lunedì 30 agosto 2010

LP cover art: Area - Arbeit macht frei 1973



L'arte di provocare non fine a se stessa ma con dei contenuti musicali e culturali.
Un titolo come un pugno nella faccia quello che gli Area scelsero per il loro primo disco. Un inizio dolcissimo con la voce di una ragazza palestinese che recita in arabo una poesia di pace e d'amore, per poi lasciare campo alla potenza di Demetrio Stratos che canta sull'aria di un motivo popolare macedone:
In copertina appare in primo piano un manichino di legno imprigionato da un grosso lucchetto e da un casco rudimentale; la chiave stretta tra le dita a simboleggiare la possibilità di liberarsi. La scultura angosciante è opera di Edoardo Sivelli.
All'interno del disco i componenti del gruppo seduti e distesi in mezzo a una serie di simboli: la falce e il martello, una pistola, un angelo in volo e la foto dell'ingresso del campo di concentramento con la famigerata frase.
Raccontava Demetrio Stratos in un intervista del 1974:- In radio non ci hanno mai trasmessi, chiaramente tutti avevano dei blocchi morali, si scandalizzavano perché abbiamo fatto un pezzo che si chiamava 'Settembre Nero'. Non c'è bisogno oggi di spiegare questo tipo di musica: ci sono solo cinque musicisti che hanno una rabbia repressa perché hanno suonato per tanti anni quello che volevano i padroni.
Non mi pare che la situazione della musica in Italia per quanto riguarda i media tradizionali sia migliorata, anzi! Per fortuna da dieci anni si può contare sulla rete, l'unico mezzo di comunicazione con il quale oggi gruppi come gli Area potrebbero farsi conoscere.



9 commenti:

  1. grazie a Radio Libera Firenze ebbi l'occasione di ascoltarli per la prima volta: sarò sempre grato a quel tizio che li programmò..

    RispondiElimina
  2. Erano veramente all'avanguardia. Figli di anni che non hanno retto, a differenza della musica che è ancora ok e credo lo rimarrà.
    ciao.

    RispondiElimina
  3. Questo e "Crac!" sono due tra i meiei dischi italiani di sempre.

    RispondiElimina
  4. @ Silvano:
    Giusta osservazione. Di quegli anni una delle cose ha retto l'ingiuria del tempo.

    @ Novalis:
    Uno dei periodi più creativi per la musica italiana.

    @ Harmonica:
    Quante radio oggi programmano musica decente? Fra quelle che riesco a sentire in auto, nessuna.
    (A parte radio 3 in orari in cui non guido mai). Ci ho rinunciato al tasto FM: solo cd.

    RispondiElimina
  5. C'è un interessante dvd della Feltrinelli su Stratos che mi incuriosisce assai e che farei bene a procurarmi:

    http://www.lafeltrinelli.it/products/9788807740558/La_voce_Stratos/D'Onofrio_Luciano.html

    RispondiElimina
  6. Oggi se fosse andato alle prove per X factor, Stratos l'avrebbero segato perchè non "aveva personalità" ..

    RispondiElimina
  7. nettamente,ma nettamente il più grande gruppo italiano di sempre..la coerenza,le idee,la musica,l'anima di quei musicisti ..li vidi a bologna nel 76 al palazzo dello sport..pieno..altri tempi

    RispondiElimina
  8. Il loro primo album, eccetto i primi due brani, non l'ho mai digerito ma comunque rimane un bel lavoro!
    Il loro lavoro che preferisco fino ad oggi è il terzo....e ho ascoltato bene i primi tre. Concordo con commenti precedenti al mio: se oggi non ci fosse internet, sarei molto ignorante in ambito musicale.....
    Arrivo qui da countryfeedback di splinder......
    Buona serata da un appassionato di progressive e ultimamente anche di Prince!

    RispondiElimina
  9. @ Giampaolo:
    Intanto benvenuto. Devo dirti che per me è una bella gara. Anche a me piace molto Crac e ci sono più legato perché è il primo loro disco che ho sentito. Peccato non fossi ancora abbastanza grande per vederli dal vivo.

    RispondiElimina

Welcome