venerdì 30 gennaio 2009

Da Bowie a Dylan: un disco di covers a sostegno di Warchild

War Child è un'associazione non governativa impegnata da anni nelle zone di guerra a prestare cure mediche e assistenza all'infanzia. A metà febbraio uscirà un disco di cover molto interessante i cui proventi andranno a beneficio dei bambini di Afghanistan, Iraq, Uganda e Rep. Democratica del Congo. I responsabili di Warchild hanno chiesto a 15 icone del rock di scegliere una loro canzone e indicare un nuovo interprete che a loro giudizio avrebbe potuto renderla al meglio. Qui sotto c'è il risultato: che ve ne pare? Io il disco lo comprerò di certo. Nel frattempo su streogum.com è possibile sentire la cover di Heroes (siamo alla 50° cover) fatta dai Tv on the Radio e Transmission (pezzo impegnativo) rifatta dagli Hot Chip.
Tracklist:

1- Beck (Bob Dylan: Leopard-Skin Pill-Box Hat)
2 - Scissor Sisters (Roxy Music: Do The Strand)
3 - Lily Allen (The Clash: Straight To Hell)
4 - Duffy (Paul McCartney: Live And Let Die)
5 - Elbow (U2: Running To Stand Still)
6 - TV On The Radio (David Bowie: Heroes)
7 - Hot Chip (Joy Division: Transmission)
8 - The Kooks (The Kinks: Victoria)
9 - Estelle (Stevie Wonder: Superstition)
10 - Rufus Wainwright (Brian Wilson: Wonderful/ Song For Children)
11 - Peaches (Iggy Pop: Search And Destroy)
12 - The Hold Steady (Bruce Springsteen: Atlantic City)
13 - The Like (Elvis Costello: You Belong To Me)
14 - Yeah Yeah Yeahs (The Ramones: Sheena Is A Punk Rocker)
15 - Franz Ferdinand (Blondie: Call Me)

mercoledì 28 gennaio 2009

I 10 musical più belli

Coloro che hanno l'abitudine di fare una capatina dalle mie parti sanno che Musica e Cinema sono le mie grandi passioni. Il musical ha la capacità di unire queste due arti, a volte in modo sublime. Il primo visto in assoluto fu Jesus Christ Superstar (fuori gara). Ormai di tempo ne è passato parecchio, ma la potenza di quelle immagini su un ragazzino ancora timorato di Dio sortirono un certo effetto. Da allora quando sento pronunciare la parola musical la mia attenzione viene catturata. Peccato che Broadway e Londra non siano dietro l'angolo e allora ci si accontenta del cinema. L'unico musical live che ho visto a teatro è stata una bella versione in lingua originale di Hair. Ecco allora il mio omaggio a questo genere sotto forma di classifica per quelli usciti dagli anni settanta in poi. Illustre escluso Mamma mia: non che sia inguardabile, ma c'è di molto meglio.
1. The Rocky Horror Picture Show - Jim Sharman 1973: "Touch me, touch me, touch me I wanna be dirty". Stracult, inutile aggiungere commenti.
2. The Blues Brothers - John Landis 1980: Quante volte l'avete visto?
3. Hair - Milos Forman 1979: Il musical più hippie e pacifista della storia del cinema. Esordì a Broadway nel 1968, scandalizzando per i temi affrontati (droghe e sessualità) e contribuendo a diffondere in America e nel mondo la cultura pacifista e l'opposizione alla guerra in Vietnam. Da qui è nato il concetto stesso di musical rock. Dopo aver realizzato quel capolavoro che è Qualcuno volò sul nido del cuculo, Forman girò la riduzione cinematografica del musical. Curiosità: al casting parteciparono anche Madonna e Springsteen, ma non furono scelti. Temi musicali che sono entrati nella storia del cinema e della musica. Let the sun shine in & fuck the wars.
4. Across the universe - Julie Taymor 2007: Forse lo sopravvaluto perché la sua visione è recente e l'entusiasmo è ancora fresco. Comunque dal punto di vista visivo e musicale è una manna per occhi e orecchie. Le canzoni dei Beatles sono riarrangiate da dio. Destinato a diventare un cult.
5. Tommy - Ken Russel 1975: L'ho rivisto da poco e specie nella seconda parte, quando cerca di lanciare messaggi risulta oggi un po' troppo retorico, ma l'impatto lisergico-sonoro è ancora pazzesco. Da rivedere Tina Turner che canta The acid queen o Elton John con i trampoli in Pinball Wizard.
6. Pink Floyd The wall - Alan Parker 1982: Ho amato molto di più il disco del film per motivi che è difficile e complicato spiegare, però non può mancare in questa classifica un'opera che ha fatto storia e la musica non si discute.
7. Moulin Rouge - Baz Luhrmann 2001: Geniale creazione del regista australiano. La storia d'amore è un pretesto per dare vita ad un baraccone kitsch, grottesco, a volte eccessivo, ma trascinante e con cover molto belle e originali di classici del rock: su tutti Diamond Dogs, rifatta da Beck. Nicole Kidman (bella come non mai) e Ewan Mc Gregor cantano veramente bene.
8. Nightmare Before Christmas - Tim Burton/H. Selick 1993: Una splendida favola dark, animata con la tecnica stop-motion in modo magistrale. Un unico neo: personalmente non sopporto la voce di Renato Zero, scelto nella versione italiana per cantare le canzoni. Per fortuna c'è Babbo Nachele che ha una marcia in più. Si consiglia la visione in lingua originale.
9. Il fantasma del palcoscenico - Brian de Palma 1974: Una rielaborazione del fantasma dell'opera e del Faust in chiave rock. Un classico del genere creato da un maestro del cinema.
10. Dancer in the dark - Lars von Trier 2000: Un po' di sano masochismo. Bisognerebbe frustare il regista danese per la cattiveria con cui si accanisce sulla povera Bjork, però il fascino del Dogma (e anche della sfiga) ti cattura fino alla fine.
Trailer originale di Tommy

