Passati i trent'anni i Radiohead sono stati il gruppo che più ho amato insieme a Massive Attack. Ancora una volta con queste nuove otto canzoni che hanno cadenzato il weekend appena trascorso, ho trovato suoni e sensazioni che sono riusciti a sorprendermi e a conquistarmi, riportando la memoria a quella sera del 12 luglio 2003 a Ferrara, quando ebbi modo di assistere ad una delle performance musicali più esaltanti ed emozionanti mai viste.
Dopo un percorso ventennale e vari cambi di rotta, i Radiohead si mantengono sostanzialmente sulle posizioni di In Rainbows, equidistanti dalle sperimentazioni di Kid A e Amnesiac e dalla forma canzone più convenzionale di The Bends, OK Computer ed anche Hail to the thief. Eppure anche stavolta sono riusciti a guardare avanti, aggiungendo altri preziosi tasselli alla loro arte. Le atmosfere sono sempre più metafisiche; i suoni elettronici e quelli acustici sempre meglio amalgamati; la voce di Thom Yorke sempre più uno strumento versatile che vibra e fa vibrare.
Su tutto brilla Codex: un'autentica perla di poesia e intensità che riesce a trasmettere emozioni uniche, come solo certe canzoni riescono a fare. Subito a ridosso Morning Mr. Magpie e Lotus Flower e poi tutti gli altri brani, ad esclusione di Bloom, la prima traccia, forse la più ostica ed anche l'unica che per ora mi ha lasciato indifferente all'interno di 37 minuti ancora tutti da esplorare. L'ultimo brano, che circolava già da un anno con il titolo di Mouse Dog Bird, è stato stranamente rinominato Separator. Che sia l'anello di congiunzione tra questa e una prossima raccolta di canzoni? Accadde anche con Kid A e Amnesiac, due album registrati nella stessa sessione che uscirono a distanza di soli otto mesi tra il 2000 e il 2001. Forse le sorprese non sono finite. Provate a prenderli o almeno a non perderli di vista.
concordo, grande lavoro, anche nella parte ritmica. molto probabile che uscirà un altro album, l'ultima frase di separator “If you think this is over, then you're wrong” è mooolto sibillina. sperem.
RispondiEliminaGrazie ai buoni consigli del buon Lucien, ieri me lo sono ascoltato un paio di volte. Troppo poco per dare un giudizio definitivo (merita molto di più di un paio ascolti anche se attenti), ma abbastanza per parlare di una prima impressione. L'impressione è che ci si trovi dinanzi a qualcosa di superiore sia di In Rainbows sia di Hail to the thief, e un passo dietro a Kid A e Amnesiac. Quanto all'equidistanza tra le due coppie di album appena citate da Lucien e da me non sono molto d'accordo. Trovo questo TKOL molto vicino a Kid A e Amnesiac, quasi un tentativo di evoluzione di quei due mitici album in una forma canzone più tradizionale. Comunque, ripeto, siamo a livelli stratosferici...is there anybody else out there?????
RispondiEliminaFLAC
RispondiEliminaRicordo quando li vidi al Lazzaretto di Bergamo, nel tour di Kid A.
RispondiEliminaUn concerto grandioso.
Non ho ancora sentito il nuovo lavoro, ma sono sicuro che mi riserverà grandi momenti.
Grande disco, ostico e affascinante... I Radiohead non stanno mai fermi. L'impressione è di inoltrarsi in un bosco fitto, oscuro e pieno di rovi, fino ad arrivare alla liberazione finale... Le ultime tre tracce, per quanto riguarda, sono già da antologia.
RispondiEliminaQuando arrivano i detrattori? ;)
RispondiEliminada ascoltare tante e tante volte ma sembra un gran disco
RispondiEliminaEcco il primo (detrattore è troppo...) non-entusiasta.
RispondiEliminaPiù che altro non mi piace molto la direzione che hanno intrapreso sempre più immersi nell'elettronica e sempre più distanti dalla "pelle".
Non è la struttura delle canzoni che mi lascia un pò freddino, è la loro (parziale, o comunque minore rispetto al passato) carenza di anima.
Poi è chiaro, sono sempre i Radiohead e sono i numeri uno degli ultimi vent'anni.
Ma proprio per questo mi aspettavo di più.
E continuo a non capire perchè si parli così tanto di Codex che nusicalmente mi sembra molto "piattina" e monocorde.
la sensazione è quella di un disco che quando finisce ti lascia ancora con la voglia di più.. per adesso si schiaccia il tasto replay, ma tra poco è meglio che esca la seconda parte, anche perché ormai le teorie in merito stanno impazzando
RispondiEliminane ho scritto sul mio blog. concordo con te. con la bellissima codex secondo me l'altro capolavoro del disco è give up the ghost
RispondiEliminastay 'head
Troppe poche canzoni. Attendo la seconda parte,impaziente. Nel frattempo mi sganascio dalle risate vedendo e rivedendo la coreografia di Tom su Lotus Flower, quell'uomo può fare di tutto.
RispondiElimina@ Diamond:
RispondiEliminaCodex è il classico brano di feeling: o passa o non passa.
Riguardo l'immersione nell'elettronica mi pare che ci sia un giusto equilibrio: non mancano chitarre acustiche, basso e batteria "veri".
@ Marco e Eva Luna:
Intanto godiamoci questo, anche se breve.
@ Silvano:
Grazie per il flac
@ tutti:
Che ne dite? Buono (musicalmente) questo primo scorcio dell'anno
Eh, capolavoro.
RispondiEliminaCiao............il 12 luglio ero li con te............e da quel giorno non ho più smesso di amarli; quest'album è una sorpresa continua: conoscendoli immaginavo che mi avrebbero stupito....così è stato e penso che per i prossimi mesi quest'album accompagnerà ogni mio giorno!!!!!
RispondiElimina@ giampietro e Mr Tambourine:
RispondiEliminaPiacere di conoscervi.
Una serata esaltante e caldissima (torrida estate del 2003)per giorni mi rimase addosso la carica.
come ho scritto sul mio blog, a questo giro mollo. Ascolterò l'album fra un paio d'anni, quando le discussioni saranno terminate e magari si sarà risolto il dilemma che campeggia in tutti i siti d'informazione musicale: ma i Radiohead sono sperimentali o no? :-)
RispondiElimina@ Manfredi:
RispondiEliminaNon mi sembra una disquisizione particolarmente stimolante, anzi mi pare una menata e la lascio agli intellettual-musicologi. :)