie 40 anni. Merito alla Sacher di Nanni Moretti per averlo distribuito in Italia.
Stella, dell'esordiente Sylvie Verheyde, racconta il passaggio dall'infanzia all'adolescenza di una bambina alla fine degli anni '70. Il racconto si snoda nell'arco di un anno scolastico e descrive con realismo e sensibilità un'età di passaggio delicata, una tappa obbligata per gli adolescenti di ogni epoca, cioè il momento in cui si compiono scelte e si vivono situazioni che spesso andranno a condizionare la nostra vita: la scelta delle amicizie, gli interessi, le difficoltà a scuola, i problemi familiari. Il film, d'ispirazione autobiografica, riesce a toccare tutte queste corde facendole vibrare, grazie anche alla bravura di Léora Barbara, la cui apparente indifferenza e l'essere cresciuta troppo in fretta celano una sofferenza e una fragilità che emergeranno quando entrerà inevitabilmente in contatto con un ambiente sociale più elevato del suo. - Sapevo tutto sul flipper, sul biliardo, sul gioco delle carte e anche su come nascevano i bambini, ma niente di tutto il resto. Una sorta di 400 colpi al femminile, con tutte le dovute distanze per il capolavoro di Truffaut che proprio quest'anno compie 40 anni. Merito alla Sacher di Nanni Moretti per averlo distribuito in Italia.
Conoscendo la realtà francese, mi sembra che questo film sia arrivato molto in ritardo. Forse è anche per questo che la storia si svolge negli anni '70. Attualizzarla, nella Francia di oggi, sarebbe quasi ridicolo.
RispondiEliminaFondamentalmente si svolge negli anni '70 perché è autobiografico, la regista avrà poco più di 40 anni. Trovo che il tema della crescita e delle differenze sociali non abbia tempo o epoca.Visto la situazione attuale italiana(immigrati=intolleranza)sarebbe bello che qualche regista italiano cogliesse questo aspetto della nostra realtà e lo raccontasse.
RispondiEliminaL'unico che ci ha provato è stato Marco Tulluio Giordana nel 2005 con "Quando sei nato non puoi più nasconderti"
spero di beccarlo in dvd.. buona domenica sera
RispondiEliminaluka
interessante, lo recupererò. Grazie
RispondiEliminabene, bella segnalazione! mi hai incuriosito..
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