martedì 27 gennaio 2009

N E V E R M O R E

Mai più
Jamais plus
Nunca más
Nie
Niciodata
ابدا مرة اخرى
Ουδέποτε
Никогда
Asla
決して
Aldrig
עוד
Nooit
Nigdy nie
कभी

lunedì 26 gennaio 2009

Consuma e sarai felice

In questo periodo di recessione durante i dibattiti si sentono sempre le solite voci dire che bisogna rilanciare i consumi: pensano che non sia ancora il caso di fermarsi e che il giochino possa durare per sempre. Dovremmo quindi, che so, spendere di più di quanto si faccia già ora in cellulari? Facciamo un esempio. Conosco persone (middle class come il sottoscritto) che spendono fino a 150/200 € al mese nel cellulare. Una volta una di loro mi ha chiesto esterrefatta: - Ma voi come fate a permettervi dei viaggi? Semplice, ho pensato senza rispondere, basta fare 200 x 12= 2400 € (togliamo pure 100 € che un po' lo uso anch'io). Ognuno ha le sue priorità!
Nel 2007 ho realizzato un mio vecchio sogno: il Madagascar. Una volta tornati, una parente ci ha chiesto quanto ci era costato e quasi scandalizzata ha sostenuto che lei tutti quei soldi per un viaggio non li spenderebbe mai. Certo, meglio passarsi tutti i weekend negli ipermercati della regione riempendo carrelli fino alla tracimazione.
Dopo decenni di martellamento la tossicità del consumismo ci entrata nelle vene a tutti, nessuno escluso. Ritengo però salutare non superare i limiti del buon senso. Alcuni esempi di rincoglionimento? Case trasformate in gigantesche sale giochi per figli unici, schermi al plasma da 50 pollici piazzati in salotti di 8 metri quadrati, bambini di sette anni dotati di proprio telefono cellulare, giusto per raccontare alcune situazioni che conosco. Se non è abbastanza trovatemi qualche esempio ancora più demenziale.
Nel frattempo...

Conosco le abitudini so i prezzi
e non voglio comperare né essere comprato

Attratto fortemente attratto
Civilizzato sì civilizzato
Comodo ma come dire poca soddisfazione
Comodo ma come dire poca soddisfazione
Soddisfazione Signore . . .

sabato 24 gennaio 2009

Persone all'interno di un edificio isolato in balia di pazzi sadici

The Strangers - Bryan Bertino (02/01/09)
All'interno della categoria Thriller/Suspencer ormai è nato un nuovo sottogenere che, come anticipato nel titolo, potremmo definire così: "Persone in balia di pazzi sadici all'interno di un edificio isolato". Filone che non so quanto possa ancora essere esplorato dopo film terrificanti come Funny Games o il francese Them. Ci prova Bryan Bertino al suo primo lungometraggio, dimostrando una certa maestria nel far montare lentamente la tensione con un gioco di inquadrature, particolari e rumori che generano prima ansia, poi paura, infine terrore nella coppia isolata in una casa di campagna e coinvolgimento emotivo nello spettatore. In fondo è ciò che si chiede a questo genere di film, però sinceramente il tema comincia ad essere abusato. La cosa che mi fa irritare è il riproporre senza varianti la solita situazione che vede l'onnipotenza dei persecutori (bisognosi di un urgente T.S.O.) contrapposta alla goffagine delle vittime che, seppure in buona salute, muniti di fucili a cartuccioni, pistole o qualsiasi arma di distruzione di massa, nulla sono in grado di fare se non recitare la parte dell'agnello sacrificale. In questo caso all'inizio del film ci si premunisce avvisando lo spettatore che la storia si ispira a un episodio di cronaca del 2005, ma la sostanza non cambia.
Un dialogo che mi ha colpito: Liv Tyler nel momento clou chiede ad una delle persecutrici "Perché ci fate questo? Risposta: "Perché eravate in casa!" Una motivazione incontestabile.

