Il Grinta - Joel e Ethan Coen “Western. Jeff Bridges. F.lli Coen. Serve altro?” (momodarabia)
Quando ero bambino i western dalle mie parti gli adulti li chiamavano i caplo (in dialetto romagnolo i cappelloni) per indicare i cappelli a tesa larga dei cowboy. Ogni domenica pomeriggio nel cinema di fianco a casa mia c'era la doppia proiezione: sempre un western più un secondo film a scelta. Non posso dire di essere un appassionato del genere, ma avendone visti qualche centinaio, sono entrati a far parte del mio immaginario visivo con tutto il loro corollario di inseguimenti, duelli e vendette.
Non ho mai mancato un film dei fratelli Coen ed ero veramente curioso di vedere in che modo avessero interpretato questo tipo di cinema storicamente legato a due filoni: uno classico e convenzionale, contrapposto a quello che a partire dall'inizio degli anni '70 è stato sottoposto ad un'opera di revisione con film come Piccolo grande uomo e registi come Peckinpah, Altman e Penn.
Non ho mai mancato un film dei fratelli Coen ed ero veramente curioso di vedere in che modo avessero interpretato questo tipo di cinema storicamente legato a due filoni: uno classico e convenzionale, contrapposto a quello che a partire dall'inizio degli anni '70 è stato sottoposto ad un'opera di revisione con film come Piccolo grande uomo e registi come Peckinpah, Altman e Penn.
In questa prova i fratelli Coen hanno semplicemente deciso di rendere omaggio alla storia di un genere cinematografico senza la presunzione di stravolgerne i canoni, ma rispettandone la struttura stilistico-narrativa. Non si tratta però di un puro esercizio di stile, i due hanno impresso il loro marchio nei dialoghi (sempre fantastici e con lampi di humour nero); nel tratteggio di personaggi unici e indimenticabili come quello della ragazzina e del Grinta Jeff Bridges, (per citare solo quelli principali) e in un finale struggente e disilluso.
Personalmente preferisco i Coen più corrosivi stile Fargo, ma come è stato scritto: anche i punk e i dissacratori di professione arrivano ad un punto nella loro carriera (se vivono sufficientemente a lungo) in cui cantano Strangers in the night senza distorcerla e solitamente lo fanno bene.
voto @@@@ su 5 (legenda nella barra a fianco)
ALTRE VISIONI
Un gelido inverno (Winter's bone) - Debra Granik @@@½
Il Cigno Nero - Darren Aronofsky @@@½
Another Year - Mike Leigh @@@
Il discorso del re - Tom Hooper @@½ (pluripremiato e sopravvalutato)
Parto col folle - Todd Phillips @@
Personalmente preferisco i Coen più corrosivi stile Fargo, ma come è stato scritto: anche i punk e i dissacratori di professione arrivano ad un punto nella loro carriera (se vivono sufficientemente a lungo) in cui cantano Strangers in the night senza distorcerla e solitamente lo fanno bene.
voto @@@@ su 5 (legenda nella barra a fianco)
ALTRE VISIONI
Un gelido inverno (Winter's bone) - Debra Granik @@@½
Il Cigno Nero - Darren Aronofsky @@@½
Another Year - Mike Leigh @@@
Il discorso del re - Tom Hooper @@½ (pluripremiato e sopravvalutato)
Parto col folle - Todd Phillips @@