Happy go lucky - Mike Leigh (GBR) (05/12/08)
Leigh spiazza tutti con un film apparentemente leggero, ma in realtà sostanzioso e profondo. Il ritratto di Poppy, insegnante felice e ottimista, se all'inizio desta qualche perplessità, poi diventa progressivamente contagioso e ti convince. Sally Hawkins orso d'oro a Berlino come interprete femminile.

LEGENDA

Nuove uscite: dopo 10 anni A Certain Ratio

Diverse nuove uscite in questo weekend. Alcune interessanti.
  • A Certain Ratio - A mind made up: Chissà cos'hanno combinato. Mi incuriosisce molto perché all'inizio degli anni '80 avevo una vera e propria passione per questo gruppo funk/post punk di Manchester: furono i primi a firmare per la Factory, ancora prima dei Joy Division. Ai loro esordi con To each venne coniato il termine tribalismo urbano, in seguito con Sextet la componente funk prese il sopravvento e prese forma un tipo di sonorità originalissimo che univa il dark inglese alla black music: due mondi in apparenza estranei. Il cantante Simon Topping aveva una voce che ricordava Ian Curtis, però meno cupa; infatti una volta fu chiamato a sostituire la voce dei Joy Division dal vivo perché il cantante si era sentito male. Gli ACR sono sempre rimasti un gruppo di nicchia ma hanno lasciato un solco, specie nella musica inglese, che poi in tanti hanno seguito e sviluppato. Sul loro myspace si può sentire qualche brano del nuovo lavoro.
  • Esce oggi ufficialmente Tonight, il nuovo Franz Ferdinand, ma pare che già in tanti l'abbiano già ascoltato e apprezzato. Magie del peer to peer.
  • Phantom Band - Checkmate Savage: Disco d'esordio di questo sestetto scozzese. Mojo sul numero di Gennaio 2009 lo segnala come uno dei gruppi nuovi su cui puntare il prossimo anno. The Music Magazine gli assegna un 8, mentre Ondarock lo stronca quasi nettamente con un 5. Lo sto ascoltando proprio ora: non mi sembra male e starei a metà tra questi dei due estremi.

giovedì 22 gennaio 2009

COVER vs ORIGINAL: Annie Lennox - Don't let bring you down (Neil Young)














Probabilmente dopo i Beatles e Bob Dylan, Neil Young è uno tra i musicisti più coverizzati, oltre che uno dei miei preferiti di sempre. Guarda caso il primo post di questo blog, partorito all'inizio dell'estate è proprio a lui dedicato.
Annie Lennox ha superato la prova con lode grazie alle sue straordinarie doti interpretative. Nel 1995 con l'uscita di Medusa, il suo album di covers, ha sfoderato una versione superba e molto originale di Don't let bring you down, uno dei miei pezzi preferiti del geniale canadese. Una canzone magica che senza esagerare avrò suonato centinaia di volte. Questa cover fu inserita anche nella colonna sonora di American Beauty. L'interpretazione di Annie Lennox è da brividi: un misto di sensualità e dolcezza che scorre come miele e che a tratti nel finale assume venature soul grazie ai cori femminili.

Neil Young: BBC TV Studios - feb. 1971

mercoledì 21 gennaio 2009

The Omega man

Nel paese dove sono nato e cresciuto c'erano tre cinema, ormai chiusi da vent'anni. Io abitavo di fianco ad uno di essi: il glorioso Cinema Italia. Da questa vicinanza nacque la mia passione per la settima arte, che ha preceduto di qualche anno quella musicale. Tutte le domeniche pomeriggio doppia proiezione: sempre un western, seguito da un film di altro genere. Dopo gli otto anni cominciai ad andare da solo, il gestore era amico dei miei genitori e mi conoscevano tutti, dal bigliettaio all'omino che vendeva ceci e brustoline. Bastava uscire di casa e girare l'angolo per ritrovarsi nella galleria coperta dove c'era l'ingresso del cinema. Era una specie di porticato che collegava due strade del centro, sempre tappezzato con i manifesti dei film in programmazione: uno dei luoghi prediletti della mia infanzia, insieme alle case abbandonate o in costruzione. Nei pomeriggi di noia, mi ritrovavo spesso a fantasticare davanti alle suggestive immagini dei manifesti che mi parevano enormi. Leggevo tutto: i titoli, i nomi degli attori, le presentazioni e spesso mi immaginavo le trame film che forse avrei visto. I titoli più famosi erano segnalati da un cartoncino rettangolare con la scritta GRANDE SUCCESSO. Ogni tanto qualche buontempone si divertiva a modificare la scritta, strappando dalla parola "successo" le prime tre lettere. OCCHI BIANCHI SUL PIANETA TERRA (The Omega man) lo vidi quando facevo le medie. Ne rimasi così esaltato ma anche impressionato che la sera a letto non riuscii a prendere sonno e continuai a meditare per ore su quella storia, un misto di fantascienza e horror. Nel gruppo dei miei amici diventò un vero e proprio cult: l'uomo che rimane solo sulla Terra e deve sopravvivere. Ci sbizzarrivamo ad inventare situazioni, possibilità, sottotrame, soluzioni ai problemi di sopravvivenza. Con estrema curiosità l'anno scorso sono perciò andato a vedere Io sono leggenda, anch'esso tratto dal romanzo di Mathison del 1954 da cui nel 1963 era stato tratto anche L'ultimo uomo sulla Terra con Vincent Price. Il film con Will Smith non è che mi abbia entusiasmato e per rimanere su un genere che continuo ad amare, molto meglio 28 giorni dopo di Danny Boyle. Per chi come me è un appassionato di fantascienza apocalittica consiglio una pagina di wikipedia con tutta la filmografia del genere.
Tornando al discorso relativo alla chiusura dei cinema, oggi non c'è che da prendere atto che dopo gli ipermercati anche le multisale hanno preso il sopravvento (con i loro pro e contro). Dove abito però c'è ancora un piccolo cinema che con le unghie e con i denti resiste alle spallate di questo monopolio. Ritornerò prossimamente su questo argomento.

lunedì 19 gennaio 2009

30 anni di concerti - 2° parte, gli italiani

  • Claudio Lolli - Il primo concerto in assoluto. Lo stupore di un bambino che si è visto suonare davanti un disco epocale come Ho visto anche degli zingari felici appena uscito. Poi una seconda volta. dopo l'uscita di Disoccupate le strade dai sogni.
  • Francesco De Gregori - Il prediletto, quello visto più volte. Ho perso il conto.
  • Edoardo Bennato - Quando se ne accorse, si mise a ridere. Io e Francesco stavamo a un metro dalla pedana rialzata da cui suonava con block notes e biro per segnarci gli accordi di ogni canzone. Non c'era ancora Internet e gli spartiti erano cari.
  • Francesco Guccini - Da ragazzino quante volte ho suonato l'Avvelenata, era liberatorio quel turpiloquio. Io e un amico comprammo lo spartito in società. Era il Guccini che preferivo. Dal vivo l'ho visto qualche anno dopo.
  • Vasco Rossi - Quando era ancora uno sconosciuto ad una festa dell'Unità di un paese. Non mi ha mai entusiasmato.
  • Gaznevada - Frequentavo l'università a Bologna e scoprii questo locale underground di nome Punkreas a poche centinaia di metri dal mio appartamento. Una delle loro primissime apparizioni. Il post punk stava esplodendo a Bologna.
  • Skiantos - Idem come sopra. Li vidi quando erano ancora degli sconosciuti.
  • Giorgio Gaber - A teatro con tutto il suo carisma.
  • Litfiba - Li andai a vedere con curiosità penso nel 1985 o '86. Qualche anno prima avevamo suonato, entrambi da sconosciuti, nello stesso festival a Ravenna.
  • Diaframma - Avrebbero meritato più successo dei Litfiba ma erano molto meno commerciali.
  • CCCP - Fatur, l’Artista Del Popolo che spasso.
  • Elio e le storie tese - Ottimi musicisti.
  • Ustmamo - Gradevole sorpresa, però sono spariti.
  • Quintorigo - Grande tecnica, inventiva e la magica voce di John era la ciliegina sulla torta: peccato se ne sia andato.
  • Baustelle - Dal vivo perdono il 50% del loro fascino. Bianconi è un bravissimo autore, ma la voce purtroppo...
  • Verdena - Con la scusa di accompagnare mio figlio al suo primo concerto, me li sono visti anch'io. Dal vivo fanno la loro figura, un notevole muro di suono e Ferrari ha un voce incredibile.
  • Rimpianti - Solo uno: De Andrè.

sabato 17 gennaio 2009

Guitar heroes

E' giunta l'ora di dare sfogo alla mia passione per la chitarra. In casa ne abbiamo quattro: una 12 corde, un'acustica e due elettriche, per la gioia (o la disperazione) dei vicini. Però devo dire che in tanti anni mai avuto problemi. Certo non suoniamo al volume utilizzato dagli amici qui sotto!

Jimmy Page, NYC, 1975 (Bob Gruen)


Pete Townshend 1973 - (Bob Gruen)


Jimi Hendrix - Monterey 1967


Joe Strummer - Londra 1978 (Janette Beckman)
Di certo Strummer non può essere considerato un chitarrista al livello dei mostri sopra, ma questa foto meritava. Inoltre i Clash a mio giudizio sono la band che insieme ai Talking Heads ha dato uno scossone micidiale al rock alla fine degli anni settanta, portandolo verso i territori della contaminazione. Ne mancano ancora diversi all'appello ma rimedieremo nelle prossime puntate.

venerdì 16 gennaio 2009

L.P. Cover Art: Frankie goes to Holliwood - Relax 1984























L'11 gennaio del 1984 il DJ della BBC Mike Read stava trasmettendo il singolo di debutto dei FGTH. Quando notò la copertina provocatoria del disco disegnata da Yvonne Gilbert ascoltò con più attenzione il testo:
Relax, non farlo
quando vorresti andarci
relax non farlo
quando vuoi venire
relax non farlo
quando vuoi succhiarlo
relax non farlo
quando vuoi venire
venire- oh oh oh

Da quel giorno la BBC bandì il disco da tutti i suoi programmi radio e TV, contribuendo involontariamente al suo successo. La canzone balzò al primo posto in classifica dove rimase per cinque settimane. Ai bacchettoni la lezione di God save the queen non era bastata: quasi due milioni di copie vendute solo in UK.
William Holly Johnson, il cantante, alla fine a Hollywood ci andò sul serio perché fu chiamato da Brian de Palma per un cameo in Omicidio a luci rosse. Ad un certo punto compare e canta Relax nel set di un film a luci rosse dove il protagonista si aggira confuso e smarrito per poi rianimarsi tra le braccia (si fa per dire) di una Melanie Griffith in piena forma. La pellicola fu vietata ai 18. Per tutto il 1984 la canzone fu un tormentone infinito e un riempipiste, suonato in tutti i locali, bar, pub, ecc. Alla fine non se ne poteva più.

mercoledì 14 gennaio 2009

Suoni e visioni di inizio anno

Ho avuto la possibilità di ascoltare Tonight, il nuovo album dei Franz Ferdinand che uscirà il 26 gennaio e devo dire che al primo colpo mi ha ben impressionato. Quattro anni di pausa messi a frutto. Non avevo grandi aspettative, specie dopo il pompaggio di XL, ma il gruppo scozzese ha fatto un ottimo lavoro rielaborando sonorità new wave: chitarre affilate, ritmo incalzante, unite ad un groove che in alcuni passaggi ricorda lo stile dei Roxy Music. Spiccano gli otto minuti di Lucid Dreams, gran bel pezzo. Vedremo la tenuta agli ascolti successivi.
Domenica 29 Marzo: Estragon Bologna
Lunedi 30 Marzo: Alcatraz Milano


Sette anime - Gabriele Muccino
Temevo il peggio, ma ieri sera mi sono comunque sottoposto alla visione di Sette anime. Una esperienza sfiancante. La parabola artistica di Muccino è inversamente proporzionale alla sua notorietà, sottolineata dal battage pubblicitario in pompa magna per l'uscita di questo film. Già La ricerca della felicità non mi era piaciuto molto farcito com'era di luoghi comuni, comunque si seguiva. Ora non voglio mettere in dubbio il talento del regista, ma questa storia, la storia: è il trionfo dell'artificiosità e del buonismo, con una colonna sonora sempre presente in sottofondo tesa a creare un phatos che alla fine ti snerva.
A Muccì, cambia spacciat.. no, cioè volevo dire cambia sceneggiatore.
Lasciami entrare - Thomas Alfredson
I vampiri in Svezia nel 1982! La periferia di Stoccolma: quale luogo migliore dove vivere in inverno, visto che le ore di luce sono solo quattro. Un adolescente solitario, vessato dai compagni di scuola fa amicizia con Eli, la nuova vicina di casa e questo cambierà la sua vita. Da un romanzo svedese: due teneri outsider come protagonisti in un horror dalle atmosfere rarefatte che ti avvolge lentamente fino a conquistarti. Malgrado qualche piccola nota stonata (una plateale auto-combustione) un'alternativa di un altro pianeta rispetto al patinato e scontato Twilight.
Anche Mauau a cui non piacciono gli horror e stavolta le è toccato vederlo, ha dovuto ammettere che non è male.
LEGENDA


lunedì 12 gennaio 2009

30 anni di concerti


Prima parte: artisti stranieri
In progress. Ogni tanto me ne viene in mente qualcuno.

  • Patti Smith - Il mitico concerto a Bologna nel 1979
  • Gong - Visti nel 1979 al Melkweg di Amsterdam. Non era più il gruppo originale di David Allen, c'era rimasto solo Pierre Morlen.
  • Devo - Palazzetto di Bologna 1980.
  • Talking Heads - Dopo l'uscita di Remain in light non aspettavo che questo momento. Un'onda di energia magnetica.
  • Bauhaus - Punto a Capo di Bologna. La potenza del dark in un concerto pazzesco.
  • The Selecters - La breve ma intensa stagione dello ska.
  • A Certain Ratio - Quando la Factory era un laboratorio di innovazione e idee.
  • Section 25 - Idem come sopra
  • Killing Joke - Al Punto a Capo di Bologna stipati come sardine. Jaz Coleman con la faccia dipinta di nero faceva quasi paura, come la loro musica che ha influenzato molti gruppi a seguire.
  • Siouxsie and the Banshees - Nel 1980 o '81 all'Aleph di Gabicce Mare. Viso a viso, gran fascino e atmosfera dark. Si incazzò come una pantera perché alcuni idioti sputavano e minacciò di andarsene.
  • The Damned - Questi al contrario erano loro dal palco a sputare sul pubblico. Ma ormai erano ai titoli di coda.
  • Simple Minds - All'epoca di New Gold Dream.
  • Tuxedomoon - La classe e l'inventiva di un gruppo controcorrente. Li intervistammo alla radio dove trasmettevo.
  • Eurythmics - Nel 1985 dopo l'uscita di Be yourself tonight.
  • Style Council - A Ferrara, l'anno prima del loro scioglimento. Paul Weller in cattedra.
  • Talk Talk - Malgrado il tormentone anni '80 It's my life, meno commerciali e finti di quanto si potesse immaginare.
  • Peter Murphy - Dopo l'uscita di Deep (1989)
  • Herbie Hancock
  • Path Metheny - Una passione momentanea.
  • Dizzy Gillespie - Sono riuscito a vederlo in un improbabile locale di provincia qualche anno prima della sua scomparsa (1993).
  • Miles Davis - Due volte: prima a Imola in un concerto strepitoso, poi a Rimini con Zucchero e Joe Cocker. (1988-89)
  • David Bowie - Mi pare fosse il 1990. Un emozione pari soltanto alla delusione. Alla quarta canzone Bowie ha un calo improvviso di voce e con rabbia scaraventa in terra l'asta del microfono. Dopo si scusa e ci spiega che nel concerto di Zagabria, causa freddo e maltempo, si è preso una laringite. Da lì in avanti uno strazio: prova con tutto il suo mestiere ad onorare l'impegno, ma la voce è sparita. Adrian Below alla chitarra fa il possibile per salvare la serata.
  • Pink Floyd - Con gli anni '90 e la nascita di mio figlio, inizia la mia latitanza dai concerti. Questo però del 1994 a Modena è valso una decade. Sentire suonare dal vivo The dark side of the moon è stata un'emozione indescrivibile.
  • Lenny Kravitz - Arena di Verona. A parte la pioggia, una parziale delusione per alcuni inutili atteggiamenti da prima donna, meglio lasciar parlare la musica, cosa che sa ben fare.
  • Radiohead - Piazza del Castello di Ferrara, nella torrida estate del 2003, all'apice della loro creatività. Brividi dall'inizio alla fine.
  • Massive Attack - A Ravenna, estate 2008. Gran bel concerto.
  • Ana Popovic - Rassegna Donne in blues di Bertinoro. Meriterebbe più notorietà questa ottima chitarrista di origine serba nelle cui vene scorre puro rock-blues. Un centinaio di live nel 2008 tra USA ed Europa, con uno stacco di tre mesi per la nascita del primo figlio Luuk.
  • Rimpianti: Clash, Lou Reed, David Sylvian, Neil Young.
Ana Popovic - foto che ho scattato al live del 29/07/08









venerdì 9 gennaio 2009

Viaggio in Spagna con Fabrizio De Andrè













Con lui ci sono cresciuto e mi sono piagato i polpastrelli imparando a suonare La guerra di Piero e La ballata dell'amore cieco. Nell'oceano dei ricordi e dei pensieri che in tanti giustamente si sentono di esprimere, voglio riproporre un post di agosto quando il blog era ancora in fasce della serie album vissuti. E' il racconto di un viaggio che ebbe Faber come colonna sonora. Per quanto mi riguarda è il modo migliore di ricordarlo, con un episodio di vita vissuta, incorniciato dalla sua musica.

Agosto 1978: mi ero già diplomato e non avevo ancora compiuto 18 anni; dopo una snervante attesa per ottenere i passaporti, si parte per la Spagna con la Prinz dei genitori di Giampaolo. L’unico problema logistico consisteva nel fatto che eravamo in sei: cinque ragazzi e una ragazza.
La soluzione fu molto semplice quanto impegnativa: a parte Giampaaolo, unico patentato del gruppo, tutti gli altri, a turno e a coppie, avrebbero viaggiato in autostop raggiungendo la stazione della città decisa come punto di ritrovo.
Non all'amore, non al denaro, né al cielo, fu la colonna sonora di quel viaggio, che ci portò a vagabondare da Figueras, città natale di Salvador Dalì, fino a Barcellona e infine sulla costa atlantica nei paesi baschi in una Spagna da poco uscita dalla dittatura di Franco che come noi cominciava a gustare il sapore della libertà.
Liberamente tratto dall'antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, è uno degli album di Fabrizio che preferisco: un'opera geniale e poetica che ogni tanto amo riascoltare e suonare.
Il viaggio andò benissimo; a Ondarroa, un paese affacciato sull'Atlantico vicino a San Sebastian, grazie alle chitarre, conoscemmo con un gruppo di ragazze basche vicine di tenda: erano belle, biondissime e disponibili, ma dove eravamo in Svezia? Quando fu ora di tornare a casa avrei manomesso la Prinz pur di ritardare la partenza. Non ci perdemmo mai e tutti gli appuntamenti furono rispettati, con il solo inconveniente che chi viaggiava in auto doveva sempre aspettare la coppia che viaggiava con il pollice, a volte anche una mezza giornata.
Al ritorno si offrirono in due (ragazzo e ragazza) di sobbarcarsi in autostop tutto il viaggio di ritorno. Ebbero un colpo di fortuna incredibile: ci raccontarono che poco dopo esserci salutati si fermò per dare loro un passaggio un tedesco con una Mercedes che non solo doveva andare in Italia, ma era diretto a Rimini e praticamente era obbligato a passare dalle nostre parti. Quando noi con la Prinz arrivammo a casa stanchissimi dopo non so quante ore di viaggio, loro avevano già passato la notte a casa e ci aspettavano freschi, e riposati davanti al bar con un sorrisino beffardo sulle labbra.

mercoledì 7 gennaio 2009

Le sbarre o la libertà della rete?

L'amico Thinker con un suo post mi ha offerto lo spunto per una breve (spero) riflessione.
Cito alcune frasi dal suo post:
"Ho la netta sensazione che in maniera lenta e inesorabile ci stanno infinocchiando. Hanno iniziato con la televisione poi è venuto il satellite e adesso internet, nella versione corrente detta web2.0"
"Se prendiamo un imbuto e lasciamo defluire tutto quello che leggiamo (riferito alla rete) mi sa che faccio prima ad andare nel deserto con una bacchetta da rabdomante e mettermi a cercare l'acqua..."
"Dieci anni fa quando ho iniziato a navigare pensavo che la rete fosse non dico la soluzione ma almeno un grande aiuto; oggi invece percepisco in maniera chiara e limpida il fatto che ci stanno inc*****o con la vasellina, in maniera lenta ma inesorabile."
Che in Italia si faccia un uso intenso di vaselina (quando va bene) è noto da tempo. Già dalla fine degli anni '70, sulla scia dell'esempio americano, grazie alla diffusione delle droghe pesanti sono riusciti a rincoglionire una buona parte dei giovani cervelli di allora e a far squagliare un movimento che aveva tentato di destabilizzare con la creatività, la forza delle idee e del linguaggio l'ordine sonnacchioso e tetro della politica. Una parte minima poi confluì stupidamente nella lotta armata con tutte le conseguenze ben note.
Dagli anni '80 in poi a completare l'opera di rimbambimento hanno contribuito le TV del nostro sire (con quelle di Stato a ruota), costruendo mattone dopo mattone, anno dopo anno, modelli antropologici e culturali ad uso e consumo delle masse da mungere. Ed ecco allora in sequenza il velinismo, il tronismo, l'opinionismo da ipermercato, le telepromozioni, i reality e poi il martellamento da cui nessuno è immune: consumate, consumate, consumate o siete delle nullità, siate cool con questi occhiali, con questo telefonino, con questo fisico, comprate un SUV o nessuno vi caga. Poi è arrivata la globalizzazione e a chi in Italia ha tentato di opporsi (vedi Genova) si è cercato di fare capire con due giornate di sospensione della legalità e botte da orbi che non era il caso di protestare. Kossiga docet. E la marcia continua...
Senza girare molto, mi guardo attorno e vedo un mio vicino di casa che ha quattro anni girare con una jeep a batteria che sembra quasi vera; suo padre ne ha quaranta, è vestito come un adolescente deficiente e si vanta di non aver mai letto un libro (giuro, sentito con le mie orecchie). Mi fermo, ma l'elenco potrebbe diventare una lunga sequenza di immagini tipo blob. A volte ho la sensazione che la teoria della de-evoluzione dei Devo stia cominciando ad avverarsi in modo inquietante.
E sulla rete che dire? Molto complicato fare analisi e non ho la presunzione di essere in grado di farne. Dico semplicemente, ricollegandomi al post citato all'inizio, che io vedo più libertà che sbarre, cerchiamo però di mantenerla questa libertà e di coltivarla con le idee.

martedì 6 gennaio 2009

Black angels lost in the desert















The Black Angels - Directions to see a ghost

Negli ultimi giorni d'ozio prima di tornare alla routine quotidiana, ho ascoltato un CD arrivatomi proprio il 31 dicembre, appena in tempo per il buon anno.
Secondo album già uscito a metà anno (anch'io ho i miei tempi) per questi ragazzi texani di Austin, che nel nome si sono ispirati alla canzone dei Velvet Undergroung The black angel's death song. Oltre al gruppo di Nico e Lou Reed, Black Angels hanno ben ascoltato i loro antenati, gente tipo Grateful Dead, ma anche parenti meno lontani come Jesus & Mary Chain. Alla fine seguendo le loro tracce si sono persi e hanno visto i fantasmi nel deserto fra i quali appare anche Jim Morrison che a tratti riecheggia nel cantato del barbuto Alex Maas, che in un brano si diletta persino a suonare il sitar. Grande recupero di sonorità psichedeliche aggiornate con estrema originalità all'estetica dei nostri giorni: chitarre acide cariche di effetti, bassi pulsanti e cavalcate allucinate al ritmo di percussioni tribali, fino a raggiungere i 16 minuti dell'ultimo splendido mantra Snake in the grass.
In dicembre sono passati in Italia a Roma al Circolo degli Artisti e da quanto letto in questa recensione la loro esibizione merita sicuramente.

lunedì 5 gennaio 2009

Anni di piombo

Ulrike Meinhof
La Banda Baader-Meinhof - Uli Edel
Ho recuperato questo film tedesco presentato fuori concorso al festival del Cinema di Roma ed ora anche in lizza insieme al nostro Gomorra, per i Golden Globe.
Due ore e mezzo sono lunghe e la meticolosità della ricostruzione storica e cronologica, dieci anni (1967-77) di terrorismo tedesco e internazionale, tendono a rallentare il ritmo. Forse un taglio più focalizzato sulla psicologia dei protagonisti e sulle loro storie personali avrebbe reso più avvincente una vicenda già di per sé interessante.
Colonna sonora: non pervenuta. Ben interpretato dagli attori principali e utile comunque ad accendere la curiosità di coloro che hanno un buco di quegli anni. Finita la visione, mi è tornato subito in mente il bellissimo film di Bellocchio, Buongiorno Notte, che con la sua poetica e il suo lirismo è riuscito a cogliere in pieno le atmosfere e il senso di instabilità di quegli anni più di qualsiasi analisi storica.
Leggendo la filmografia di questo regista tedesco, classe 1947, mi sono accorto che il suo primo film fu Christiane F., noi i ragazzi dello zoo di Berlino (1980). Allegria! Mi ricordo che ai tempi lessi il libro ed ebbi anche il coraggio di vedere il film.

RI-VISTI
Il mistero delle dodice sedie - Mel Brooks 1970

Per riprenderci andiamo un po' sul leggero. Dopo tanti anni ho rivisto in DVD il secondo film del regista di Brooklin (classe 1926), figlio di genitori ebrei immigrati dalla Russia. Un commedia ambientata in Unione Sovietica nel 1927, dieci anni dopo la rivoluzione russa, dove si raccontano le vicende di un ex-nobile degradato a funzionario. Ancora godibile, anche se non raggiunge i vertici divertenti di Frankenstein Junior e Mezzogiorno e mezzo di fuoco (1974).

LEGENDA


A volte siamo proprio delle bestie


Della serie: bastano 30 secondi per sputtanarsi.
Impariamo dagli errori altrui.

sabato 3 gennaio 2009

COVER vs ORIGINAL: Muse - Feeling good (Nina Simone 1965)













Nel 2001 all'interno dell'album Origin of Symmetry fu inserita questa cover di Nina Simone. Matthew Bellamy, voce dei Muse, volle fare un omaggio alla madre, morta poco tempo prima dell'uscita del disco, grande appassionata della magica cantante e pianista statunitense. In realtà il brano viene attribuito erroneamente a Nina Simone poiché l'originale fu composto per un musical (The roar of the greasepaint - The smell of the crowd) che debuttò a Broadway nel 1965. Feeling Good è un classico di grande impatto e perciò è stato molto coverizzato nonché utilizzato come colonna sonora in film e telefilm. Ufficialmente ci sono più di venti versioni, tra cui nomi eccellenti come John Coltrane e Traffic, ma anche Eels, Pussycat Dolls, il solito tedioso Micheal Bublé (perché non lo confinano a cantare per i pensionati americani a Las Vegas?) e tanti altri. La versione dei Muse fu utilizzata dalla Nescafé in una pubblicità senza il permesso della band che fece causa all'azienda ottenendo un risarcimento in denaro poi donato in beneficenza. Vicenda ridicola, pensando a tutti i soldi che avranno speso per pagare George Clooney. What else!

giovedì 1 gennaio 2009

Un alieno nel mortorio musicale televisivo

Later with Jools Holland è un programma musicale della BBC inglese, condotto appunto dal pianista e musicista Jools Holland. Il primo febbraio 2008 ha festeggiato le 200 puntate con una performance dei Radiohead. Va in onda normalmente verso le 11 di sera del venerdì e comprende di solito l'intervista ad un'artista più alcune esibizioni live. Con la nostra TV di stato ci dobbiamo accontentare dei vari cargo o scalo 76 ( numero che non ho mai capito che cavolo rappresenti) dove sono stati capaci di resuscitare perfino Drupi e ovviamente proporre uno special su Tiziano Ferro. Un po' di tempo fa è apparsa con mia sorpresa una mosca bianca o se preferite un alieno nel mortorio musicale della RAI: Vasco Brondi (Luci della centrale elettrica). E' già qualcosa. A cercarla la gente che ha qualcosa da dire e che sa suonare c'è anche in Italia.
Ecco giusto un paio di proposte live di quest'anno al Jools Holland. Fare un confronto con ciò che passa da noi è impietoso ma inevitabile.
TV On the Radio - Golden Age

Seasick Steve - Cut my wings (fenomenale bluesman)